AL TEATRO COCCIA DI NOVARA
RASSEGNA OPERA E BALLETTO
"LA BOHEME"
Domenica 14 febbraio 2016 ore 16.00 –
Turno B
Opera in quattro atti
Musica di Giacomo Puccini, su libretto
di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
da “Scenès de la vie de Bohème”
di H.Murger
Prima rappresentazione: Torino, Teatro
Regio, 1 febbraio 1896
Direttore Nicola Paszkowski
Regia e ideazione scenica Cristina
Mazzavillani Muti
Light designer Vincent Longuemare -
Visual designer David Loom - Video operator Davide Broccoli
Costumi Alessandro Lai
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Nuovo allestimento
Coproduzione Ravenna Festival, Teatro
Alighieri di Ravenna, Teatro Nazionale di Vilnius, Fondazione Teatri
di Piacenza, Fondazione Teatro Coccia di Novara
Mimì (sop.) Benedetta Torre | Musetta
(sop.) Damiana Mizzi, Maria Mudryak | Rodolfo (ten.) Matteo Falcier |
Marcello (bar.) Matias Tosi | Schaunard (bar.) Daniel Giulianini |
Colline (basso) Luca Dall’Amico | Benoît (bar.) Giorgio Trucco |
Alcindoro (bar.) Graziano Dallavalle
Parpignol, venditore ambulante (tenore)
- Sergente dei doganieri (basso) - Studenti - Sartine - Borghesi -
Bottegai e Bottegaie - Venditori ambulanti - Soldati - Camerieri da
caffè Ragazzi - Ragazze, ecc.
Atto primo: In una misera soffitta
quattro giovani amici: il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il
musicista Schaunard e il filosofo Colline conducono una vita di
«bohème», sempre afflitti da problemi di denaro. Sopraggiunge
Schaunard, felice per avere guadagnato una piccola somma grazie alle
sue prestazioni musicali; i quattro decidono di festeggiare la
vigilia di Natale, concedendosi una cena al Quartiere Latino. Quando
il padrone di casa Benoy si presenta a riscuotere l’affitto, i
quattro riescono a scacciarlo con l’astuzia. Mentre gli altri si
allontanano, Rodolfo resta a terminare un articolo. Entra una
fanciulla, Mimì, le si è spenta la candela e chiede aiuto a
Rodolfo. Il poeta la convince a seguirlo al Quartiere Latino: Mimì
accetta e i due, già innamorati, si avviano giù per le scale.
Atto secondo: Ad un tavolo nel
Quartiere Latino, gli amici fanno baldoria: solo Marcello è triste
perché la sua Musetta lo ha abbandonato per unirsi al vecchio e
facoltoso Alcindoro. Sono proprio Musetta e il vegliardo a sedersi al
tavolo dell’allegra brigata; poi allontanato con un pretesto
Alcindoro, Musetta di unisce agli amici.
Atto terzo: Alla Barrière d’Enfer è
l’alba: Rodolfo confida a Marcello le continue liti fra lui e Mimì;
rievocando con dolcezza i momenti di felicità passati con la donna,
rivela all’amico che Mimì è gravemente malata. Dal nascondiglio,
dove aveva ascoltato il colloquio fra Rodolfo e Marcello, compare,
pallida e sofferente, la fanciulla. I due si abbracciano
appassionatamente e decidono di passare insieme i loro ultimi giorni
di felicità. Intanto Musetta e Marcello litigano e decidono di
separarsi.
Atto quarto: Mentre in soffitta è in
corso un magro festino, sopraggiunge improvvisamente Mimì in fin di
vita. Musetta e Colline escono per procurarsi del denaro, impegnando
gioielli e abiti vecchi, che possano servire a recare qualche
sollievo a Mimì. Rodolfo resta solo con lei e i due rievocano i
momenti felici della loro vita. Rientrano gli amici e Mimì sembra
essersi assopita. Dal silenzioso comportamento dei presenti Rodolfo
capisce che la donna è morta. Disperato si getta sul suo corpo,
invocandone inutilmente il nome.
Capolavoro di Puccini, La Bohème deve
il suo successo oltre alla bellezza della musica, della vicenda e
delle straordinarie intuizioni teatrali e drammatiche, anche al
particolare “colore” che si ritrova in quest’opera, a quel
gusto di vita tipicamente parigino particolarmente diffuso tra gli
intellettuali dell’epoca. Il connubio tra parole e musica è
perfetto, la simbiosi tra i sentimenti dei protagonisti e la capacità
musicale di esprimerli è potente e di grande forza psicologica e,
soprattutto per quei tempi, è clamorosa la magistrale abilità di
dare poesia e significazione anche alle piccole situazioni e alle
quotidiane emozioni. Straordinario in questo senso è tutto il
secondo atto, ricco di folla, parole, espressioni, gesti, il tutto
descritto con un’attenzione e una cura mirabili: i personaggi
acquistano una loro verità esistenziale e umana e le loro azioni una
naturalezza vera. La Bohème offre tanti brani ormai divenuti
celeberrimi; fra gli altri “Che gelida manina” di Rodolfo e “Sì,
mi chiamo Mimì” di Mimì nel primo atto; “Donde lieta uscì”,
la dolcissima e malinconica aria di Mimì e il bellissimo quartetto
“Addio dolce svegliar” nel terzo atto; “Vecchia zimarra” la
romanza di Colline fino al duetto straziante di Rodolfo e Mimì “Sono
andati, fingevo di dormire”.
(da “L’opera e le sue storie”, di
Mario Pasi e Guido Cavallera – Ed. Curci, 1991)
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