"DANNY E IL PROFONDO BLU"
UNA DANZA APACHE
AL TEATRO DELFINO DI MILANO
Non riesco mai a dormire bene sul
serio. Non riuscivo più a chiudere gli occhi sai? Perché se
chiudevo gli occhi, era solo nella mia testa. E non posso uscire.
Dalla mia testa. Palazzi che bruciano e gente che sprofonda giù
nella terra. Mio padre. Mio figlio. Mia madre che prega. È il
diluvio. Non sai mai se cammini su una pozzanghera o se stai per
mettere il piede nel posto sbagliato e lì dentro anneghi.
Sarà in scena al Teatro Delfino di
Milano dall’11 al 20 marzo. Dopo debutto in prima nazionale al
Teatro Garibaldi di Palermo, il 19 febbraio , con la regia di John R.
Pepper, Danny and the deep blue sea, del drammaturgo John Patrick
Shanley (premio Oscar per la sceneggiatura di Stregata dalla luna e
premio Pulitzer e Tony Award per Il dubbio) Due anime disperatamente
sole s’incontrano in un bar, ferite e brutali, desiderose di amore
in un Bronx ruvido e aspro. Danny and the deep blue sea è un lavoro
tenero e violento che Pepper, regista italo-americano, molto attivo
negli Stati Uniti, Francia e Russia, mette in scena con Laura Anzani
e Leonardo Sbragia, ambientandolo in un bar del Bronx. Una “danza
apache” portatrice di un messaggio universale capace di commuovere
e toccare con la forza dirompente delle parole; personaggi “violenti
ed
usurati, inarticolati e bramosi di
parlare, pericolosi e vulnerabili”. Danny, camionista e Roberta,
divorziata e complessata, combattono rudemente per arrivare fino a
domani. La notte li porterà a conoscersi e abbassare lentamente le
difese e perdonarsi.
Note di regia Un bar, un incrocio in
mezzo al nulla. Due anime perse che si ritrovano per dimenticare i
loro dolori, dove vecchi tavolini nascondono delle sedie slivellate,
dove la birra si beve in brocche e i posacenere non sono svuotati.
Qui la violenza è ricorrente, nel vocabolario e nei gesti. Roberta
provoca - Danny minaccia, Roberta seduce - Danny non si fida. Tutto è
nel combattimento, è una danza ‘capuera’ senza tregua che deve
determinare il posto di ognuno. La ragazza torturata non smette di
muoversi. L’uomo, al contrario, vuole il riposo dell’immobilità.
Il loro dolore urla, è palpabile: che sia qui, che sia nel Bronx o
altrove, ovunque, nel mondo c’è la stessa sofferenza, solitudine e
lo stesso sentimento di abbandono. Shanley scrive questo incontro
atipico con uno stile ultra realista. Ci dà il sottotitolo - Una
Danza Apache - per farci ricordare i duri e puri della malavita di
Montmartre di Parigi anni trenta e quaranta dove regnavano i gangster
alla Jean Gabin, duri ma con un cuore grande. Con la sua ostinata
volontà di scrivere il quotidiano, il suo messaggio diventa
universale. Qualche istante di felicità vale tutti i sacrifici. Per
accedervi è il nostro cuore che bisogna aprire. Da una parte non
possediamo sempre la chiave, dall’altra rinunciare al nostro
mistero più intimo è un po’ come dare il bastone con cui si viene
battuti. Ciò nonostante, le confessioni notturne e soprattutto
quelle del giorno dopo, rafforzano e riavvicinano qui, in fondo al
Bronx. In una stanza illuminata da una lampada che sembra la luna o
nel profondo mare blu in cui danzano e volano le balene, abbiamo
tutti diritto alla felicità e alla libertà. Il testo è crudo,
violento, sensuale, ma non volgare - è un inno all’amore. Shanley
ci ricorda che noi tutti abbiamo questo coraggio, questo potere di
amare ed essere amati. I suoi personaggi sono bruciati vivi,
innamorati, teneri e violenti. Fanno parte del nostro mondo
quotidiano.
Ha un andamento cinematografico. Un
muoversi a scatti come i due personaggi, immersi in un loro ego
ridotto, un vuoto umano che fa tenerezza. Spettacolo sulla solitudine
estrema di chi oggi non ha certezze o se le è viste frantumare dal
quotidiano. Simonetta Trovato – Giornale di Sicilia
Potrebbero essere due quasi-giovani di
oggi: a Palermo, a Milano o a Roma. Potrebbero essere i due che
“vendono monnezza” nel teatro di Scaldati. Potrebbe essere il
riassunto della vita da trentenni, oggi, alla Magliana come a
Brancaccio, invece che al Bronx. Gabriele Bonafede –
Maredolce.com
Ed è un duello fino all’ultimo
colpo, fisico e verbale, tra due sofferenze: lui è un solitario
capace di uccidere; lei una provocatrice che cerca un contatto….Nella
prevedibilità della scabra scansione drammaturgica e su un registro
crudo e iperrealistico è di forte tensione il corpo a corpo di Laura
Anzani e Leonardo Sbragia. Guido Valdini – Repubblica
Un’altalena emotiva in cui lo
spettatore è prima risucchiato nella disperazione dei personaggi, e
poi riscattato nella salvezza dell’humanitas. E così, quando tutto
sembra perduto, in una “bugia” di Roberta annega il pessimismo
paranoide di Danny, che a sua volta diviene forza per azzittire il
mostro sacro dello scetticismo. Marcello
Marino – La gazzetta Augustana
Da venerdì 11 a domenica 20 marzo –
ore 21 (domenica ore 16) Teatro Delfino di Milano - Spettacolo da
venerdì a domenica Piazza Piero Carnelli – 20138 Milano -
info@teatrodelfino.it - 333 573 0340 Biglietti: 18/15 (ridotto
under 25/over 60, studenti) Convenzioni e cittadini quartiere: 10 €
Tournèe autunno 2016:
Napoli, Salerno, Todi Livorno, Bologna, Genova
e Roma.
