LUCIANO TRIBUZI SI RACCONTA IN
"SCUSA IL RITARDO"
matrimonio", "Ipocondriache solitudini" (corto teatrale scritto e interpretato da Michela Barone che ha vinto il premio come Miglior Attrice, Rassegna Ecce Dominae, Teatro Antigone) e " Una sera ci incontrammo", l'attore e regista teatrale ha accettato, simpaticamente, di rispondere ad alcune domande.
Puoi presentarci Luciano Tribuzi?
Luciano Tribuzi è un signore di 60 anni a cui piace tanto il teatro e che lo pratica da una quindicina d'anni; prima come allievo di scuole di recitazione, poi come attore ed infine, da circa 3-4 anni anche come regista. Si diverte quando può anche con le riprese. Un paio di piccole apparizioni in fictions come "Un medico in famiglia" e "I Cesaroni" e diversi cortometraggi e web series, tutte e solo per il web.
Nonno Pietro è un personaggio fondamentale all'interno della storia, mi sembra rappresenti l'esperienza del vivere. Cosa pensi di questo ruolo e come l'hai affrontato?
Nonno Pietro: sì, in effetti la sua figura è un po' quella del consigliere saggio e affettuoso. Non ha preconcetti negativi nei confronti dei ragazzi e, forse, un po' sorprende il suo interessamento dolce nei confronti dell'omosessualità del nipote e del suo amico Mattia. Ma questo lo rende ancor di più una sorta di faro illuminante. Un bell'esempio di come si potrebbe essere ad una certa età. Come l'ho affrontato? Bhe, la simpatia che ispira non poteva non contagiare prima di tutto me che dovevo interpretarlo. Devo dire che è stato un compito veramente rilassante visto che i ragazzi esuberanti, che hanno voglia di esprimersi (come è pure tutta la troupe di "Scusa il ritardo") mi mettono sempre di buon umore, per non dire che faccio un tifo sfegatato per loro! Chissà, magari un po' li invidio anche... eeehhh beata gioventù....
Ti sei trovato a tuo agio con il cast e con Piergiorgio Seidita?
Lavorare con Piergiorgio e gli altri è divertentissimo. Loro sono adorabili. Mi veniva da ridere all'inizio quando mi davano del lei, ma hanno capito subito quanto voglia avevo di stare lì e divertirmi, con tutto l'impegno, s'intende, insieme a loro.
Tu sei anche regista teatrale: qual è la differenza sostanziale tra essere diretti e dirigere?
Dirigere o essere diretti: credo che se uno ha veramente voglia di recitare gli piacciano entrambi i ruoli. Diciamo che quando fai solo l'attore devi resistere alla tentazione di intervenire sul regista con tutti i suggerimenti che ti vengono in mente. Ecco, credo che in questo campo sia fondamentale capire ed accettare il ruolo che ti viene assegnato. Infatti come regista mi trovo in difficoltà con gli attori che vogliono fare di testa loro. Il confronto è sempre prezioso e va cercato, ma alla fine chi decide è sempre uno solo: il regista. Teatro (che è la mia occupazione principale) e cinema non sono democratici. Sono dittature dolci, ma dittature. Ed il risultato finale darà meriti e demeriti innanzi tutto alla regia. Questo spiega perché lo stesso attore riesce bene con un regista e male con un altro.
Progetti in cantiere?
Sto preparando la regia di un corto teatrale, un monologo che ho anche scritto e che verrà interpretato da una bravissima attrice, Michela Barone (piccola curiosità: alla fine si sentirà una voce registrata che è quella di Nadia Straccia, l'insegnante di Giorgia in "Scusa il ritardo". Grazie Nadia!). Presenteremo questo corto, dal titolo "Ma perché mi guardate così?" in varie rassegne e concorsi.
E poi debutto la sera di Capodanno con una messa in scena di "Coppia aperta quasi spalancata", di Dario Fo e Franca Rame in cui faccio il protagonista maschile. Lei invece è ancora Michela Barone e la regia sarà della bravissima Isabella Martelli.
(Roby) (Foto Ilenia Mariani)
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