GIUSEPPE CEDERNA ALL'AUDITORIUM MONTALCINI DI MIRANDOLA CON
"L'ULTIMA ESTATE DELL'EUROPA"
Martedì
17 novembre l’attore, scrittore e viaggiatore Giuseppe Cederna sarà
in scena a Mirandola (MO) presso l’Auditorium Rita Levi Montalcini
(Via 29 Maggio – ingresso 15 euro, ridotto 10 euro), la prima
struttura stabile della città dopo il sisma dell’estate del 2012,
con il suo nuovo monologo “L’ultima estate dell’Europa” con
le musiche originali eseguite dal vivo di Alberto Capelli, alla
chitarra e percussioni e Mauro Manzoni, ai flauti, sassofoni e
clarinetto basso.
«Cederna
non fa la storia e non descrive battaglie. – commenta Osvaldo
Guerrieri - Parla di uomini inghiottiti dal fango della guerra, ne
assume le voci, ne ruba le parole e ce le porge al modo di una Spoon
River delle trincee. Sarebbe bello vedere una platea tutta di
ragazzi.»«Siamo in trincea, in bilico tra vita e morti. – commenta Mauro Sesia - Ed è il disequilibrio, il perno su cui per paradosso si fonda l’ottimo monologo di un ispirato Giuseppe Cederna.»
Ecco i
prossimi appuntamenti della tournèe: Teatro della Società di
Chiavenna (SO) – 2 dicembre; Teatro Puccini di Firenze – 4
dicembre; Teatro Sociale di Pinerolo (To) – 18 dicembre; Teatro
Milanollo di Savigliano (CN) – 19 dicembre; Teatro Archivolto di
Genova – 5 febbraio; Teatro Comunale De Micheli di Copparo (FE) –
26 febbraio e Teatro Boiardo di Scandiano (RE) – 19 Aprile.
Sarajevo
28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica
di giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola
sconvolgeranno il mondo. Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti
dal fuoco- che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero- è la
zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un
naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto
dall’implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi
musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e
corpo a quell’umanità di vittime e di carnefici che trasformarono
l’Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai
fanti mandati a morire sul Carso e sull’Isonzo ai loro compagni di
naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli
scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci
commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz.
Dall’esaltazione alla consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di
Maggio” alla notte di Caporetto.
«La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»
GIUSEPPE
CEDERNA debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel
’78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in
luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la
vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte
d’estate” del Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores;
in “Amadeus” di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di
Mario Missiroli; ne “Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia
di Gabriele Lavia; in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht
regia di Pino Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio
Gallione; ne “Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco
Niccolini. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi,
un’interessante attività cinematografica. Premio oscar con il film
“Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato,
tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i
fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con
Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti
del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella
giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo
Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.
Di
Giuseppe Cederna e Augusto Golin
Regia di
RUGGERO CARA
Con
GIUSEPPE CEDERNA
Musiche
originali eseguite dal vivo di
Alberto
Capelli e Mauro Manzoni
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