Di John Patrick Shanley
regia John R.
Pepper
con Laura Anzani e Leonardo Sbragia
traduzione Leonardo Sbragia /
adattamento Enrico Vanzina
scene e costumi Mela Dell’Erba
disegno
luci e suono Patrick Boggero
musiche originali ‘The Pepper
Brothers’ con il sostegno della ‘Missione Diplomatica degli Stati
Uniti D'America in Italia’ e la collaborazione del Teatro Garibaldi
di Palermo alla Kalsa
NOTA BIOGRAFICA
John Randolph Pepper Nato nel 1958,
John è cresciuto a Roma. Laureato in Storia dell’Arte
all’Università di Princeton, intraprende la carriere di pittore
vincendo nel 1975 il Whitney Painting Fellowship. Nel cinema debutta
da bambino in Cleopatra (è il figlio di Liz Taylor) per poi lavorare
come assistente regista con Joseph Losey, George Roy Hill e Dan
Curtis. Nel 1992 produce il film LA PESTE, dal romanzo di Albert
Camus, per la regia di Luis Puenzo. Nel 2012 è il primo direttore
straniero invitato al Drama Theatre on Vasilievsky (Teatre Satir)
dove dirige MATILDE di Israel Horovitz a San Pietroburgo.Nel 2000
mette in scena DANNY ET LA GRANDE BLEU al Teatro Proscenium di
Parigi, al Festival d’Avignon e di nuovo al Teatre Déjazet a
Parigi dove riceve la nomination per Migliore Attrice. Nel 2002
dirige la versione cinematografica PAPILLIONS DE NUIT che vince il
Prix du Public al Festival de Sarlat. Sua prossima regia è TRUE WEST
di Sam Sheppard a San Pietroburgo.
John Patrick Shanley Americano di
origini Irlandesi, nato a New York nel 1950 è sceneggiatore,
regista e drammaturgo. Nel 1988 ha vinto l'Oscar alla migliore
sceneggiatura originale per il film diventato un cult Stregata dalla
luna con una fantastica Cher e Olympia Dukakis (entrambe vincitrici
dell’Oscar per l’interpretazione) e con Nicolas Cage. Nel 2005,
con Il dubbio, Premio Pulitzer per la drammaturgia da cui ha
realizzato, nel 2008, il film con Meryl Streep, Philip Seymour
Hoffman e Amy Adams. Lavora a teatro sia come drammaturgo che come
regista.
Laura Anzani Nata e cresciuta a Milano,
comincia a lavorare nel cinema e in pubblicità come producer prima e
costumista poi. In America studia come attrice alla New York Film
Academy con Susan Batson ed entra in relazione con artisti
internazionali. Lavora con la regista australiana Gabriella Rose
Carter in spettacoli a Milano e New York. Nel 2007 fonda Merenda
insieme al regista Matteo Pellegrini occupandosi di produzioni
teatrali. Con Merenda debutta al Teatro Franco Parenti diretta da
Michael Rodgers, al Piccolo Teatro Grassi e nel 2013 entra in TLLT –
Teatro Libero Liberi Teatri. Nel cinema lavora tra gli altri con
Filippo Timi, Aleksei Guskov, Gianmarco Tognazzi. Da Gennaio 2014 è
membro della compagnia australiana Q44 con sede a Melbourne.
Leonardo Sbragia Nipote di Giancarlo
Sbragia, Leonardo nasce a Roma dove si diploma in tecnico del suono,
iniziando la gavetta presso studi di registrazione e di doppiaggio.
Studia recitazione presso la scuola Cantiere Teatrale, condotta da
Paola Tiziana Cruciani, allieva di Gigi Proietti, per poi lavorare
con registi come Marco Mattolini, Joseph Ragno, Massimiliano Bruno
sia a teatro che al cinema. È presente nel recente film dei Pills, a
breve sarà in tournée con un nuovo progetto teatrale dove reciterà
accanto a suo padre Mattia.
Mela Dell’Erba Napoletana Scenografa
e costumista vive a Palermo dove dal 1996 è tra i fondatori e
promotori del Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa. Ha lavorato
con Enzo Vetrano e Stefano Randisi (L’onorevole, I Giganti della
Montagna, Fantasmi, Totò e Vicè) , Antonio Latella (Querelle,
Porcile), Matteo Bavera (È la terra un’unica finestra), Lina prosa
(Lampedusa Trilogy : Lampedusa Beach, Lampedusa Snow, Lampedusa Way)
Emma Dante (Scimia) , Carlo Cecchi (Misura per Misura, Amleto, Sogno
di una notte d’estate) Enzo Moscato (Recidiva, Biennale di
Venezia), Matteo Bavera e Franco Scaldati (Alberi adagiati sulla
luce, La gatta di Pezza, Occhi). 2011 è tra i tre finalisti del
Premio Maschere del Teatro italiano come migliore costumista
dell’anno con “Giganti della Montagna” regia Vetrano/Randisi
che vince come migliore spettacolo dell’anno.
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