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domenica 23 ottobre 2016

ALLA SALA SHAKESPEARE 
DEL TEATRO DELL'ELFO
"OTELLO"
CON ELIO DE CAPITANI
PRIMA NAZIONALE

si aggiunge alla fitta collana di teatro shakespeariano “made in Elfo”, che conta ormai molti successi: dal Sogno all’Amleto e al Mercante di Venezia, diretti da De Capitani, dalla Tempesta a Romeo e Giulietta di Ferdinando Bruni, fino al più recente Racconto d’inverno diretto a quattro mani.

Rileggere l’Otello – e Otello stesso - spogliandolo della “tradizione”, tornare al cuore del meccanismo drammatico e delle parole. Elio De Capitani prosegue il lavoro su Shakespeare e mette in gioco anche il suo talento d’attore firmando la regia a quattro mani con Lisa Ferlazzo Natoli.


I due registi condividono l’idea di portare in primo piano il nodo indissolubile tra l’io e l’altro, tra il simile e il dissimile che in questo testo, perturbante come un racconto di suspense, diventa tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle parole.

“Mettere in scena Otello oggi – dicono i registi - è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per ‘innescare’ una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell’inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando ‘fuori di sé’, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e sessuofobia, per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla misoginia e alle tante forme d’intolleranza sociale e privata di cui si compone.”

Jago è certo un manipolatore, un ‘untore ideologico’, ma in questo nuovo Otello nessuno sembra immune dal suo contagio e da quello di tutti i pregiudizi che condizionano le società di ieri e di oggi. Fino a che, nel precipizio della tragedia, sul corpo senza vita di Desdemona, Emilia farà una formidabile ‘uscita dal copione’ di Jago, svelandone pubblicamente la macchina di odio, gelosia e menzogne.

Una lettura tutta contemporanea che si fonda sulla nuova traduzione di Ferdinando Bruni, sensibile alla bellezza dell’endecasillabo, ma libera da ogni inclinazione letteraria e tanto attenta all’alternanza di lingua alta e bassa da avvicinarsi alla viva fluidità del parlato. E sulla dicotomia di chiari e scuri, di luci e ombre che le scene di Carlo Sala moltiplicano attraverso le grate, gli ori e le trasparenze di grandi sipari. E sul sensibilissimo contributo musicale di Silvia Colasanti.

Ritroviamo in scena tanti interpreti che nelle ultime stagioni hanno contribuito ai successi dell’Elfo: Federico Vanni, che si contrappone a De Capitani nel ruolo di Jago e Angelo Di Genio, Cassio, entrambi provenienti dal Commesso viaggiatore. Camilla Semino Favro, dopo le shakespeariane Perdìta e Giulietta e la Sarah di Harper Regan, sarà Desdemona. Mentre Cristina Crippa darà corpo ed esperienza a Emilia. Arricchiscono il cast Alessandro Averone, Gabriele Calindri, Carolina Cametti, Michele Constabile e Massimo Somaglino.

Traduzione di Ferdinando Bruni
regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli

scene e costumi di Carlo Sala
musiche originali di Silvia Colasanti
suono di Giuseppe Marzoli
luci di Michele Ceglia

con Elio De Capitani (Otello), Federico Vanni (Iago), Camilla Semino Favro (Desdemona), Alessandro Averone (Roderigo/Buffone), Cristina Crippa (Emilia), Angelo Di Genio (Cassio), Carolina Cametti (Bianca), Gabriele Calindri (Brabanzio/Graziano), Massimo Somaglino (Doge/Montano), Michele Costabile (Ufficiale/Ludovico)

produzione Teatro dell’Elfo

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