MAKING OF
"ROMEO E GIULIETTA - AMA E CAMBIA
IL MONDO"
II° PARTE
II° PARTE
SINOSSI
A Verona, i Capuleti e i Montecchi sono divisi da un odio insanabile. Esasperato, il Principe proibisce duelli in città, pena la morte.
Lontani da questa rivalità, i giovani Romeo e Giulietta, figli delle due famiglie rivali sognano, ognuno nel proprio intimo, il grande amore.
I Capuleti organizzano un gran ballo in onore della figlia Giulietta per rendere ufficiale il suo fidanzamento con Paride, il pretendente a cui è destinata. Il suo incontro con Romeo, introdottosi di nascosto al ballo con i suoi amici Benvolio e Mercuzio sconvolgerà le mire dei Capuleti.
L’amore al primo sguardo tra i due giovani segnerà il loro destino.
Tebaldo, cugino di Giulietta, smaschera Romeo, così i due innamorati scoprono di appartenere alle due famiglie nemiche. Ma la fiamma dell’amore divampa e incendia i due che si giurano amore eterno nell’intimità del balcone di Giulietta.
Convinto della purezza dei sentimenti dei due giovani e intravedendo nella loro unione una speranza di riconciliazione delle due famiglie, Frate Lorenzo accetta di unirli di nascosto in matrimonio.
Quando Romeo trova i suoi amici alle prese con Tebaldo che li provoca, egli non può, malgrado i suoi sforzi, evitare il dramma. Tebaldo uccide Mercuzio e Romeo vendica l’amico uccidendo il suo assassino.
Romeo, dilaniato dal dolore, affronta la disperazione delle due famiglie che reclamano vendetta e il Principe, risparmiandogli la vita, lo bandisce a Mantova.
Frate Lorenzo celebra il matrimonio. Dopo una breve ma dolcissima notte di nozze, Romeo deve lasciare la sua amata e partire per Mantova.
A Verona, il Conte Capuleti decide di dare sua figlia in sposa a Paride subito il giorno successivo. Disperata, Giulietta si reca da Frate Lorenzo in cerca di aiuto; questi le propone una pozione che la farà cadere in un sonno simile alla morte, il tempo necessario perché lui trovi una soluzione con le due famiglie e avverta Romeo che andrà a cercarla al suo risveglio nella cappella di famiglia.
Il fedele Benvolio, all’oscuro dello stratagemma, assiste all’annuncio della morte di Giulietta e corre ad avvisare Romeo a Mantova, dove il messaggero di Frate Lorenzo non ha ancora avuto il tempo di arrivare. Pazzo di dolore, Romeo si precipita a Verona dall’amata che crede morta e, dopo un’ultima dichiarazione d’amore, beve il veleno che gli permetterà di raggiungerla in eterno.
Al suo risveglio, scoprendo Romeo morto, Giulietta non può sopravvivergli e a sua volta si uccide. Scoprendoli, Frate Lorenzo in preda al senso di colpa perde la fede e le famiglie nemiche, annichilite e colpevoli si riconcilieranno sui corpi dei loro figli uniti per l’eternità.
ROMEO
E GIULIETTA AMA E CAMBIA IL MONDO
una
nota di Vincenzo
Incenzo
E' irresistibile il profumo di Shakespeare. In chiunque scriva credo
nasca il desiderio di fare almeno una volta nella vita due passi con
lui. Così come irresistibile è la tentazione di proporre a Romeo e
Giulietta un vestito sempre nuovo, musicale, teatrale,
cinematografico che sia; da Cajkovskij a Bellini, da Prokofiev a
Gounod, da Zeffirelli a Luhrmann, da West Side Story ai fumetti manga
di Takahashi ai videogiochi Spyro, i modelli sono infiniti.
La
trama è nota: due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i
Capuleti, si osteggiano da generazioni; dai
fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto
cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto.
Un amore contrastato tra due giovani è un topos
narrativo molto abusato nella letteratura occidentale;
come è riuscito Shakespeare a rendere Giulietta
e Romeo la storia d'amore più popolare di ogni tempo?
Come ha fatto a innalzarla al rango di mito?
Shakespeare
è Shakespeare, la poesia è il miracolo dell'essere.
La declinazione dell'amore da lui tracciata è sorprendente: essa
assume connotati trasgressivi, fonda nuovi ordini di valori, innesca
nuove identità di genere; uomo e donna si scambiano il loro posto
nel mondo scoprendosi finalmente completi.
