"IL BERRETTO A SONAGLI"
DI PIRANDELLO AL TEATRO COCCIA DI NOVARA
Sabato 5 dicembre 2015 ore 21.00 – Turno A
Domenica
6 dicembre 2015 ore 16.00 – Turno B
Malosti
affronta per la prima volta Pirandello confrontandosi con uno dei
testi più popolari del grande drammaturgo siciliano e con uno dei
personaggi più amati e controversi, cercando di strapparlo allo
stereotipo e alle convenzioni e tentando di restituirgli la sua forza
eversiva originaria, che vive in massima parte nella violenza
beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e
tragicomica, e nei “corpi in rivolta” posti al centro della scena
che è anche labirinto, una feroce macchina/trappola.
Nel
teatro di Pirandello la macchina risponde in modo significativo a una
funzione coercitiva per le ragioni dell’umano, quali che siano;
esse devono piegarsi come davanti a una prova attraverso cui i
protagonisti sono obbligati a passare, come davanti all’artificio
di una legge che gestisce, organizza e comanda l’affettività di
ciascuno, giustificando così la composizione del “pupo” evocata
da Ciampa. In breve, la macchina produce la sua verità e impone ai
protagonisti di sottomettervisi.
Ma
come intuisce Jean Paul Manganaro: “quanto alla verità, quella
autentica, si è persa, dispersa, infranta, da un soggetto all’altro,
da un individuo all’altro. Si è fatta verità di ciascuno,
inconfessabile, inafferrabile: così frantumata, riflette tutte le
schizofrenie dell’individuo e della società. Per la prima volta
sulla scena, Pirandello affronta uno dei motivi drammaturgicamente
più importanti, quello dell’angoscia dell’uomo che appare con la
crisi della coscienza europea. Tutto quanto succede, non è più un
problema di credibilità dell’avvenimento – al punto che sapere
se Ciampa uccide o meno, se diventa pazzo o no, sono domande che non
attendono risposta, poiché l’atto resta, qui, sospeso come un “non
voler giudicare” dell’autore: ci sono solo fatti, apparenti e
ambigui, ai quali si tratta di dare una forma, ora la più opportuna,
ora la più indecente.”
Questo
spettacolo si inserisce nel solco delle rivisitazioni “d’autore”
di Malosti, come era accaduto con il felice lavoro tratto da La
scuola delle mogli di Molière, che aveva girato con successo di
pubblico e di critica, e per tre stagioni successive, nei principali
teatri italiani. Anzi ne vuole essere idealmente il seguito dal punto
di vista poetico, andando a formare una sorta di dittico (e in
prospettiva ci sarebbe un Otello per completare una vera e propria
trilogia).
Dice
il regista: “Colgo nella pièce un carattere visionario come in
Molière, e un andamento da farsa nera.
Ciampa
è per me un buffone tragico, come il Nietsche di Ecce homo e
l’Arnolphe de La scuola delle mogli. In Pirandello, più che una
risposta, la pazzia, con i suoi artifici, con la sua messa in scena
nel Berretto a sonagli, è una posizione umoristica, l’astuzia
feroce di Ciampa consiste nel mimare per la signora Fiorìca
l’esempio dell’abisso della follia, unica soluzione del debole,
in modo che lei alla fine vi precipiti. “
La
scheda contiene estratti dal saggio di JEAN– PAUL MANGANARO, LE
MACCHINE DELLA VERITÀ
Di
Luigi Pirandello
Adattamento
e regia di Valter Malosti
con
Valter Malosti
(e
cast in via di definizione)
Suono
G.u.p. Alcaro - Luci Francesco dell’Elba
Cura
del movimento Alessio Maria Romano - Scene Nicolas Bovey
Assistente
alla regia Elena Serra
Produzione
Teatro di Dionisio
FONDAZIONE
TEATRO COCCIA ONLUS
Via
f.lli Rosselli, 47 - 28100 Novara (NO) – P. Iva 01980910036 –
Tel. +39.0321.233200
– Fax +39.0321.233250
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