LA MORTE DI ENRICO D'AMATO, ANIMA E STORIA DEL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Enrico D’Amato, attore, regista, insegnante, anima e storia del Piccolo Teatro dal 1968, è morto mercoledì nella sua casa di Milano. Era nato a Roma nel 1932, si era laureato in legge, ma con il diploma all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” aveva presto scelto il teatro, che non avrebbe abbandonato mai. Ancora nell’autunno-inverno scorsi, Enrico D’Amato era al lavoro, accanto a Luca Ronconi, nella commissione che ha selezionato i giovani attori entrati nel nuovo corso triennale della Scuola del Piccolo, oggi intitolata a Ronconi.
Agli inizi della carriera,
D’Amato aveva insegnato recitazione alla Scuola di Alessandro
Fersen, era stato aiuto-regista di Franco Enriquez, di Aldo Trionfo,
di Gianfranco de Bosio. Aveva iniziato a lavorare al Piccolo nella
Stagione 1968/69 e nel 1970/71 era diventato assistente di Giorgio
Strehler con la messa in scena di Santa
Giovanna dei Macelli di Brecht, poi
partecipando alle regie dei più importanti allestimenti di quegli
anni: Re Lear e
L’opera da tre soldi
(‘72/73, Il giardino dei ciliegi
(‘73/74), Il campiello (‘74/75),
Le balcon (‘75/76),
Arlecchino (’77/78),
La tempesta (‘77/78 e ’84),
El nost Milan e Temporale (‘79/80),
L’anima buona di Sezuan (‘80/81),
Minna von Barnhelm (‘82/83),
La grande magia (‘84/85).
Ma nei suoi 47 anni al
Piccolo Teatro è importante anche il capitolo delle regie firmate
in prima persona: Ma perché proprio a me
di Luigi Lunari (‘73/73), La scuola delle
donne di Molière (‘77/78), La
vita è sogno di Calderón de la Barca, di
cui fu anche traduttore (‘79/80), Il
precettore di Brecht (‘82/83), L’arca
di Noè, opera in musica di Britten (‘86/87),
La rigenerazione di
Svevo (‘88/89), Il teatro comico
di Goldoni (‘92/93).
E dalla sua nascita, nel
1986, la Scuola del Piccolo Teatro ha avuto in Enrico D’Amato un
insegnante di rare forza ed esperienza, che ha contribuito a formare
più di duecento attori fino a oggi, con rigore e “burbera
passione” di cui tutti si ricordano. Coordinatore didattico fino
agli anni di lavoro insieme a Luca Ronconi, a lui era sempre affidata
la regia degli spettacoli di fine corso della Scuola, conclusivi del
triennio, vero “rito di passaggio” con il quale i giovani allievi
si affacciano alla professione. Per tutto questo il Piccolo Teatro lo
ricorda con riconoscenza e profondo affetto, e con vicinanza alla
figlia Marta e a Ruggero.
In un’intervista del
1983, Enrico D’Amato diceva: “Quando ho iniziato a lavorare al
Piccolo, con Strehler, mi sono sentito subito meneghino, non per
forza ma per affinità elettiva. A Roma non ero un romano, ma un
milanese in incognito. Che il Piccolo Teatro e la Scala siano nati
qui, non è un caso”.
Tutto il Piccolo
Teatro, con affetto.
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