I DIECI WEEK END DEL TEATRO IMPERIALE
STAGIONE TEATRALE 2016/2017
GUIDONIA MONTECELIO (RM)
Programma:
Presentazione del cartellone 2016/2017
Premiazione TeatroFestivalCittà
Brindisi di arrivederci
Dopo il grande successo della stagione
teatrale appena conclusa, con la direzione artistica di Gennaro
D'Avanzo e la direzione organizzativa di Anna Greggi, il Teatro
Imperiale di Guidonia Montecelio presenta il cartellone 2016/2017
Guidonia Montecelio è un comune
situato a 22 Km a nord-est di Roma ed è il terzo comune più
popoloso del Lazio dopo Roma e Latina e il secondo comune non
capoluogo di provincia più popoloso d'Italia.
Portare la cultura teatrale nell'unico
teatro della cittadina, è stata una scommessa vinta nello scorsa
stagione. Grandi nomi del teatro sono saliti sul palco del Teatro
Imperiale: Giancarlo Giannini, Gianfranco D'Angelo, Massimo Dapporto
e Tullio Solenghi, Corinne Clery, Barbara Bouchet, Iva Zanicchi,
Simona Izzo e Ricky Tognazzi, Gianfranco Jannuzzo e Deborah
Caprioglio, Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia, Maurizio Colombi e
la rassegna TeatroFestivalCittà.
Anche quest'anno Gennaro D'Avanzo e
Anna Greggi propongono dieci week end all'insegna del teatro di
qualità per tutti i gusti e ogni età, con fasce di prezzi
accessibili a tutti. Offrire una proposta culturale a chi ama il
teatro e avvicinare nuovo pubblico a questa meravigliosa arte, è il
nostro obbiettivo. E come recita il nostro motto “Il nostro Teatro,
la vostra casa”
Teatro Imperiale
Piazza Matteotti – Città di Guidonia
Montecelio
CONTATTI
www.teatroimperiale.it
Tel 077 4301292 – Cell 338 4067785 /
338 4076652
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STAGIONE TEATRALE 2016/2017
22 e 23 ottobre 2016
Il più brutto weekend della nostra
vita
Commedia brillante di Norm Foster
Con: Maurizio Micheli, Benedicta
Boccoli, Nini Salerno, Antonella Elia
Regia di Maurizio Micheli
Si usa dire che l’amore è alla base
di tutto, è il sentimento che muove le cose del mondo e la vita
degli esseri umani, ma, ahimè, accanto all’amore si collocano in
ottima posizione altri sentimenti parecchio diffusi e molto popolari:
l’antipatia, la mancanza di stima, l’indifferenza e il disprezzo
verso il prossimo fino ad arrivare all’odio più totale e feroce. I
quattro protagonisti di “Il più brutto week-end della nostra vita”
non si vogliono bene, non si stimano anzi si detestano e nutrono
ognuno nei confronti degli altri una forma di intolleranza e di
insofferenza a stento trattenute. Credono di innamorarsi ma non si
innamorano, credono di divertirsi ma si annoiano, provano a cambiar
vita ma non ci riescono. In realtà nessuno ama chi crede di amare e
senza rendersene conto vivono una vita dominata da un’unica
irrefrenabile passione: quella per sé stessi. Malgrado e forse
grazie a tutto questo “Il più brutto week-end della nostra vita”
è una commedia comicissima perché, non dimentichiamolo, l’amore
può far sognare con i suoi chiari di luna, le stelle d’argento, le
passeggiate mano nella mano etc…, l’odio invece quando non
provoca tragedie irreparabili può fare anche molto ridere.
Maurizio Micheli
12 e 13 novembre 2016
Una famiglia... quasi perfetta!
