"L'ULTIMA ESTATE DELL'EUROPA"
CON GIUSEPPE CEDERNA
Mercoledì 2 dicembre l’attore,
scrittore e viaggiatore Giuseppe Cederna sarà in scena al Teatro
della Società Operaia di Chiavenna (Via Chiarelli, 7 – ingresso 15
euro senza prevendita – www.societaoperaiachiavenna.it) con il suo
nuovo spettacolo “L’ultima estate dell’Europa” con le musiche
originali eseguite dal vivo di Alberto Capelli, alla chitarra e
percussioni e Mauro Manzoni, ai flauti, sassofoni e clarinetto basso.
«Cederna non fa la storia e non
descrive battaglie. – commenta Osvaldo Guerrieri - Parla di uomini
inghiottiti dal fango della guerra, ne assume le voci, ne ruba le
parole e ce le porge al modo di una Spoon River delle trincee.
Sarebbe bello vedere una platea tutta di ragazzi.»
«Siamo in trincea, in bilico tra vita e morti. – commenta Mauro Sesia - Ed è il disequilibrio, il perno su cui per paradosso si fonda l’ottimo monologo di un ispirato Giuseppe Cederna.»
«La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»
«Siamo in trincea, in bilico tra vita e morti. – commenta Mauro Sesia - Ed è il disequilibrio, il perno su cui per paradosso si fonda l’ottimo monologo di un ispirato Giuseppe Cederna.»
Ecco i prossimi appuntamenti della
tournèe: Teatro della Società di Chiavenna (SO) – 2 dicembre;
Teatro Puccini di Firenze – 4 dicembre; Teatro Sociale di Pinerolo
(To) – 18 dicembre; Teatro Milanollo di Savigliano (CN) – 19
dicembre; Teatro Archivolto di Genova – 5 febbraio; Teatro Comunale
di Magliano Sabina – 13 febbraio; Teatro Comunale di Ceccano
Antares – 14 febbraio; Teatro Comunale De Micheli di Copparo (FE) –
26 febbraio; Teatro Boiardo di Scandiano (RE) – 19 Aprile e Teatro
Argentina di Roma – 19-20-21 maggio.
Sarajevo 28 giugno 1914. Sono le dieci
del mattino di una splendida domenica di giugno. Fra quarantacinque
minuti due colpi di pistola sconvolgeranno il mondo. Un tumulo
informe di sacchi e legni anneriti dal fuoco- che diventerà fiume,
trincea, montagna, cimitero- è la zattera a cui si aggrappa il
protagonista dello spettacolo, un naufrago della Grande Guerra. Un
sopravvissuto. Posseduto dall’implacabile progressione della
memoria e incalzato dai temi musicali dei luoghi e dei personaggi,
Giuseppe Cederna dà voce e corpo a quell’umanità di vittime e di
carnefici che trasformarono l’Europa in un immenso mattatoio. Dai
Futuristi ai Generali, dai fanti mandati a morire sul Carso e
sull’Isonzo ai loro compagni di naufragio, quegli spettri usciti
dalle trincee austriache, fino agli scrittori e ai poeti le cui
parole, ancora oggi, ci illuminano e ci commuovono: Owen, Stuparich,
Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz. Dall’esaltazione alla
consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di Maggio” alla notte di
Caporetto.
«La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»
GIUSEPPE CEDERNA debutta nel 1977 a
Piazza Navona come clown di strada. Nel ’78 fonda con Memo Dini la
compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità
surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in
teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte d’estate” del
Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in “Amadeus” di
P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne
“Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia di Gabriele Lavia;
in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht regia di Pino
Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne
“Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini. Al
suo impegno teatrale alterna, dagli esordi, un’interessante
attività cinematografica. Premio oscar con il film “Mediterraneo”
di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con
Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini,
Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con Feltrinelli “Il Grande
Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange; “Piano
Americano”, lezioni di sopravvivenza nella giungla dorata di un set
Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo Cerchioli, “Ticino, le voci
del Fiume - Excelsior 1881”.
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