AL TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO
"IL BUGIARDO"
DI CARLO GOLDONI
Il Bugiardo è una commedia
celeberrima, ricca di gag e di fulminanti trovate comiche. Gli
equivoci che danno vita alla storia non sono però voluti solo da un
festoso gusto teatrale, ma sono il risultato di una patologia tutta
umana: il protagonista, Lelio, con le sue continue menzogne, innesca
un meccanismo perverso e inesorabile che lo porterà alla rovina, al
violento allontanamento dalla società in cui tenta disperatamente di
inserirsi. Lelio è uno sbruffone e un bugiardo, ma è
sostanzialmente un disadattato, vittima di una società troppo seria,
troppo avida e incapace di affetti che non siano dettati
dall’interesse o dal conformismo. È un essere umano dimenticato da
tutti, addirittura dal padre, assente fin dalla sua giovinezza.
Insofferente alle costrizioni, tenta di liberarsene con ogni mezzo,
ma è tutto inutile: Lelio, che vive in un mondo tutto suo, è
vittima del mondo degli altri. Ostaggio del mondo ipocrita e piccolo
borghese di Pantalone, nella sua rivolta contro il modo dei padri,
appare quasi un seguace di Don Giovanni.
Maria Sofia Alleva, Fabrizio Contri, Andrea Di casa, Michele di Mauro, Elena Gigliotti, Maurizio Lastrico, Deniz Özdŏgan, Nicola Pannelli, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Simone Luglio
scene e costumi Carlo de Marino
musiche originali Arturo Annecchino
luci Pasquale Mari
produzione Fondazione Teatro Due /Popular Shakespeare Kompany
in collaborazione con Oblomov Films Srl
Attorno a questa figura tragicomica
ruota una galleria di personaggi buffi e crudeli, avidi, sospettosi e
creduloni. Anche le donne, in questa commedia, pur essendo vittime di
una società patriarcale severa e durissima, non sfuggono al
conformismo messo in ridicolo dalle menzogne di Lelio. È una
commedia divertentissima e cattiva. Il malessere e la paura
serpeggiano tra le battute frizzanti. Come aveva capito benissimo
Fassbinder, e come sostiene con acutezza Roberto Alonge, Goldoni è
un autore moderno, con lampi di vera contemporaneità. Il Bugiardo
offre molte occasioni per una regia ispirata dal gioco del teatro,
che si avvale di un gruppo di attori formidabili, capaci di
trascinare il pubblico e di sorprenderlo continuamente. Il Bugiardo è
un punto di arrivo importante per la nostra Kompany, da qualche anno
impegnata a proporre letture molto vivaci dei classici del teatro,
salutate dal pubblico con entusiasmante successo. Tratteremo Goldoni
così come abbiamo trattato Shakespeare: cercando di evidenziarne al
massimo la forza poetica, i sentimenti più coinvolgenti e la
contemporaneità. La nostra Compagnia ha uno stile essenziale e
vivace che penso possa ben adattarsi a Goldoni, avvicinandolo ai
grandi autori della nostra epoca, come Brecht, come Brook, e
imprimendogli un ritmo narrativo agile come quello del cinema.
Goldoni è il più popolare dei nostri autori. Credo che incontrarlo
sia nel naturale destino di una Compagnia che, fin dal suo nome,
vuole essere Popular.
Valerio Binasco
Il bugiardo di Goldoni diretto da
Valerio Binasco è da apprezzarsi per più ragioni, tra cui la
conferma di una compagnia giovane e affiatata. Proprio come nel
football, anche a teatro le star possono offrire momenti di estasi,
ma quando tutta la squadra funziona l'astante prova un senso di
impagabile relax. Ovviamente perché ciò si dia c'è anche bisogno
di un buon copione, e questo Bugiardo, per cui il grande veneziano
rielaborò genialmente una vecchia farsa spagnola ripresa anche da
Corneille, è mirabile nel crescendo di bugie, o come famosamente le
definisce il protagonista, di spiritose invenzioni, con cui costui
preso nel proprio gioco di non arrendersi davanti all'evidenza,
riesce a mandare avanti i suoi imbrogli solo a patto di caricare
continuamente la dose, fino all'assurdo e a un parossismo di
comicità.
