"L'OPERA DA TRE SOLDI"
DI BRECHT/WEILL
NUOVA PRODUZIONE DEL PICCOLO
REGIA DI MICHIELETTO
Dubbio |
Dal 15 aprile al 12 giugno, “Brecht
1956-2016 - Sessant’anni di Teatro al Piccolo”
video installazione interattiva in
RovelloDue Piccolo|Spazio|Politecnico e, sempre fino a giugno, un ciclo di
incontri nel Chiostro Nina Vinchi.
Debutta in prima assoluta, martedì 19
aprile, L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, per la
regia di Damiano Michieletto e con la direzione musicale di Giuseppe
Grazioli. Lo spettacolo, produzione di punta del Piccolo per la
Stagione 2015/2016 rimarrà in scena al Teatro Strehler, per quasi
due mesi di repliche, fino al 11 giugno, presentando in buca, nel
rispetto di Kurt Weill, l’organico semicameristico di un’orchestra
sinfonica, LaVerdi, diretto da un musicista filologicamente attento
come Giuseppe Grazioli; in scena un cast d’eccezione formato da
attori che sanno coniugare parola e musica, tra i quali Marco Foschi
nel ruolo di Mackie Messer, Rossy De Palma in quello di Jenny delle
Spelonche e Peppe Servillo, Peachum.
Conl’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Milano diretta da Giuseppe Grazioli e un cast d’eccezione per due mesi di repliche.
RovelloDue Piccolo|Spazio|Politecnico (via Rovello2)
Video installazione interattiva
Nel 2016 L’opera da tre soldi si
avvierà verso i 90 anni. In questo arco di storia nulla è rimasto
come nel 1928, quando Brecht scrisse la sua trasposizione della
settecentesca Opera del mendicante di John Gay, Weill la musicò e in
quello stesso anno la misero in scena a Berlino. Saranno anche
passati sessant’anni dalla scomparsa di Brecht e da quando Giorgio
Strehler, primo in Italia, allestì in Via Rovello la
Dreigroschenoper (1956), presente l’autore, che sarebbe morto sei
mesi dopo. Anche il Piccolo e il teatro non sono più gli stessi.
Nessun confronto è possibile. Il teatro musicale di Brecht e di
Weill ha bisogno di continuare a vivere, consegnato a un artista del
nostro tempo, e Damiano Michieletto è un regista che sta lasciando
nell’opera lirica e nel teatro un segno netto, rimescolando le
carte della tradizione con risultati spesso rivelatori.
Opera |
«L’opera da tre soldi è
rappresentata in tutto il mondo – spiega Damiano Michieletto -.
Solo nella prossima stagione, oltre alla nostra, ne saranno prodotte
edizioni a Vienna, in Germania, in Francia, a Salisburgo… Come
dire, i termini di paragone con cui confrontarsi, per un regista,
sono numerosissimi, ma soprattutto in continuo divenire, poiché
inesauribili sono i tentativi di approccio a quest’unicum della
storia del teatro occidentale». La storia dei Peachum, di Jenny
delle Spelonche, di Macheath detto Mackie Messer e di tutta la varia
umanità protagonista dell’Opera da tre soldi è tratta dalla
Beggar’s Opera, L’opera del mendicante che l’inglese John Gay
scrisse nel 1728. Fu Elisabeth Hauptmann, storica collaboratrice di
Brecht, a tradurla dall’inglese al tedesco e a suggerirne allo
scrittore la riscrittura in chiave contemporanea. «Senza la
Hauptmann oggi non avremmo L’opera da tre soldi – continua
Michieletto – e mi pare opportuno ricordare anche il suo ruolo di
eccellente dramaturg, troppo spesso offuscato dalla presenza di due
colossi come Brecht e Weill».
Ma come sarà L’opera da tre soldi di
Damiano Michieletto?
«Proprio perché il testo, in
partenza, si presta a essere letto da tanti punti di vista - penso a
chi si è inserito nel solco tracciato dal marxista Brecht e a chi,
all’opposto, ha scelto il puro entertainement del musical di
Broadway - la mia idea è mettere l’Opera sotto processo, guardarla
sotto una lente d’ingrandimento.
Il fulcro è il processo a Mackie
Messer, che diventa il filtro attraverso il quale leggere la storia e
al tempo stesso comprenderla. È un tentativo di smontare il racconto
e rimontarlo secondo una circostanza precisa, in grado di creare il
necessario distacco analitico. Sarà un lavoro sui personaggi svolto
su un costante dislivello recitativo, dove la canzone crea
un’ulteriore e prepotente spaccatura con il tessuto e le
circostanze della vicenda».
Santa Giovanna |
L’opera da tre soldi è inserita nel
palinsesto tematico Ritorni al futuro che il Comune di Milano propone
per la primavera culturale del 2016: un programma di appuntamenti che
sviluppa un percorso ragionato tra le iniziative in corso a Milano
tra marzo e maggio 2016 e che mette al centro della riflessione
pubblica l’idea di futuro che abbiamo oggi, confrontandola con
quelle che hanno abitato il pensiero creativo in altre stagioni della
storia.
Conl’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Milano diretta da Giuseppe Grazioli e un cast d’eccezione per due mesi di repliche.