Niente a
che vedere con una logora tradizione medioevale; siamo anche ben
oltre la novella di Bandello o il Tragically
Historye
of
Romeus
and
Juliet
di
Brooke.
I due innamorati, affrontando le conseguenze ineluttabili del loro
libero arbitrio, lanciano un monito irresistibile alla vanità degli
uomini; intrisi dei limiti della loro umanità rifiutano i pregiudizi
della cultura dominante e con straordinaria modernità s'incamminano
verso il loro destino.
Romeo e Giulietta, ama e cambia il
mondo è un'interpretazione del dramma di Shakespeare che
riformula e invera il suo messaggio di fondo: l'identità viene prima
delle convenzioni. Lo spettacolo attraverso le sue musiche, le sue
liriche, le sue scene e i suoi attori è un inno alla bellezza e alla
differenza.
Ama e cambia il mondo,
recitano le parole in finale di primo atto; è una rivendicazione del
diritto all'amore, qualunque latitudine sessuale, culturale o
geografica abbia, al di là dei confini tra le etnie e i popoli.
L’amore è il sentimento assoluto con il quale i due innamorati
trovano il loro posto nel mondo. Ognuno dei due scopre se stesso
nell'altro e comprende che per esistere deve fuggire dai limiti di
una condizione che gli è stata imposta e rischiare l'annientamento.
Essere
a costo di non
essere
è la legge di ogni vita autentica.
La
ribellione dei due veronesi diventa così metafora totale dei nostri
contrastati tempi.
E'
questo un altro tema fondamentale su cui la nostra opera fa leva: la
denuncia dell'incomunicabilità; i genitori non ascoltano i figli
(vedrai...vedrai...ti
unirai con lui,
cantano i genitori di Giulietta quando le vogliono imporre Paride per
sposo), gli amici non ascoltano gli amici (State
fermi, vi imploro in ginocchio pietà...
canta invano Romeo a Mercuzio e Tebaldo che si minacciano di morte),
i mariti non ascoltano le mogli (Papà
non ha più passione...
canta rassegnata la madre a Giulietta) i fedeli non ascoltano i preti
(Tu
perduto figlio... tu non capisci più...
canta frate Lorenzo al ribelle
Romeo).
Solo
la tragedia finale e il silenzio che ne consegue sembrano poter
creare le condizioni di un autentico ascolto interiore, quando la
cadenza di una marcia funebre fa sussurrare a Capuleti e Montecchi le
parole ecco
noi chi siamo...tribunale
estremo...
l'ultimo
corteo...
per
Giulietta
e
Romeo.
In un mondo in cui tutti siamo sempre connessi ma anche sempre più
soli Shakespeare ci indica come individuare una crepa nel meccanismo
perfetto di un cinico over sharing:
ci suggerisce con straordinaria modernità come bucare la rete.
In
Romeo
e Giulietta, ama e cambia il mondo va
in scena l'amore. Quello puro, ideale, mistico (il vocabolario
dei
due amanti è ricco di termini religiosi) e quello carnale che col
primo si fonde nell'epifania della religione dell'eros (...quando
scendi in lei... in chiesa tu sei...
canta Romeo); in questo ultimo senso è emblematica la figura
dionisiaca
di
Mercuzio
che
vede
la
donna
esclusivamente
come
materia.
L'amore muove dall'esperienza umana e abbraccia l'intero cosmo, con
un cammino ascendente proprio della visione neoplatonica
rinascimentale cara a Shakespeare.
Al polo opposto c'è la morte, a celebrare un binomio indissolubile ed eterno. La morte trascina i corpi sottoterra mentre le anime cercano il cielo, fa luccicare le spade e maneggiare i veleni mentre i due amanti si straziano, Tebaldo e Mercuzio si accecano, frate Lorenzo piomba nel buio profondo, la nutrice non trova risposte, Paride si immola e le famiglie si consumano nel rimorso.
La morte diventa tribunale estremo per chi resta e possibilità
dell'impossibilità per chi ama. Il buio e la luce sono il teatro
dell'azione in Shakespeare.
In
Romeo
e Giulietta, ama e cambia il mondo musica
e parole vogliono ricreare questo scenario rispettandolo e
tradendolo,
come
accade
in
ogni
autentica
interpretazione
di
un
classico.
