GIUSEPPE CEDERNA
AL TEATRO ARCHIVOLTO DI GENOVA
"L'ULTIMA ESTATE DELL'EUROPA"
Il
5 febbraio, alle ore 21.00, al Teatro Archivolto di Genova (piazza
Modena, 3 – ingresso a partire da 20 euro) l’attore, scrittore e
viaggiatore Giuseppe Cederna prosegue la tournèe nel capoluogo
ligure, dopo le tappe di Belluno, Modena, Roma, Sondrio e Firenze,
con il suo nuovo
spettacolo “L’ultima estate dell’Europa”, con
le musiche originali eseguite dal vivo di Alberto
Capelli,
alla chitarra e percussioni e Mauro
Manzoni,
ai flauti, sassofoni e clarinetto basso.
«E'
uno spettacolo necessario per affrontare l'orrore ed esorcizzare le
nostre paure. – commenta Giuseppe Cederna - La scena che apre lo
spettacolo, il racconto minuto per minuto dell'attentato di Sarajevo
ad opera di giovani kamikaze, viene seguita dal pubblico in un
silenzio impressionante. Sembra la cronaca di un evento appena
successo. Ed è appena successo. »
«Cederna
non fa la storia e non descrive battaglie. – commenta Osvaldo
Guerrieri - Parla di uomini inghiottiti dal fango della guerra, ne
assume le voci, ne ruba le parole e ce le porge al modo di una Spoon
River delle trincee. Sarebbe bello vedere una platea tutta di
ragazzi.»
Ecco
i prossimi appuntamenti della tournèe: Teatro Comunale di Magliano
Sabina – 13 febbraio; Teatro Comunale di Ceccano Antares – 14
febbraio; Teatro Comunale De Micheli di Copparo (FE) – 26 febbraio;
Teatro
Boiardo di Scandiano (RE)
– 19 Aprile e Teatro Argentina di Roma – 19-20-21 maggio.
Sarajevo
28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica
di giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola
sconvolgeranno il mondo. Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti
dal fuoco- che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero- è la
zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un
naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto
dall’implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi
musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e
corpo a quell’umanità di vittime e di carnefici che trasformarono
l’Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai
fanti mandati a morire sul Carso e sull’Isonzo ai loro compagni di
naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli
scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci
commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz.
Dall’esaltazione alla consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di
Maggio” alla notte di Caporetto.
«La
guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta
Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo,
raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di
riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la
miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi
all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore,
talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più
profonde.»
GIUSEPPE
CEDERNA debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel
’78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in
luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la
vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte
d’estate” del Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores;
in “Amadeus” di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di
Mario Missiroli; ne “Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia
di Gabriele Lavia; in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht
regia di Pino Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio
Gallione; ne “Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco
Niccolini. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi,
un’interessante attività cinematografica. Premio oscar con il film
“Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato,
tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i
fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con
Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti
del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella
giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo
Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.
Regia di RUGGERO CARA
Con GIUSEPPE CEDERNA
Musiche originali eseguite dal vivo di
Alberto Capelli e Mauro Manzoni
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