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi –
M2 Lanza), dal 19 aprile al 11 giugno 2016
L’opera da tre soldi
di Bertolt Brecht, musiche di Kurt Weill
traduzione Roberto Menin, traduzione canzoni Damiano Michieletto
regia Damiano Michieletto, direttore d’orchestra Giuseppe Grazioli
L’opera da tre soldi
di Bertolt Brecht, musiche di Kurt Weill
traduzione Roberto Menin, traduzione canzoni Damiano Michieletto
regia Damiano Michieletto, direttore d’orchestra Giuseppe Grazioli
DIE DREIGROSCHENOPER
Edizione del testo: Suhrkamp Verlag,
Berlino
Edizione musicale: Universal Edition,
Wien / rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano
scene Paolo Fantin, costumi Carla
Teti
luci Alessandro Carletti,
movimenti coreografici Chiara Vecchi
con l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
con l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Personaggi interpreti
Un cantastorie Giandomenico
Cupaiolo
Mackie Messer Marco Foschi
Jonathan Jeremiah Peachum Peppe
Servillo
Celia Peachum Margherita Di Rauso
Polly Peachum Maria Roveran
Jackie “Tiger” Brown Sergio
Leone
Lucy Stella Piccioni
Jenny delle spelonche Rossy De Palma
Mathias Pasquale Di Filippo
Jakob Claudio Sportelli
Jimmy Martin Chishimba
Ede Jacopo Crovella
Robert Daniele Molino
Walter Matthieu Pastore
Reverendo Kimball Luca Criscuoli
Molly Sara Zoia
Vixen Lucia Marinsalta
Betty Sandya Nagaraya
Dolly Giulia Vecchio
Filch/Smith, carceriere Lorenzo
Demaria
produzione Piccolo Teatro di
Milano - Teatro d’Europa
Foto di scena Masiar Pasquali
Salvo diversa indicazione, gli orari
degli spettacoli al Piccolo sono:
martedì, giovedì e sabato, 19.30
(salvo giovedì 21 aprile ore 15 e giovedì 2 giugno riposo);
mercoledì e venerdì 20.30; domenica
16 (salvo domenica 1 maggio riposo).
Lunedì riposo (salvo lunedì 6 giugno
ore 20.30).
Durata: 3 ore compreso intervallo
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 848800304 -
www.piccoloteatro.org
Segui le prove dello spettacolo sulla
webtv del Piccolo Teatro www.piccoloteatro.tv
http://bit.ly/Opera_prove1;
http://bit.ly/Opera_prove2; http://bit.ly/Opera_prove3
http://bit.ly/Opera3soldi_BrechtWeill
http://bit.ly/Opera_ServilloPeachum;
http://bit.ly/Opera_RoveranPolly
http://bit.ly/Opera3soldi_trailer
Brecht 1956-2016 - 60 anni di Teatro al
Piccolo
15 aprile – 12 giugno 2016RovelloDue Piccolo|Spazio|Politecnico (via Rovello2)
Video installazione interattiva
Sessant’anni di Brecht al Piccolo
sono raccontati attraverso sei parole chiave – CONOSCENZA, UMANITÀ,
GIUSTIZIA, GUERRA, LAVORO, POTERE – emblematiche del lavoro e della
poetica dello scrittore tedesco. Ogni parola è illustrata attraverso
contributi audiovisivi e fotografici tratti dagli spettacoli
brechtiani prodotti dal Piccolo Teatro di Milano nell’arco di tempo
che va dal 1956 ai giorni nostri. Dei 27 allestimenti di testi di
Brecht, o tratti da Brecht, realizzati al Piccolo, 14 portano la
firma di Giorgio Strehler, a partire dalla sua versione de L’opera
da tre soldi che debuttò in via Rovello il 10 febbraio del 1956,
alla presenza dello stesso autore.
Fu la scintilla che avrebbe innescato
un racconto destinato non solo a non interrompersi mai, ma a tornare,
periodicamente, nella storia del Piccolo Teatro, in un continuo gioco
di sponda con la contemporaneità.
Da Vita di Galileo (1963) a L’anima
buona di Sezuan (1981), da La storia della bambola abbandonata (1976)
all’esperienza del Festival Brecht nell’autunno del 1995, Brecht
è per Giorgio Strehler un riscontro continuo e costante nel suo
rapporto con la società.
Anche il Piccolo del terzo millennio
non interrompe la relazione con il drammaturgo di Augsburg: Robert
Carsen con Madre Coraggio e i suoi figli (2006) e Luca Ronconi con
Santa Giovanna dei macelli, unica messinscena brechtiana della sua
carriera nel 2012, aggiungono ulteriori tasselli al mosaico
brechtiano. Brecht, in sessant’anni di storia, da autore
contemporaneo si è confermato un classico della letteratura
occidentale.
Il rapporto tra Brecht e il Piccolo è
strettamente legato agli accadimenti che hanno segnato profondi
cambiamenti nel mondo. Una cronologia essenziale – proiettata sulla
parete a destra dell’ingresso nel locale multimediale – rievoca
il contesto in cui gli spettacoli sono stati concepiti. In questa
scansione temporale compaiono anche date e tappe essenziali nella
storia del Politecnico di Milano, partner del Piccolo nella creazione
del progetto, a testimoniare come la storia delle due Istituzioni da
sempre scorra in parallelo, in una stretta interconnessione con la
società in cui entrambe operano.
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