Commedia brillante di Carlo Buccirosso
Con: Carlo Buccirosso, Rosalia Porcaro,
Gino Monteleone, Davide Marotta, Tilde De Spirito, Peppe Miale,
Fiorella Zullo, Giordano Bassetti
Regia di Carlo Buccirosso
In una piacevole e tranquilla villetta
residenziale, una pacifca famigliola - lui affermato psicologo, lei
insoddisfatta casalinga - sembra vivere in apparente armonia assieme
al loro fglioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora
appare come il loro principale punto di riferimento, fno a quando un
giorno un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro
esistenza: il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo, che
piomba nel tepore delle muradella casa a recriminare la paternità di
suo fglio! Sembra una normale vicenda legata alle difcoltà che
l’adozione di un fglio a volte può arrecare, ma il disordine
legislativo, la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino,
unite alla presunzione di convenienza che ormai regna nel nostro “bel
paese”, e cioè che tutti siamo colpevoli di tutto salvo prova
contraria, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale
tragedia quotidiana, a cui la
nostra spietata battaglia esistenziale
ci ha ormai tristemente abituati.
Carlo Buccirosso
10 e 11 dicembre 2016
Diamoci del tu
Commedia brillante di Norm Foster
Con: Anna Galiena e Enzo De Caro
Regia di Emanuela Giordano
“Diamoci del tu” è una commedia
del 2012 del pluripremiato drammaturgo canadese Norm Foster.
Un uomo e una donna convivono da anni
sotto lo stesso tetto senza dividere affetti e intimità. E per una
volta non parliamo di una coppia, ma di una domestica e del suo
datore di lavoro.
Lui fa quasi fatica a ricordare il nome
della donna preso com'è da se stesso. E’ un romanziere famoso, o
per lo meno lo è stato.
Ora ci sorprende che all'improvviso si
interessi alla vita di lei, come se volesse recuperare il tempo
perduto o avesse semplicemente tempo da perdere.
Di lei invece ci sorprende il
linguaggio ironico, colto e beffardo.
Il rapporto tra i due è inedito.
Inizia quel giorno.
Dopo decenni di "buongiorno"
e "buonasera", di incombenze e comandi quotidiani, si
scatena un serratissimo dialogo che ci provoca risate e curiosità.
Eppure capiamo che si va oltre. Parlano, sfottono, domandano,
rispondono ma intorno alle parole si consuma altro. E quello che non
si dicono diventa altrettanto interessante, perché di non detti ce
ne sono tanti.
Il luogo è la casa di lui. Lo
raccontiamo per segni netti e non descrittivi. Un mondo di ricchezza
elegante, fredda, formale, da casa di prestigio ma senza anima.
L'anima, il calore ce lo regalano le sottili tessiture di sguardi e
svelamenti, di bisogni non dichiarati.
Nasce una partitura preziosa per due
attori che si mettono in gioco con sensibilità e intelligenza, dove
la regia si concentra nel costruire un rapporto in cui
progressivamente l'uno vive nel respiro dell’altro. In cui
l'ascolto dell'altro diventa un punto di arrivo; un traguardo che in
scena si sente…si tocca…si gode…
Emanuela Giordano
7 e 8 gennaio 2017
Amleto
di William Shakespeare
Con Daniele Pecci e Maddalena Crippa
Regia di Daniele Pecci
Il mio impegno è quello di proporre al
pubblico contemporaneo uno spettacolo contemporaneo. Non con
l’intento di mediare, sovrapporre o, nella migliore delle ipotesi,
aggiungere alla miriade di interpretazioni che dal 1601 ad oggi sono
state fatte; sarebbe un esercizio di stile fine a se stesso e
soprattutto assolutamente vano per il pubblico nuovo, al quale ci
rivolgiamo in maniera particolare. Elemento nodale, è ovviamente il
testo: traduzione e adattamento. Leggermente tagliato (durerebbe
altrimenti più di quattro ore) ma fedele, non alterato, e con una
traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una
prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa
in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al
nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano
fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico. Daniele Pecci
28 e 29 gennaio 2017
Quattro donne e una canaglia
Commedia brillante di Pier Chesnot
Con: Marisa Laurito, Corinne Clery,
Barbara Bouchet, Gianfranco D'Angelo, Paola Caruso.
