AL TEATRO COCCIA DI NOVARA
IL MUSICAL PIU ACCLAMATO DI TUTTI I TEMPI
"MY FAIR LADY"
“Vorrei danzar con te, la notte e il di così e stringerti a me.
Vorrei cantar con te, vorrei sognar con te perché sei tu l’amor…”
My Fair Lady è uno dei musical più
famosi, tradotti ed amati nel mondo così come la sua versione
cinematografica del 1964, con Audrey Hepburn e Rex Harrison, che fece
incetta di Oscar.
Grazie al film, il musical ha fatto il
giro del mondo e così tutti ricordano le sue musiche, i suoi
eleganti costumi e la romantica e divertente storia di Eliza, la
giovane fioraia che diventa una gran dama per merito delle cure del
professor Higgins.
Questa edizione di My Fair Lady
accompagna la “favola possibile” di Eliza con un ritmo serrato,
un dialogo brillante, i movimenti coreografici energici e corali e,
certamente non da ultimi, i ricchi e favolosi costumi e la scena
capace di sottolineare sia i momenti burleschi che quelli romantici,
ma ancor più di tutto: la musica! A lei, probabilmente, si deve una
buona parte di quel miracolo che è My Fair Lady: un classico del
teatro musicale che continua ad essere sempre giovane e seducente.
Testi e Liriche di Alan Jay Lerner - Musiche di Frederick Loewe
su licenza esclusiva di
TAMS-WITMARK MUSIC LIBRARY, INC. - 560 Lexington Avenue, New York, New York 10022, U.S.A
Produzione InScena S.r.l.
FONDAZIONE TEATRO COCCIA ONLUS
Via f.lli Rosselli, 47 - 28100 Novara
(NO) – P. Iva 01980910036 – Tel. +39.0321.233200 – Fax
+39.0321.233250
Note di regia
Uno dei problemi che molti si pongono
nel riportare in scena i classici del teatro musicale è che gran
parte del repertorio non si allinea con i presunti valori attuali. I
veri o falsi problemi di rendere contemporanee tali opere sono spesso
motivo di elaborazione di una moltitudine di note di regia
giustificative di ciò che in fondo non ha bisogno di
giustificazione. La soluzione è dunque di lasciare My Fair Lady
semplice, elegante ed affascinate come in originale perché è questa
la magia dello show. La sceneggiatura è certamente già forte e di
prima classe, essendo il nucleo della storia costruita sul
“Pigmalione” di George Bernard Shaw; ma i numeri ballati, le così
tante e splendide canzoni (da “La rana in Spagna” a “Vorrei
danzar con te”), il bel canto, la recitazione sciolta e l’eleganza
dei costumi e della scena, le danno quel senso di gioia tutta da
godere. C’è gioia in tutto: solisti, ensemble e spettatori, perché
My Fair Lady è una favola possibile e già per questo ci attira, ci
ispira e ci fa sperare. La storia, le canzoni e i personaggi che ti
sono già familiari (chi non conosce My Fair Lady?) prendono vita
davanti a te e ti invitano a sognare, amare e cantare le melodie di
questo straordinario classico del teatro musicale che continua ad
essere sempre giovane e seducente. Un divertimento dal vivo,
frizzante ed avvincente, che saprà rapire il pubblico per due ore di
spettacolo da passare piacevolmente.
Corrado Abbati
Argomento
Il professor Higgins, noto studioso di
fonetica, dopo una serata all’opera, si imbatte nella giovane
fioraia Eliza Doolittle ed è a tal punto colpito dai suoi modi rozzi
e dal suo parlare sgraziato, da scommettere con un suo collega e
amico, il colonnello Pickering, che riuscirà a trasformare, tempo
sei mesi, la cenciosa fioraia in una raffinata donna degna dell’alta
società.
La giovane si trasferisce dunque in
Wimpole Street a casa del professore dove la governante, signora
Pearce, la renderà presentabile con abiti nuovi e un bel bagno
caldo.
Il padre di Eliza, il gaudente Alfred,
amante delle buone bevute in compagnia, saputo dell’interesse del
professore per la figlia, si presenta per sfruttare la situazione e
scroccare qualche sterlina.
Higgins è comunque favorevolmente
impressionato da quest’uomo e, a modo suo, lo aiuterà.
Hanno dunque inizio le laboriose
lezioni volte a far perdere alla ragazza le terribili inflessioni
dialettali.
Dopo un primo fallito tentativo di
presentare Eliza in società (alle corse ad Ascot), il professore
Higgins può finalmente considerare riuscita la sua opera allorché
Eliza ottiene unanime apprezzamento al gran ballo della Regina di
Transilvania.
Per Higgins e il suo amico colonnello
Pickering, l’esperimento può così dirsi concluso ed, ignorando la
ragazza, si congratulano a vicenda.
Eliza si sente oltraggiata, frustrata e
incompresa. Arrabbiata e delusa abbandona la casa del professore e
accetta la tenera comprensione del giovane aristocratico Freddy
Eynsford-Hill che si è sinceramente innamorato di lei al ballo.
Eliza vorrebbe tornare ad essere quella
che era prima dell’incontro con Higgins, ma ormai ha una nuova
personalità e questa le impedisce di tornare alla vecchia vita e
d’altra parte è ormai profondamente innamorata del suo maestro.
Accompagnata da Freddy vuole comunque
tornare al mercato di fiori a Coven Garden ed è qui che reincontra
suo padre che, diventato ricco grazie all’interessamento proprio di
Higgins, decide di sposarsi e di condurre una vita borghese, ma
intanto festeggia passando la notte a bere e a cantare con gli amici.
Higgins intanto è rimasto solo e
soltanto adesso si accorge dell’importanza di Eliza e confessa che
non può vivere senza di lei.
Eliza è ora giudice-arbitro del
proprio destino: sceglierà il burbero Higgins o il tenero Freddy?
...Beh.. al cuor non si comanda! O no?
Testi e Liriche di Alan Jay Lerner - Musiche di Frederick Loewe
TAMS-WITMARK MUSIC LIBRARY, INC. - 560 Lexington Avenue, New York, New York 10022, U.S.A
Prima rappresentazione: New York, Mark
Hellinger Theatre, 15 marzo 1956
Adattamento e regia di Corrado Abbati
Scene Stefano Maccarini – Coreografie
Giada Bardelli – Costumi Artemio CabassiProduzione InScena S.r.l.
FONDAZIONE TEATRO COCCIA ONLUS
www.fondazioneteatrococcia.it –
info@fondazioneteatrococcia.it – PEC
ftcoccia@pec.fondazioneteatrococcia.it
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