UNA FAVOLA SOUL CON JURMAN E CONTI
Per la regia di Maurizio Colombi che unisce sul palco l’inedita accoppiata Luca Jurman e Ugo Conti.
Una storia che farà riflettere e divertire, con un Luca Jurman, non più accigliato e severo insegnante in “AMICI”, ma sarà qui impegnato nell’etica, nella dignità, nella passione e nella devozione per la musica. affrontando il delicato rapporto fra come ci mostriamo, come siamo dentro, come gli altri ci vedono e ci percepiscono ma soprattutto su come vorremmo essere in realtà. La commedia esplode con la verve comica di Ugo Conti, nella strepitosa voce di Luca Jurman e di un cast di 8 attori-cantanti-musicisti, il tutto amalgamato nelle splendide canzoni soul degli anni 60/70/80.
“Vorrei la pelle nera” non è solo la canzone di Nino Ferrer, ma la versione moderna della favola di “Cenerentola”, ricca di trascinanti canzoni, colpi di scena e tutta da ridere.
SINOSSI
La vicenda:
in un luogo e in un tempo immaginari. Siamo nel “Motown Club”, tempio della musica soul, ultimo baluardo in cui poter ascoltare vera musica dal vivo. È un night club rinomato, luogo di incontro per impresari, discografici, artisti e appassionati di musica.
Arredato in pieno stile Motown anni Sessanta, sui muri sono appesi i quadri dei più grandi interpreti della black music: James Brown, Ray Charles, Marvin Gaye, Barry White, Stevie Wonder, Whitney Houston e Michael Jackson.
A gestire il locale è Gino (Ugo Conti), boss comico e improbabile. Fissato con la musica afroamericana, ingaggia le migliori band della città con cantanti esclusivamente di colore, ma non sempre di qualità.
Luca (Jurman) lavora nel locale come cameriere e sogna di cantare ed esibirsi sul palco del “Motown Club”.
Una sera Gino, per festeggiare il suo compleanno, decide di accontentarlo. Ma l’emozione tradisce Luca, che demoralizzato dall’imbarazzante figura torna a servire i tavoli, abbandonando i suoi sogni di gloria.
Finita la serata e rimasto in solitudine a riordinare il bar, Luca si siede al pianoforte. Mentre strimpella maldestramente le note di “Vorrei la pelle nera” (“Hey, hey, dimmi Wilson Pickett / Hey, hey, dimmi tu James Brown / Questa voce dove la trovate / Signor King, signor Charles, signor Brown), evoca i grandi artisti raffigurati nei quadri alle sue spalle. E come per magia questi prendono vita all’interno della cornice.
L’effetto dei quadri che parlano dal vivo è sorprendente e innovativo (si utilizza la tecnica video HD).
Dialogano dall’aldilà, ognuno mantenendo le proprie caratteristiche, con un effetto comico che li renderà caricature di loro stessi: Ray Charles (la voce è quella di Pino Insegno) non vede, Whitney Houston è la più sensata, Marvin Gaye è scatenato, Michael Jackson non capisce perché Luca desideri diventare di colore, James Brown e Barry White sono in perenne ed esilarante disaccordo. Lo trasformeranno in un cantante nero dalle incredibili doti canore, in perfetto stile Commonards, grazie ad un effetto di scena, (pelle nera, capelli afro e costume di lustrini).
In pochi secondi Luca diventerà la star Leachim (Michael al contrario) e, in incognito, porterà il “Motown Club” di Gino al successo, tanto che un discografico della Sony vuole registrare in diretta un concerto nel locale.
Nel frattempo cresce il giallo della scomparsa di Luca, mentre la dolce Chiara (cameriera del locale e innamorata di lui) è disperata.
Luca è in crisi: ha finalmente raggiunto il successo ma ha perso la sua identità.
Adesso può riconoscere le persone che gli volevano bene da quelle che invece gli volevano male, perché le frequenta come un altro. Scoprirà così invidie e amicizie, approfittatori e amori.
L’equivoco è la parte centrale della vicenda che rende comico e drammatico tutto il contesto.
Alla fine Luca decide di ritornare se stesso. Ma i quadri ancora una volta sono d’accordo fra loro…
(Spettacoli News)
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