"IL BOSCO SUITE PER DUE ANIME ALLO SPECCHIO"
DRAMMA DI UNA VITA DI COPPIA
AL TEATRO LIBERO DI MILANO
David Mamet è un drammaturgo,
sceneggiatore, produttore cinematografico, regista e saggista
statunitense. È stato nominato due volte agli Oscar: nel 1983 per la
sceneggiatura de Il verdetto e nel 1998 per la sceneggiatura di Sesso
& potere. Tra i suoi più grandi successi oltre alla pièce in
scena al Teatro Delfino, si ricorda Glengarry Glen Ross che gli è
valso nel 1984 il Premio Pulitzer. “Il Bosco è uno dei più
impressionanti, lucidi e spietati ritratti della vita di coppia, dei
fantasmi dello stare insieme, dell’atroce distanza, che può farsi
lancinante e tragica, tra chi si ama, o forse cerca di amarsi”,
spiega il regista Antonio Mingarelli.
produzione PianoInBilico
Per Ruth e Nick, i protagonisti della
pièce Il Bosco, l’interrogativo essenziale è la possibilità
degli uomini di essere liberi e di riuscire ad amare. La risposta
provano a darla i due personaggi, che decidono di allontanarsi dal
frastuono della città per qualche giorno, rifugiandosi nella pace di
una casa sul lago, completamente immersi nella natura. I due sono
convinti che il silenzio li aiuti nella scoperta reciproca, come se
il caos cittadino impedisca agli individui di ascoltarsi. Nick
ricorda i periodi passati in campagna da ragazzino e la convinzione
ancora valida di poter vivere veramente soltanto in quell’ambiente.
Nick e Ruth sono alla ricerca di autenticità e credono di trovarla
nell’aria pura, nel silenzio del bosco, nel volo degli uccelli.
“La metafora della natura è
onnipresente. Mamet evita ogni psicologismo, colloca i due
protagonisti in una villeggiatura dell’‘anima’, intreccia i
loro pensieri con quelli della Natura. E’ una natura misteriosa,
insondabile, a tratti perturbante, inquietante, feroce. Respiriamo
insieme a Ruth e Nick, immaginiamo attraverso i loro occhi, ci
interroghiamo sulla natura umana e sui rapporti tra gli individui,
sullo scarto fondamentale tra solitudine e convivenza, tra sentimento
e desolazione”, racconta Mingarelli. “La regia di questo
spettacolo cerca di sottolineare per evocazione, più che per
descrizione, il rapporto che Mamet stabilisce tra Natura e Uomo.
Pochi elementi di scena significativamente essenziali, scelti per
tracciare, come in un gioco di scatole cinesi, un confine superabile,
omogeneo, tra esterno e interno. Ogni stanza conduce a un’altra
stanza, in un gioco di specchi fra interiorità ed esteriorità
oggettiva e soggettiva, del mondo che ci circonda e del nostro animo.
La direzione degli attori punta a evitare ogni traccia di minimalismo
espressivo, ma punta sulla dolente carica espressiva dei corpi degli
interpreti, nella ricerca di un equivalente ‘Naturale’ degli
sconvolgimenti climatici cui i personaggi assistono nella loro
strana, inquietante, villeggiatura”.
Regia di Antonio Mingarelli
con Silvia Giulia Mendola e Alberto
Onofriettiproduzione PianoInBilico
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