Regia di Nicasio Anzelmo
Davvero straordinarie e divertenti le
donne orbitanti attorno a questo classico Maschio Crudele (La
Canaglia) che in maniera impenitente alterna la propria vita da una
donna ad un’altra con cadenza decennale, fino a collezionare
un’ex-moglie, una moglie, un’ex-amante ed un'amante poco più che
adolescente. Fin qui tutto sembra sotto il suo controllo sapiente e
magistrale. Un nuovo impensabile e irrealizzabile progetto della
canaglia scombina questo apparente perfetto menage. La canaglia
sembra spacciata, ma nell’imprevedibile finale dimostra tutta la
sua coerenza.Attraverso il divertente e intrigante testo di Pierre
Chesnot, ogni interprete si muove con grande maestria e leggerezza,
coinvolgendo il pubblico in un susseguirsi irrefrenabile di ilarità,
coinvolti da un succedersi di irresistibili malintesi e gustose
battute, mai volgari, ma capaci di incollarti alla poltrona per tutta
la durata dello spettacolo, senza osservare mai l’orologio.
Divertente, dissacrante mette in evidenza il rapporto quasi mai
risolto tra uomo e donna e del quale non possiamo farne a meno.
18 e 19 febbraio 2017
La Lupa
di Giovanni Verga
Con Lina Sastri
Regia di Guglielmo Ferro
Da un punto di vista drammaturgico la
figura della Lupa, che era già una figura femminile di rottura nella
produzione verghiana, risuona oggi di grande attualità come ogni
personaggio archetipo della letteratura.Gnà Pina ha un fascino e una
forza che emergono con grande facilità dal testo, consentendo un
lavoro di riscrittura stimolante e creativo.
È lei oggi, fuori dalla Sicilia di Verga, una figura distruggente, che non ha nessuna attenuante né psicologica né storico-sociale. La Lupa è radicalmente feroce. Il suo fascino è esercitato su tutti coloro che le stanno vicino senza pietà, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte. Il linguaggio poetico, fatto di canto e giochi di parole, che Gnà Pina utilizza per sedurre Nanni o quello crudo, violento, subdolo per sottomettere la figlia hanno in questa versione il ritmo adamantino di un sortilegio verbale.
La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico pur rimanendo ancorata all’impianto linguistico verghiano.
Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l’interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto “Lupa”.
In quest’ottica drammaturgica la messinscena si gioca tutta su un’alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male quanto piuttosto una scansione naturale della vita bestiale che ruota intorno a La Lupa.
In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi.
La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l’anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l’anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti.
Il buco nero del maleficio.
È lei oggi, fuori dalla Sicilia di Verga, una figura distruggente, che non ha nessuna attenuante né psicologica né storico-sociale. La Lupa è radicalmente feroce. Il suo fascino è esercitato su tutti coloro che le stanno vicino senza pietà, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte. Il linguaggio poetico, fatto di canto e giochi di parole, che Gnà Pina utilizza per sedurre Nanni o quello crudo, violento, subdolo per sottomettere la figlia hanno in questa versione il ritmo adamantino di un sortilegio verbale.
La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico pur rimanendo ancorata all’impianto linguistico verghiano.
Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l’interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto “Lupa”.
In quest’ottica drammaturgica la messinscena si gioca tutta su un’alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male quanto piuttosto una scansione naturale della vita bestiale che ruota intorno a La Lupa.
In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi.
La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l’anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l’anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti.
Il buco nero del maleficio.
18 e 19 marzo 2017
Heidi
Commedia musicale tratta dal romanzo di
Johanna Spryrl
regia di Maurizio Colombi
musiche di M.Colombi e G. Lori
Le sono stati dedicati molti film, serie televisive, cartoni animati e commedie teatrali, oltre ad un musical all'aperto, precisamente a MAIENFELD, MONTAGNE SVIZZERE, meta ancora oggi di migliaia di turisti.
Noi la conosciamo soprattutto per la famosa serie televisiva che esplose fra gli anni 70 e 80 e che ancora oggi possiamo apprezzare.
Il copione, scritto da Maurizio Colombi, mantiene i contenuti e la trama centrale del romanzo, sostituendo il testo tradizionale con un testo teatrale brillante, basato sull'equivoco, quasi a diventare una "Vaudeville" con colpi di scena e finali comici.
Le musiche e le canzoni sono originali ma non mancano alcuni richiami a pezzi famosi come "I will survive", cantato dalla Rottermayer quando viene licenziata; la sigla famosa di Heidi; lo Yodel etc..