La luce, che illumina le faide e cela le passioni, ci è restituita
qui dalla musica, che carica di forza i colori del male e tratteggia
delicatamente con tinte pastello le forme del bene; come in
Shakespeare l'amore abita la notte, il giardino oscuro, la cripta di
frate Lorenzo e la tomba della tragedia, allo stesso modo in Romeo
e Giulietta, amore e vita vive nella rotondità delicata
dei giri armonici, nei recitativi, nei pianissimo.
La parola, attraverso le sue risorse, segue un analogo sentiero; oltre che attraverso i suoi significati ed alcune citazioni vuole "imitare" la scena anche a livello fonetico, operando una sorta di simbolismo dei suoni; si fa aspra e dura nelle canzoni dell'odio (che nelle viscere si torce...) con urti continui di consonanti, quanto scivolosa e delicata, aperta alle vocali, nei passaggi dell' amore (che veste seta leggera...).
La dinamica musicale e metrica, attraverso accelerazioni e
rallentamenti, opera un'ulteriore scissione tra stomaco e cuore,
istinto e sentimento, ballo e funerale, sfida e presagio.
Il ritmo è al servizio della follia e dell'abbandono della morale; ecco allora l'inno alla trasgressione di Benvolio e Mercuzio (I re del mondo), il sogno osceno di Mercuzio (La regina Mab), lo scontro tra la nutrice e la città (I belli, i brutti), le intenzioni omicide di Tebaldo (Oggi o mai), l'outing di Mercuzio (La follia), lo scontro tra Tebaldo e Mercuzio (Il duello), il delirio del Principe (Il Potere).
Alle
ballate spetta invece di evidenziare i percorsi psicologici più
profondi: passione, attesa e strazio dei due
innamorati
(Quando,
Io tremo, La felicità dell'amore, Il balcone, Il canto
dell'allodola, Mio Dio, Il veleno, Senza di lei, Morte di Romeo,
Morte di Giulietta),
la disperazione di Tebaldo prigioniero di se stesso (Non
ho colpa),
la repressione della nutrice mai madre (S'innamora
già),
le paure di un Principe padre che vede la figlia crescere (Avere
te)
la sofferta confessione di Benvolio all'amico Romeo (Con
che pietà)
l'abbandono della fede di frate Lorenzo (Non
so
più).
La struttura drammatica originaria è mantenuta ponendo però al
centro le emozioni dei personaggi. Sul palco assistiamo al cammino
delle loro anime, tra paure, slanci, cadute.
La lettura che ho scelto è dunque più antropologica che storica. In ciò ho tenuto fede all'originaria stesura francese di Gérard Presgurvic.
Per quanto riguarda l'ambientazione Verona è puro pretesto, luogo
dell'anima, così come in Shakespeare, che nel dramma fa sorgere il
dubbio che si tratti addirittura di Londra.
L'anno di svolgimento degli eventi potrebbe essere ieri, oggi,
domani, un qualsiasi giorno del nostro tempo mortale.
Il messaggio che Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo vuole comunicare è di apertura al nuovo, di rispetto per l'identità, di attenzione all'altro. Prendere coscienza dell'irripetibile natura di ognuno significa far proprio l'universo inesauribile della vita.
Il mondo, Verona bella Verona dannata,
non è un paese per giovani, sembra dirci Shakespeare, e non lo sarà
fino a quando la crudeltà di un potere adulto e cinico schiaccerà
sotto il suo piede ogni nuovo segno di cambiamento.
Giulietta
e
Romeo
non
smettono
di
cantarci
Ama,
e
cambia
il
mondo.
Vincenzo
Incenzo
AMA E CAMBIA IL MONDO
(Romeo)
Ama
e cambia il mondo ama
e accendi il buio grida
la tua presenza ama
e cambia il
mondo
(Giulietta)
Ama
e ferma il tempo ama
dai luce al pianto brucia
nel desiderio ama
e cambia il mondo
(R&G)
Ama
con ogni forza ama
senza paura dona
ogni respiro ama
e cambia il
mondo
(R&G
+
Coro)
Ama
e cambia il mondo ama
fino al delirio grida
la tua presenza ama
e cambia il
mondo
Ama
non c'è peccato ama
con le tue mani brucia nel desiderio ama
e cambia il mondo
(Romeo)
Ama
e ferma il tempo ama
e dai speranza dona
vita alla vita ama
e cambia il
mondo
(Giulietta)
Ama
senza confine ama
passa ogni muro dona
la pelle e il cuore ama
e cambia il
mondo
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