Maurizio Lastrico dà un'allegria
autoreferenziale nervosa e sotto sotto insicura, ma superficialmente
irresistibile, alla quale momentaneamente tutti si arrendono
volentieri, malgrado le riserve del disincantato Arlecchino di Sergio
Romano. In una scenografia deliberatamente dimessa, con vestiti
trasandatamente modernoidi, tutti reggono il gioco a meraviglia; tra
i più meritevoli ricorderò Fabrizio Contri e Michele Di Mauro come
i vecchi.
Masolino d’Amico, La Stampa
Poesia pura tra i pieni e i vuoti della
scenografia: finestre aperte sulla sconfinata tristezza di esistere.
E poi la vera forza dello spettacolo. Gli attori al servizio di una
costruzione contemporanea. Il Lelio di Maurizio Lastrico è uno
straordinario lucifero traballante, accartocciato sulla sua fame
atavica di spiritose invenzioni. Mangiato dalla paura dell'ombra che
gli disegna mirabilmente il volto, a perenne distanza di sicurezza
dai suoi interlocutori, più affamato dell'Arlecchino che gli fa da
pubblico, sguscia e s'insinua intrappolato tra le maglie delle sue
stesse bugie. Attorno a lui gesticola una Beatrice (Elena Gigliotti)
più provinciale e meglio costruita di quanto fece Goldoni e poi le
altre donne: Deniz Özdogan, una Rosaura così ironica sulle sue
svenevolezze d'amore da render inutili le stucchevoli
rappresentazioni goldoniane. Maria Sofia Alleva non è più la
Colombina ossequiosa del suo ruolo ma già al primo quadro appare con
il suo lato B. E poi gli uomini, a partire dalla forza classica di
Michele di Mauro, un Pantalone che scava nella paternità con una
sofferenza moderna. La caratterizzazione di Fabrizio Contri ci
ricorda la precedente operazione di Binasco nella Tempesta. Nicola
Pinelli è uno spaurito Brighella, Andrea Di Casa un tronfio Ottavio,
Roberto Turchetta un esagerato Florindo e Ivan Zerbinati un
poliedrico caratterizzatore.
Simone Azzoni, l’Arena
Valerio Binasco ha allestito uno
spettacolo molto interessante, abbigliando gli interpreti in abiti
vagamente anni sessanta e facendo di Lelio una sorta di disadattato
che si crea un mondo parallelo edificato con i mattoncini delle sue
bugie come fosse un gigantesco Lego colorato, che crollerà messo
alle strette dal grigio conformismo e dalla banalità del reale.
Molto ritmo nella seconda parte e bella la scena finale con quelle
copie “regolari” tristi e già rassegnate a un avvenire di noia
garantita, priva delle spiazzanti invenzioni dello spirito
dell’intruso Lelio.
Rita Cirio, L’Espresso
Regia Valerio Binasco
con Maurizio Lastrico e Popular
Shakespeare KompanyMaria Sofia Alleva, Fabrizio Contri, Andrea Di casa, Michele di Mauro, Elena Gigliotti, Maurizio Lastrico, Deniz Özdŏgan, Nicola Pannelli, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Simone Luglio
scene e costumi Carlo de Marino
musiche originali Arturo Annecchino
luci Pasquale Mari
produzione Fondazione Teatro Due /Popular Shakespeare Kompany
in collaborazione con Oblomov Films Srl
Elfo Puccini Sala Shakespeare, c.so
Buenos Aires 33, Milano – Martedì/sabato ore 20.30, domenica ore
16.00 - Intero € 30.50 - Ridotto giovani e anziani € 16 - Martedì
€20 - Prenotazioni e prevendita: tel. 02.0066.06.06,
biglietteria@elfo.org, www.elfo.org
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