"MR PUNTILA E IL SUO SERVO MATTI"
PRIMA NAZIONALE AL TEATRO DELL'ELFO A MILANO
Dal 30 novembre al 31 dicembre, Elfo Puccini, sala Shakespeare.
Considerata una delle migliori commedie di Brecht, scritta nel 1940 a guerra da poco iniziata, Puntila e il suo servo Matti fu rappresentata per la prima volta quando Brecht rientrò in Europa dall'esilio negli Stati Uniti, dapprima a Zurigo nel 1948, poi scelta per inaugurare nel 1949 la prima stagione del Berliner Ensemble.
Brecht mette in scena una "variante" di dottor Jeckyll e Mister Hyde (e per altri versi una variante di Luci della città, a cui si era probabilmente ispirato): il ricco possidente Puntila è infatti un personaggio a due volti, schizofrenico come il milionario del film di Chaplin e come Shen Te, la protagonista nell'Anima buona. Da sobrio è un tiranno che vessa i suoi dipendenti, sfrutta i suoi operai e vuol dare la figlia Eva in moglie a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre, quando è ubriaco, diventa amico di tutti e vuol far sposare Eva al suo autista Matti, che tratta su un piano di parità. Sfortunatamente le sbronze passano sempre...
Al
tagliente Matti il compito di smontare le false promesse e la falsa
bontà del suo padrone, in un rapporto che a tratti richiama nobili
precedenti (da Don Chisciotte/Sancho Panza a Don Giovanni/Leporello)
e a tratti rimanda alle comiche finali dei film muti.
Una
riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano,
un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimano dove
Karl Marx incontra suo fratello Groucho. E il messaggio di Brecht,
attualissimo in un mondo in cui l’uno per cento della popolazione
detiene metà della ricchezza globale e il resto delle risorse è in
mano a un quinto degli abitanti, suggerisce che solo un’autentica
eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può
davvero colmare il divario fra ricchezza e povertà e che il
benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Puntila
ubriaco.
Ferdinando
Bruni e Francesco Frongia firmano il primo Brecht "made in
Elfo", a sessant'anni dalla morte del drammaturgo, (e a sei anni
dall’esperienza genovese di Bruni e De Capitani con L’Anima buona
del Sezuan con Mariangela Melato), i due registi scelgono una
"commedia popolare" - secondo la definizione brechtiana -
che nell'allestimento pensato per il grande palco della sala
Shakespeare sprigiona tutto il suo potenziale comico facendo
emergere, con esiti spesso esilaranti, le contraddizioni e le
disuguaglianze sociali di un'epoca che, pur con altri abiti e
abitudini, somiglia nella sostanza alla nostra.
In
scena una compagnia affiatata di dodici attori di diverse generazioni
che sa dosare ritmi incalzanti e sospensioni liriche. A guidarli
Ferdinando Bruni nel ruolo mutevole e schizofrenico di Puntila,
affiancato dal servo Matti di Luciano Scarpa che torna tra le file
dell'Elfo dove aveva interpretato Orazio nell'Amleto,
Elicone nel Caligola,
il
giovane
Eugenio nella
Bottega del caffé.
Completano il cast Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni
e Luca Toracca, insieme agli "elfi d'adozione" Umberto
Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo de Mojana, Carolina Cametti e ai
nuovi scritturati Francesca Turrini e Francesco Baldi.
Le
scene, firmate da Bruni e Frongia, alludono a un ambiente rurale del
secolo scorso, tra sipari di tela grezza stampati come enormi monete,
sacchi di iuta pieni di soldi, quarti di bue appesi, immagini di
animali scuoiati, ossa e crani a richiamare quanto di crudele si
nasconda dietro la facciata bucolica della vita contadina.
I
costumi di Gianluca Falaschi rimandano ironicamente agli anni bui del
primo dopoguerra con la marsina, il panciotto e la tuba dell’eterno
capitalista Puntila e dei suoi amici notabili, con gli abiti
hollywoodiani di Eva (da camera, da sera, sportivi...) o coi costumi
consunti e rattoppati delle cameriere e dei contadini. Un mondo che
spazia dalle comiche di Charlot alle foto di August Sander.
Ma
basta poco perché dalla remota Puntiland, dove regna il
protagonista, ci si ritrovi, nel giro di una battuta, nell'attualità,
quando ad esempio Puntila rimpiange di aver sottoscritto mentre era
in preda ai fumi dell'alcool “un contratto a tempo
indeterminato"...
Di
Bertolt Brecht
traduzione
di Ferdinando Bruni
regia
e scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con
Ferdinando Bruni (Puntila), Luciano Scarpa (Matti), Ida Marinelli
(Emma, Laina), Elena Russo Arman (Eva), Corinna Agustoni (La
telefonista, La pastoressa), Luca Toracca (Il cameriere, Il
macilento, Il pastore), Umberto Petranca (L'attaché), Nicola
Stravalaci (Il giudice), Matteo De Mojana (Pelorosso, L'avvocato),
Francesca Turrini (La lattaia), Francesco Baldi (Surkkala), Carolina
Cametti (Assistente farmacista, Fina)
musiche
originali di Paul Dessau, arrangiamenti di Matteo de Mojana
costumi
Gianluca Falaschi, luci di Nando Frigerio, suono di Giuseppe Marzoli
produzione
Teatro dell'Elfo
prima
nazionale
Elfo
Puccini , sala Shakespeare, corso
Buenos Aires 33, Milano -
Mar-sab
ore 20.30, dom ore 16.00 (26 dic ore 16.00) -
Intero
30.50 € - Ridotto giovani/anziani 16 € - Martedì 20 € - Info
e prenotazioni:
tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org
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