Risvolti inaspettati che si discostano pur nella sostanziale somiglianza con il romanzo, danno luogo a situazioni divertenti e veloci e pongono la commedia adatta anche ad un pubblico più adulto.
I contenuti romantici e toccanti rimangono fedeli al testo di Johanna Spring, anzi acuiscono ancora di più il melodramma grazie alla musica e alle canzoni.
musiche di M.Colombi e G. Lori
Le sono stati dedicati molti film, serie televisive, cartoni animati e commedie teatrali, oltre ad un musical all'aperto, precisamente a MAIENFELD, MONTAGNE SVIZZERE, meta ancora oggi di migliaia di turisti.
Noi la conosciamo soprattutto per la famosa serie televisiva che esplose fra gli anni 70 e 80 e che ancora oggi possiamo apprezzare.
Il copione, scritto da Maurizio Colombi, mantiene i contenuti e la trama centrale del romanzo, sostituendo il testo tradizionale con un testo teatrale brillante, basato sull'equivoco, quasi a diventare una "Vaudeville" con colpi di scena e finali comici.
Le musiche e le canzoni sono originali ma non mancano alcuni richiami a pezzi famosi come "I will survive", cantato dalla Rottermayer quando viene licenziata; la sigla famosa di Heidi; lo Yodel etc..
Risvolti inaspettati che si discostano pur nella sostanziale somiglianza con il romanzo, danno luogo a situazioni divertenti e veloci e pongono la commedia adatta anche ad un pubblico più adulto.
I contenuti romantici e toccanti rimangono fedeli al testo di Johanna Spring, anzi acuiscono ancora di più il melodramma grazie alla musica e alle canzoni.
8 e 9 aprile 2017
La Divina Commedia -Dante's Musical
Regia di Maurizio Colombi
Dante’s Musical è una rilettura in
chiave moderna dell’opera di Dante Alighieri. Lo spettatore infatti
sarà condotto attraverso personaggi moderni all'interno del sogno di
Dante, e vedrà anime, dannati, diavoli e beati con gli occhi
contemporanei, notando come accanto a personaggi dell’età classica
e del secolo dell’autore, presenti in ognuna delle tre cantiche,
potrà sentire nomi e individuare figure appartenenti alla propria
modernità; insieme a Dante e Virgilio prima, e a Beatrice dopo, il
sogno dantesco si intreccerà col sogno dell’uomo moderno, per
condurlo verso il fine ultimo della vita: la felicità.I versi
danteschi si vestiranno di sonorità moderne e diventeranno canzoni
spaziando fra diversi generi musicali (pop, rock, tango, rap, R&B),
e si accompagneranno a coreografie di grande impatto visivo. Adatto
ad ogni tipologia di pubblico.
6 e 7 maggio 2017
Se ti sposo mi rovino
Commedia Brillante di Marco Cavallaro
Con: Marco Cavallaro, Alberto Barbi,
Ramona Gargano, Annachiara Mantovani
Regia di Marco Cavallaro
Dopo i successi di “PERICOLO DI
COPPIA” e “THAT’S AMORE” arriva la nuova commedia di Marco
Cavallaro…che è già stata RECORD D’INCASSI presso il Teatro de
Servi di Roma.
“Se ti sposo mi rovino”, pièce
spensierata e piena di ritmo, si contano oltre 400 risate in poco
meno di due ore di spettacolo (una ogni 17 secondi).
Cosa succede a un miliardario scapolo
con “il vizio delle donne” se chiede a tutte di sposarlo? E
se tutte piombano a casa sua con l’intento di organizzare le nozze,
ma nessuna sa dell’esistenza dell’altra? Semplice, la sua vita è
rovinata. Da qui una serie di girandole per non far incontrare le
malcapitate e, soprattutto, per non concludere alcun matrimonio. Il
tutto coinvolgendo il povero maggiordomo Ugo in un turbinio di bugie
e di porte che si aprono e si chiudono.
27 e 28 maggio
Spettacolo Premio “Corvo D'Oro 2016”
Compagnia vincitrice
Teatro Imperiale
Piazza Matteotti – Città di Guidonia
Montecelio
CONTATTI
www.teatroimperiale.it
Tel 077 4301292 – Cell 338 4067785 /
338 4076652
info@teatroimperiale.it
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