"DRAGPENNY OPERA" ALLA SALA SHAKESPEARE DEL TEATRO DELL'ELFO A MILANO

Il gusto della commistione e del pastiche è uno dei punti di forza del modello: l’opera settecentesca di John Gay miscelava, già allora, la musica colta e la canzone da osteria, la presa in giro del “gran teatro”, la satira più nera, e soprattutto adattava canzoni note al pubblico. Allo stesso modo le Nina’s Drag Queens attingono al repertorio della musica contemporanea: ironia, gioco, e contaminazioni, tra Bellini e gli Eurythmics, Rita Pavone e M.I.A., fino a una versione rock al femminile di Ricominciamo di Adriano Pappalardo. In Dragpennyopera inoltre i playback (su tutte, sempre, Mina e Raffaella Carrà) sono inframmezzati da qualche piccola sorpresa live.
A creare un ideale tessuto sonoro, si aggiungono le musiche eseguite al piano da Diego Mingolla: composizioni originali che riecheggiano con delicatezza celebri melodie, tra pop ed espressionismo.
La
riscrittura riduce a cinque personaggi femminili il variopinto mondo
di John Gay.
Sono
le donne del bandito Macheath: Polly, la moglie, figlia
dell'imprenditrice Peachum; Lucy, l'amante, figlia di Tigra, capo
della polizia; Jenny, prostituta e antico amore. Macheath ripercorre
la vicenda a ritroso come la voce di un vecchio film, o un'ombra
sulla coscienza: l'unico uomo, l'eterno assente, amato, odiato, e
infine spolpato fino all’osso.
Ancora
volta uno spettacolo corale, come vuole la poetica del gruppo. Ancora
una volta personaggi estremi nei sentimenti e nei comportamenti,
pantomime circensi, femmine animalesche e inquietanti. Eppure
divertenti, esagerate, ironiche: drag queen, insomma.

Lo
stesso playback è una menzogna assoluta, così assoluta da poter
diventare, nel contesto di una drammaturgia che la include, una
strana forma di verità.
La
scena ricorda un teatro abbandonato: un sipario senza più ragion
d'essere, quinte sfondate, frammenti di specchi, praticabili sghembi.
È
un mondo che ha ormai perso il suo splendore. I costumi di Gianluca
Falaschi e la scenografia di Nathalie Deana ne conservano solo poche
tracce che covano, pronte ad esplodere in un lieto fine
dichiaratamente falso e falsamente liberatorio, fra drappi fucsia e
lamé. Un
gioco teatrale che
sia
un’opera
buffa
e,
insieme,
un’opera
seria.
Un cabaret agrodolce, dai tratti mostruosi e scintillanti.
La compagnia delle Nina’s Drag Queens è composta da attori e danzatori che hanno trovato nel personaggio Drag Queen la chiave espressiva per portare avanti la loro idea di teatro. Nasce nel 2007 a Milano, presso il Teatro Ringhiera da un’idea di Fabio Chiesa, sotto la direzione artistica di Francesco Micheli. Partendo dal genere della rivista e dell’happening performativo, le Nina’s Drag Queens sono approdate sempre più a uno specifico teatrale, spostando parte della loro ricerca sulla rivisitazione di grandi classici: il primo esperimento in questo senso è Il Giardino delle Ciliegie rilettura en travesti del capolavoro di Cechov.
Liberamente ispirato a The Beggar's Opera di John Gay
regia Sax Nicosia
con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
drammaturgia Lorenzo Piccolo
costumi Gianluca Falaschi
scene Nathalie Deana
coreografia Alessio Calciolari
musiche originali Diego Mingolla
produzione Nina’s Drag Queens
Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano - Mar-sab ore 21.00, dom ore 16.30.
Intero
30.50 € - Ridotto giovani/anziani 16 € - Martedì 20 € - Info
e prenotazioni:
tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org

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