TOO
LATE! (ANTIGONE) CONTEST#2
8
- 12 giugno| sala Fassbinder, ore 21:30
Emergono
solo “vaghe ombre” dall’Antigone del Living Theatre, vista in
video perché troppo giovani allora… eppure il Too
late! che echeggiava
ipnotico nel coro, è rimasto talmente impresso da essere posto a
titolo. Prosegue la ricerca avviata in X(Ics)
sulle relazioni/conflitti fra generazioni in una formula-altra di
costruzione in divenire: informali performance intese come contest,
ovvero confronti/scontri/dialoghi fra due soli attori, sulle
ipotetiche rappresentazioni di una splendente Antigone d’oggi.
Nella
dilagante “malinconia della sfera pubblica” la sua contestazione
a Creonte si fonda sul rifiuto a dissociare l’atto dalla persona. E
questo ci piace. È uno dei motivi per cui, in questi anni di opachi
conservatorismi e pallide prese di posizione, abbiamo scelto
un’(Antigone) fra parentesi, come immagine-guida del nuovo
itinerario fra le rivolte del contemporaneo. È possibile un teatro
che è anche proposta d’azione, arma di “terrorismo poetico”,
che serva fra i pensieri, macina l’accadere, sempre
nell’irriducibile desiderio di sommuovere il senso d’impotenza
che abita noi e le generazioni che ci seguono? L’Antigone
è stata rinominata da Biner “tragedia del troppo tardi” perché
tutte le figure paiono agire o ravvedersi solo dopo l’irreparabile:
è troppo tardi anche per noi?
Too
late! è il secondo
contest dove Silvia/Antigone/Emone si confronta con Vladimir/Creonte,
secondo un crudo meccanismo di esposizioni e sfide che amplificano,
in modo subdolo, i giochi di potere fra padri e figli, ma anche
quelli dei “Nuovi Dittatori” d’oggi.
Mentre
il contest#1 era focalizzato sulle relazioni di fratellanza, tanto
che Polinice/Benno Steinegger, in dissidio fra l’essere pacifista o
terrorista, accoglieva le ambivalenze delle varie esegesi, qui sono
le relazioni di potere al centro del confronto, dalle micro
intolleranze quotidiane alla perversione dei “Padri Mediatici”
che agiscono “per il bene” dei figli: si entra nella sfera
dell’intimo, per colpire al cuore l’intoccabile famiglia
italiana.
I
dialoghi sono generati dalla povertà del campo scenico, secondo un
percorso drammaturgico quasi situazionista, che induce gli attori a
partecipare attivamente al contraddittorio teorico-pratico sulla
tentata messa in scena.
E
lo spettatore, che inusualmente condivide con gli attori lo spazio
scenico, diviene attore/testimone di una rappresentazione che
“anarchicamente” deborda dai limiti convenzionali, fugge il
teatro per sporcarsi con le incertezze e povertà del quotidiano, in
strada con un’Antigone mai stanca, che ci piace immaginare "armata
di gioia".
La
poetica dei Motus si è trasformata come quella di nessun altro.
Dalla fissità sugli aspetti glamour della società alle
sperimentazioni tecnologiche (penso a uno spettacolo come Twin
rooms),
a Fassbinder, ai Racconti
crudeli della giovinezza di ieri,
uno spettacolo che cresce nella memoria. Che oggi i Motus ci
propongano una variazione sull'Antigone
non è sorprendente, si tratta con chiarezza di un'evoluzione
"politica".
Franco
Cordelli, Corriere
della Sera
ELFO
PUCCINI, SALA FASSBINDER -
corso Buenos Aires 33, Milano - Tutti i giorni ore 21.30, - Info
e prenotazioni:
tel. 02/0066.06.06 - Intero 30.50 €, Ridotto giovani/anziani 16 €,
martedì 20 € - www.elfo.org
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