"ZOMBITUDINE" ALLA SALA FASSBINDER DEL TEATRO DELL'ELFO DI MILANO
Un uomo e una donna sono rifugiati in un teatro insieme al pubblico. In questo spazio di illusoria salvezza e resistenza attendono l’arrivo di qualcuno o qualcosa: la fine del mondo? Un nuovo inizio? la Rivoluzione? Forse arrivano gli Zombi.
Gli Zombi siamo noi. La Zombitudine è la nostra condizione quotidiana. Stretti tra l’emergenza di un evento imminente e devastante e una quotidianità claustrofobica si fa fatica a riconoscere il pericolo o la salvezza: la vita da assediati è divenuta normalità. Quella dello Zombi allora è l’immagine della nostra fine, ma è anche un’immagine di speranza, l’unica prospettiva di rinascita, l’unica forma di vita alternativa al dominio di banche, finanza e multinazionali. L’unico Risorgimento possibile per noi e il nostro Paese è un Risorgimento Zombi. Zombi di tutto il mondo uniamoci!
Dalla rassegna stampa
La coppia Timpano/Frosini - grandi irregolari del teatro, irridenti, graffianti, volutamente irritanti e politicamente scorretti - confeziona un testo che dovrebbe sembrare un non testo, aleatorio, magmatico, apparentemente improvvisato, ma che invece è un testo vero, di stralunata qualità poetica. (…)
Che
li si prenda singolarmente oppure in coppia, Elvira Frosini e Daniele
Timpano sono fra le presenze più imprevedibili e provocatorie del
teatro italiano di oggi: ogni loro intervento graffia, disturba,
spiazza la sensibilità dello spettatore. Il loro nuovo spettacolo si
intitola non a caso Zombitudine,
e vuole assumere sarcasticamente la condizione dei morti-viventi come
emblema dell’Italia di oggi, metafora di una fine collettiva, ma
anche di una paradossale speranza di rinascita.
Renato
Palazzi, Il
Sole 24Ore
La
morte come rottura dei cliché è il filo conduttore che lega il
lavoro della compagnia, la cui ricerca è volta ad indagare i
rapporti tra abitudini e politica. Daniele Timpano ha esplorato le
retoriche della politica italiana a partire dai cadaveri che ne hanno
segnato la storia: quelli di Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio
Emanuele in Risorgimento
Pop
quello di Benito Mussolini in Dux in scatola, quello di Aldo Moro in
Aldo
Morto.
Per Elvira Frosini invece la morte passa per il proprio corpo in
scena, restituito sempre come prodotto del biopotere: In
Ciao Bella,
è un corpo che si assopisce nella figura-archetipo della Bella
Addormentata,
proposta come simulacro di una Nazione sonnolenta e di un tempo senza
“orizzonte di risveglio”. In Digerseltz, spettacolo sulle
mitologie del mangiare, (altro tropo della compagnia) diviene
pastosacrificale per una società vorace che si ingozza di consumi,
immagini e parole.
Dalila
D’Amico, Alfabeta
2
Testo,
regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
scene
e costumi Alessandra Muschella
luci
Marco Fumarola e Daniele Passeri
produzione
Frosini/Timpano - amnesiA vivacE, Kataklisma
coproduzione
Teatro della Tosse, Fuori Luogo, Teatro dell'Orologio / Progetto
Goldstein, Accademia degli Artefatti col sostegno del Teatro di Roma
nell'ambito del progetto “Perdutamente”
Elfo
Puccini, sala Bausch – c.so Buenos Aires 33, Milano – Mar/sab ore
19.30, dom ore 15.30 - Intero
30.50 € - Ridotto giovani/anziani 16 € - Martedì 20 € - Info
e prenotazioni:
tel. 02.0066.06.06, www.elfo.org
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