TORNA AL TEATRO LIBERO DI MILANO
LA COMPAGNIA CORRADO D'ELIA
"IL CALAPRANZI"
PRIMA NAZIONALE
Corrado d'Elia torna nel “suo”
Teatro Libero, per la prima volta non da direttore, e lo fa
ambientando la stanza de Il Calapranzi proprio in un teatro, proprio
a Teatro Libero. Un appassionato, commovente saluto.
In uno squallido seminterrato senza
uscite, due sicari, Ben e Gus, sono in attesa dell’ordine che
dovrebbe loro arrivare attraverso un calapranzi. Man mano che il
tempo passa l’attesa si fa estenuante e i due riempiono il tempo
parlando tra loro. Sembra che tutto si svolga come sempre, un’azione
di routine, fatta della solita attesa e della solita noia. Ci è
chiaro solo che non conoscono la loro vittima.
Col passare del tempo, ecco che due dimensioni prendono forma su tutto: il fuori, misterioso, minaccioso e sconosciuto e il dentro, claustrofobico, sempre più carico di tensione, in attesa di un pericolo imminente.
Col passare del tempo, ecco che due dimensioni prendono forma su tutto: il fuori, misterioso, minaccioso e sconosciuto e il dentro, claustrofobico, sempre più carico di tensione, in attesa di un pericolo imminente.
Dal calapranzi arrivano oggetti e
messaggi incomprensibili che non fanno altro che aumentare la
tensione fino a sfociare in un violento diverbio tra i due.
NOTE DI REGIA – UNA STANZA, LA PAROLA E IL TEMPO
progetto e regia Corrado d'Elia
assistente alla regia Marco Brambilla
con Alessandro Castellucci e Francesco Maria Cordella
assistente alle scene e grafica Chiara Salvucci
tecnico luci Marcello Santeramo
Chi sarà la prossima vittima? Quale
delle due dimensioni vincerà?
Corrado d'Elia ambienta la scena
proprio in un teatro, contribuendo così a far cadere ogni barriera
tra finzione e realtà, tra spettacolo e vita reale.
Ne nasce uno spettacolo denso, teso, privo di cadute, di impeccabile rigore, duro e straziante al tempo stesso, sempre in bilico tra realismo esasperato e tensione visionaria.
Ne nasce uno spettacolo denso, teso, privo di cadute, di impeccabile rigore, duro e straziante al tempo stesso, sempre in bilico tra realismo esasperato e tensione visionaria.
Così vita e teatro si mischiano di
continuo e la sensazione che lo spettatore vive è quella che questa
non sia una recita, ma un assurdo, autentico spaccato di vita.
A questo anche contribuisce l'omaggio
emozionato di d'Elia: lo spazio dove i due personaggi attendono,
“vivono” e si muovono è lo stesso spazio che il regista, gli
attori e il loro pubblico hanno “abitato” per 18 anni. Un
appassionato, commovente saluto.
NOTE DI REGIA – UNA STANZA, LA PAROLA E IL TEMPO
Non è solo un testo d'attore il
Calapranzi. Sbaglieremmo a pensare solo in termini di attori che
devono essere sempre in tensione, sempre vivi, sempre in
comunicazione. …
Tutto questo è giusto, ma non può
bastare... ci mancherebbe qualcosa.
Innanzitutto il luogo: una stanza.
Innanzitutto il luogo: una stanza.
È la stanza che muove, che parla, che
imprigiona i due killers.
È una stanza dimensionale. Non solo
fisica.
È uno scontro tra dentro e fuori, tra
assenza e presenza, tra essere e non essere.
C'è molto di più quindi ed è materia che qualsiasi regista vorrebbe visitare.
C'è quindi una stanza sospesa e un fuori infinito.
C'è molto di più quindi ed è materia che qualsiasi regista vorrebbe visitare.
C'è quindi una stanza sospesa e un fuori infinito.
E poi c'è il lavoro appassionante sul
testo pinteriano.
È un lavoro di aderenza innanzitutto,
alla ricerca di quella libertà infinita che sta nel rigore, in
quell'autentica partitura di battute, non detti e azioni fisiche, di
quell'equilibrio tra l’assurdo e l’iperrealismo che è il
Calapranzi.
Una scrittura vivace, a tratti
allucinatori, una macchina perfetta di teatralità.
E infine c'è il tempo. Il tempo
sospeso, il tempo che non passa, il tempo che, anche lui, come i due
protagonisti nella stanza, aspetta.
Questa illuminante provvisorietà che abbiamo cercato di ricreare ogni giorno con il nostro lavoro, vivendola in ogni momento come vera, fa sì che quasi di non-teatro si tratti, ma di continuo laboratorio creativo, di continuo stare, di non recitare.
Questa illuminante provvisorietà che abbiamo cercato di ricreare ogni giorno con il nostro lavoro, vivendola in ogni momento come vera, fa sì che quasi di non-teatro si tratti, ma di continuo laboratorio creativo, di continuo stare, di non recitare.
Di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serraprogetto e regia Corrado d'Elia
assistente alla regia Marco Brambilla
con Alessandro Castellucci e Francesco Maria Cordella
assistente alle scene e grafica Chiara Salvucci
tecnico luci Marcello Santeramo
Teatro Libero
Via Savona, 10 - Milano
BIGLIETTERIA
PREZZI BIGLIETTI
Intero € 21,00
Ridotto under26 e over60 € 15,00
Studenti universitari con tesserino €
10,00
Prevendita € 1,50
Allievi Teatri Possibili con TPCard €
10,00
Spettacolo inserito in INVITO A TEATRO
ORARIO SPETTACOLI
Da lunedì a sabato ore 21.00
Da lunedì a sabato ore 21.00
Domenica ore 16.00
Riposo lunedì 25 aprile
ORARI BIGLIETTERIA
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Nei giorni di spettacolo:
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Domenica dalle 14.00 alle 16.30
CONTATTI
02 8323126
biglietteria@teatrolibero.it
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ACQUISTI ONLINE
www.teatrolibero.it
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