AL TEATRO LIBERO DI MILANO
"SUGNU O NON SUGNU
UNA NOTTE INSONNE IN CASA SHAKESPEARE"
Al Teatro Libero di Milano continua con successo la rassegna Palco Off – Autori, attori, storie di Sicilia. In occasione del 400° anniversario della morte di William Shakespeare il 18, 19 e 20 marzo sarà la volta di Sugnu o non sugnu – Una notte insonne in casa Shakespeare, un nuovo spettacolo scritto ed interpretato da Francesca Vitale, anche direttrice artistica dell’Associazione La Memoria del Teatro e di Palco Off. Al suo fianco il poliedrico Francesco Foti, che lo scorso novembre ha entusiasmato il pubblico con il suo divertente Niuiòrc Niuiòrc. La regia è firmata da un altro siciliano, Nicola Alberto Orofino, diplomato alla scuola del Piccolo Teatro, che vanta collaborazioni con i più grandi nomi della scena internazionale.
Protagonisti di questa commedia sono
Anne Hathaway e il marito William Shakespeare, i quali, dialogando
durante una notte insonne, sveleranno le vere origini del Bardo…
Perché Shakespeare in realtà era siciliano!
NOTE DRAMMATURGICHE di Francesca Vitale
regia Nicola Alberto Orofino
introduce lo spettacolo Francesco Bernava
movimenti mimici Leda Lojodice
scene Carmelo Lombardo
costumi Rosy Bellomia
direttore organizzativo Renato Lombardo
produzione Associazione La Memoria del Teatro
Sugnu o non sugnu è arrivato come
apoteosi di una ricerca che doveva coniugare, per me, tante cose: non
solo e non tanto la traduzione fin troppo scontata di “Essere o non
essere”, ma anche la dimensione di una coppia non qualunque in un
quotidiano qualunque, il teatro con le sue eterne problematiche come
la solitudine dell’autore e l’ovattato e finto atteggiamento che
spesso lo circonda. E poi le origini di William.
Come sappiamo, le origini di
Shakespeare sono cosa difficile da ricostruire. E come sostengono
alcuni illuminati, per la verità la cosa è di poca rilevanza. Al di
là della legittima intransigenza inglese, vero è che Shakespeare
rimane Shakespeare chiunque sia stato veramente, ovunque sia nato,
uno, trino o molteplice che sia stato. A quel punto mi è sembrato
che ogni possibilità fosse percorribile. E allora?
Allora, immaginiamo che un certo
Michelangelo Florio nasca a Messina, nella Sicilia spagnola e
cattolica del ‘500 assillata dall’Inquisizione: avendo un papà
calvinista praticante deve fuggire con la sua famiglia per non cadere
vittima delle torture inflitte dal sistema. Michelangelo, così,
comincia un’odissea che lo costringe a girare larga parte d’Italia
(Treviso, Venezia, Padova e Mantova) ma anche Danimarca e Austria.
Poi, alla fine, l’Inghilterra. Ove Michelangelo porta con sé le
tradizioni, gli umori, la cultura ed i profumi della Sicilia. Essendo
comunque prudente celare le sue origini, Michelangelo Florio assume
il nome di William Shakespeare, traducendo alla lettera il nome di
sua madre Guglielma Crollalanza. Sugnu o non Sugnu è dunque l’isola
come metafora, Granchio, il cane di Proteone da I due Gentiluomini di
Verona, è sinossi di una ricerca inappagata, vissuta con la
leggerezza di cui l’isola è proverbialmente capace.
E poi c’è Anne. Anne Hathaway,
inglese purosangue, che a ventisei anni sposa un siciliano, focoso
quanto lei e più giovane di otto anni. Anne è donna che non ha
mezzi termini, si infuria perché Michelangelo ha messo in scena,
trasfigurandola, tutta la loro vita; chissà se poi ha davvero
ragione di essere così arrabbiata con lui, considerato che
contribuisce da subito al successo di Michelangelo, aiutandolo, i
primi tempi, a tradurre in inglese.
Lo attende sempre, Anne; i tre figli -
che presto rimarranno tragicamente due - la costringono man mano a
soggiornare più a lungo a Stratford, dove William-Michelangelo
appare e scompare continuamente. Ma a poco i suoi strali servono per
quel bambino viziato e bugiardo che il grande genio si rivela essere
nella vita privata.
Coppia qualunque-non qualunque, dicevo:
Anne e William-Michelangelo, ormai ultraquarantenni (e dunque, per
l’epoca, anziani) passano le loro giornate nella casa di Stratford,
ogni notte intenti a ripetere più o meno le stesse cose:
William-Michelangelo si dedica alla riscossione degli affitti dei
suoi ormai numerosi possedimenti e si dà ad un improbabile
giardinaggio, nel tentativo di coltivare le sue piante di gelsomino e
di zagara (e persino una sfortunata pianta di ficodindia) nel gelido
clima di Stratford. Anne tenta di vincere l’acquisita pigrizia del
marito perché riprenda in mano quella penna che non scrive nulla da
più da tre anni. È ovvio, ormai, che l’uno trova l’ispirazione
dell’esistere solo dalla presenza dell’altro.
