AL PICCOLO TEATRO STUDIO
CARMELO RIFIGI DIRIGE
"GABBIANO" DI CECHOV
Una produzione LuganoInScena in collaborazione con il Piccolo
Carmelo Rifici porta al Piccolo Teatro di Milano - del quale da luglio dirige la Scuola intitolata a Luca Ronconi - Gabbiano di Anton Čechov, sua prima prova registica per LuganoInScena (di cui è direttore artistico da poco più di un anno). Lo spettacolo, in scena al Teatro Studio Melato, dal 12 al 24 gennaio, è una coproduzione LAC Lugano Arte e Cultura, Piccolo Teatro e Teatro Sociale di Bellinzona.
Gabbiano è un classico di feroce e
leggera attualità, un testo su un’umanità irrisolta, sulla
società dello spettacolo, sulla ricchezza e sulla banalità della
condizione intellettuale. Un giovane teatrante pieno di dubbi sulla
necessità del fare teatro oggi, un famoso scrittore che si interroga
sulla necessità o meno di scrivere, una giovane ambiziosa che sogna
il successo, una donna di successo che non sogna, un’umanità che
desidera essere personaggio, personaggi che si specchiano in un lago
che mostra la loro misera umanità, in un dramma di atti mancati, di
gesti abbozzati, di destini incrociati, di passioni elementari e
insostenibili. Čechov consegna una storia di sogni, di autoinganni,
di vite fatte di scrittura, teatro, letterature, di ordinarie vite
immaginarie…
Perché Gabbiano? È la domanda che
continuo a pormi, alla quale non ho risposta. Almeno non una. Intanto
è un Classico e questo mi permette di lavorare sulla memoria di un
testo che ho sempre amato, su cui ho sempre lavorato, sul quale ho
fatto centinaia di ipotesi, che ogni volta cambiano e si
contraddicono. In secondo luogo mi viene da dire che Gabbiano parla
di cose che tutti
sanno: di rapporti familiari, di
conflitti e di delusioni, senza averne consapevolezza. Entrare in un
mondo familiare e vedere che ogni volta ti mostra qualcosa che non
avevi notato dà la curiosa sensazione di visitare un universo
conosciuto e, al tempo stesso, misterioso: “Čechov è talmente
semplice che fa paura”, diceva Gor’kij. Gabbiano è veramente un
testo misterioso: ci mostra un’umanità, una famiglia che non
riesce mai ad essere sincera e che, per riuscire a convivere, deve
continuamente mentire e immaginarsi di essere qualcosa che non è.
Nel momento però che una cosa è immaginata, non diventa comunque
vera? In Gabbiano tutti si rappresentano, anzi sono tutti
ossessionati dalla rappresentazione. Si impegnano a vivere una vita
che non è la loro e tentano di eternarla, di renderla un presente
continuo. Non sarà perché tentano disperatamente di fermare la vita
e bloccare dentro di loro il sinistro desiderio di voler uscire, di
volare via per fare parte di qualcosa di più grande? Kostantin, nel
suo testo, parla di un’anima universale che tutto ingloba; il
medico Dorn parla del destino dell’umanità di ricongiungersi,
prima o dopo, ad un tutto. Nina dice: “pensano che io voglia fare
l’attrice, ma io sono attratta dal lago, come un gabbiano”.
“Anche lo spirito è fatto di materia”, dice il maestro
Medvedenko. Teatro e mistero, verità e sogno. Non a caso i
protagonisti sono attori, scrittori, registi, e l’umanità che gira
intorno a loro, fatta di contadini, di lavoratori, non sogna altro
che essere attori e scrittori. Ossessione della rappresentazione di
sé.
I personaggi recitano su un
palcoscenico che si specchia in un lago che mostra a sua volta la
loro misera umanità e l’incapacità di volare in alto. Il lago li
attrae verso il basso.
Carmelo Rifici
Descrivere una scena, raccontarla è
difficile… un lago, un teatro che da su un lago, un gabbiano… una
scenografia che esiste naturale davanti al LAC. Lo spazio immateriale
che mi ha proposto Carmelo Rifici era intrigante, creare una
scenografia che ricorda/evoca i luoghi descritti nel testo senza
cadere nel naturalistico , nel romantico. Un pavimento che racconta
il lago, un sipario che evoca il teatro ,un gabbiano, tanti gabbiani
di carta unici elementi reali… si cammina ci si muove su passerelle
che evocano i moli sul lago…un lago davanti al teatro.
Margherita Palli
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Studio Melato (Via
Rivoli 6 – M2 Lanza), dal 12 al 24 gennaio 2016
Gabbiano
Gabbiano
di Anton Cechov
adattamento e regia Carmelo Rifici
scene Margherita Palli, costumi Margherita Baldoni
musiche Zeno Gabaglio, luci Jean Luc Chammonat
con (in ordine alfabetico)
adattamento e regia Carmelo Rifici
scene Margherita Palli, costumi Margherita Baldoni
musiche Zeno Gabaglio, luci Jean Luc Chammonat
con (in ordine alfabetico)
Giovanni Crippa, Ruggero Dondi, Zeno
Gabaglio, Mariangela Granelli,
Igor Horvat, Emiliano Masala, Maria
Pilar Pérez Aspa,
Fausto Russo Alesi, Giorgia Senesi e
Anahì Traversi
e con la amorevole partecipazione
di Antonio Ballerio Maspero
produzione LuganoInScena
in coproduzione con LAC - Lugano Arte e cultura, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
produzione LuganoInScena
in coproduzione con LAC - Lugano Arte e cultura, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
e Teatro Sociale di
Bellinzona
scenografie, oggetti di scena e costumi realizzati dai Laboratori del Piccolo Teatro
scenografie, oggetti di scena e costumi realizzati dai Laboratori del Piccolo Teatro
Salvo diversa indicazione, gli orari
degli spettacoli al Piccolo sono:
martedì, giovedì e sabato, 19.30;
mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16. Lunedì riposo.
Domenica 17 gennaio ore 16 e ore 20.30
Sabato 23 gennaio ore 15 e ore 19.30.
Domenica 17 gennaio ore 16 e ore 20.30
Sabato 23 gennaio ore 15 e ore 19.30.
Durata: 3 ore compreso intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26
euro
Informazioni e prenotazioni 848800304 -
www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai
protagonisti su www.piccoloteatro.tv
http://bit.ly/Rifici_Gabbiano
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