Ciò che infatti rende non qualunque una
coppia come Anne e William-Michelangelo è che la loro vita si
intreccia talmente con le opere che diventa difficile operare una
scissione tra le due. Impossibile, per i due, parlare di qualsiasi
cosa senza, involontariamente, citare Macbeth, Cleopatra, Amleto,
Costanza e tutti i personaggi maggiori e minori delle commedie e
tragedie.
Scrivendo e riscrivendo, mi sono
preoccupata del fatto che non tutti gli spettatori sarebbero riusciti
a cogliere la fonte delle tante citazioni, finendo per perdere un
gusto fruibile solo a chi conosce bene le opere dell’autore. Sicché
ho tentato di aiutare lo spettatore, ma non aggiungo altro.
La regia di Nicola Alberto Orofino ha
aggiunto ancora un piano al lavoro autorale.
UN TALE… - NOTE DI REGIA di Nicola
Alberto Orofino
Identità. È l’insieme dei caratteri
particolari che individuano una persona, una cosa, un luogo,
distinguendolo dagli altri. Identità di genere, identità nazionale,
identità europea… se ne fa un gran parlare oggi… Il nostro
documento di riconoscimento si chiama carta d’identità e contiene
i dati strettamente personali di ciascuno.
Si dice poi stabilire, verificare,
scoprire, riconoscere l'identità di qualcuno. Operazione non sempre
facile. In molti casi la ricostruzione è ardua. In un solo caso è
ardua e futile… È il caso di quel tale di cui tutti hanno certezza
del nome… e basta. A dire il vero qualcuno mette in dubbio anche il
suo nome. Di lui non conosciamo nessun dato strettamente personale,
ma tutti lo abbiamo studiato, imparato, assimilato in ogni parte del
globo terrestre. Qualcuno dice che quel tale ha insegnato a tutto il
mondo come comprendere la natura umana. Qualcun altro si è spinto ad
affermare che ci ha addirittura inventati, che senza di lui non
conosceremmo l’umano come lo comprendiamo oggi.
Per me la cosa più rilevante è che
quel tale è stato senza alcun dubbio un uomo di teatro, il più
grande uomo di teatro, e che ha inventato una quantità gigantesca di
personaggi giganteschi. E in ognuno di questi giganti ha racchiuso la
vita. Oserei persino dire che questi personaggi hanno cambiato la
vita del genere umano. Per questo quando ci riferiamo a quel tale
parlare d’identità è futile. La sua è un'identità universale,
globale e multiculturale. In altri termini lui appartiene a tutti. E
se così è, puoi divertirti a pensare che è (stato) tuo
concittadino, tuo connazionale o tuo parente. E su questo pensiero ci
puoi anche costruire un gioco. Un gioco, sì.
Come in Sugnu o non sugnu. Il gioco di
un gruppo di teatranti siciliani che si divertono a far finta che
quel tale sia stato loro conterraneo (plausibilissimo), che abbia
avuto una vita comune, con una grande donna al suo fianco che l’ha
aiutato e sostenuto sempre, sia nei momenti di gloria che nei momenti
di crisi, che nonostante qualche scappatella extraconiugale, lo ha
amato pienamente facendo di tutto pur di vederlo felice e realizzato.
Una coppia come tante, che magari ha avuto un cane che si divertiva a
cacciare conigli, e che per questo spariva sempre, tanto che ad un
certo punto i due hanno cominciato a metterne in dubbio l’esistenza:
il cane esiste davvero o no… c’è o
non c’è… essere o non essere… to be or not to be… sugnu o
non sugnu…
La ricerca di un cane in una notte
insonne, come le madeleine della Recherche proustiana, scatena
pensieri, emozioni, memorie sepolte. L'interrogativo esistenziale
del vivere (to be/essere/sugnu) o morire (not to be/non essere/non
sugnu) incupisce e cambia il gioco. Riaffiora il ricordo di un figlio
morto e la consapevolezza di un patrimonio letterario, culturale e
umano (teatrale) immortale.
Come ogni spettacolo della rassegna
Palco Off, Sugnu o non sugnu sarà preceduto, mezz’ora prima
dell’inizio, da una degustazione di prodotti tipici siciliani e
dalla proiezione di liberi pensieri sulla Sicilia. Dopo la
performance si terrà invece un incontro con gli artisti.
Di e con Francesca Vitale
e con Francesco Fotiregia Nicola Alberto Orofino
introduce lo spettacolo Francesco Bernava
movimenti mimici Leda Lojodice
scene Carmelo Lombardo
costumi Rosy Bellomia
direttore organizzativo Renato Lombardo
produzione Associazione La Memoria del Teatro
Blog dedicato a “Sugnu o non sugnu”
sugnuononsugnu.wix.com/sugnuononsugnu
Teatro Libero
Via Savona, 10 - Milano
BIGLIETTERIA
PREZZI BIGLIETTI
Intero € 21,00
Ridotto under26 e over60 € 15,00
Allievi Teatri Possibili con TPCard €
10,00
(prime rappresentazioni € 3,00)
Prevendita € 1,50
ORARIO SPETTACOLI
Da lunedì a sabato ore 21.00
Da lunedì a sabato ore 21.00
Domenica ore 16.00
ORARI BIGLIETTERIA
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Nei giorni di spettacolo:
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Domenica dalle 14.00 alle 16.30
CONTATTI
02 8323126
biglietteria@teatrolibero.it
biglietteria@teatrolibero.it
ACQUISTI ONLINE
www.teatrolibero.it
Nessun commento:
Posta un commento