ALLA SALA SHAKESPEARE
DEL TEATRO DELL'ELFO
"OTELLO"
CON ELIO DE CAPITANI
PRIMA NAZIONALE
si aggiunge alla fitta collana
di teatro shakespeariano “made in Elfo”, che conta ormai molti
successi: dal Sogno all’Amleto e al Mercante di Venezia, diretti da
De Capitani, dalla Tempesta a Romeo e Giulietta di Ferdinando Bruni,
fino al più recente Racconto d’inverno diretto a quattro mani.
Rileggere l’Otello – e Otello
stesso - spogliandolo della “tradizione”, tornare al cuore del
meccanismo drammatico e delle parole. Elio De Capitani prosegue il
lavoro su Shakespeare e mette in gioco anche il suo talento d’attore
firmando la regia a quattro mani con Lisa Ferlazzo Natoli.
I due registi condividono l’idea di
portare in primo piano il nodo indissolubile tra l’io e l’altro,
tra il simile e il dissimile che in questo testo, perturbante come un
racconto di suspense, diventa tragedia della gelosia e del sesso, dei
rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e della potenza
manipolatoria delle parole.
“Mettere in scena Otello oggi –
dicono i registi - è un modo per fare i conti con la singolare
attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un
congegno misterioso messo lì per ‘innescare’ una risposta
emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell’inconscio
collettivo con cui una società costruisce i propri parametri
proiettando ‘fuori di sé’, sullo straniero, tutto ciò che ha di
inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e sessuofobia,
per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla
misoginia e alle tante forme d’intolleranza sociale e privata di
cui si compone.”
Jago è certo un manipolatore, un
‘untore ideologico’, ma in questo nuovo Otello nessuno sembra
immune dal suo contagio e da quello di tutti i pregiudizi che
condizionano le società di ieri e di oggi. Fino a che, nel
precipizio della tragedia, sul corpo senza vita di Desdemona, Emilia
farà una formidabile ‘uscita dal copione’ di Jago, svelandone
pubblicamente la macchina di odio, gelosia e menzogne.
Una lettura tutta contemporanea che si
fonda sulla nuova traduzione di Ferdinando Bruni, sensibile alla
bellezza dell’endecasillabo, ma libera da ogni inclinazione
letteraria e tanto attenta all’alternanza di lingua alta e bassa da
avvicinarsi alla viva fluidità del parlato. E sulla dicotomia di
chiari e scuri, di luci e ombre che le scene di Carlo Sala
moltiplicano attraverso le grate, gli ori e le trasparenze di grandi
sipari. E sul sensibilissimo contributo musicale di Silvia Colasanti.
Ritroviamo in scena tanti interpreti
che nelle ultime stagioni hanno contribuito ai successi dell’Elfo:
Federico Vanni, che si contrappone a De Capitani nel ruolo di Jago e
Angelo Di Genio, Cassio, entrambi provenienti dal Commesso
viaggiatore. Camilla Semino Favro, dopo le shakespeariane Perdìta e
Giulietta e la Sarah di Harper Regan, sarà Desdemona. Mentre
Cristina Crippa darà corpo ed esperienza a Emilia. Arricchiscono il
cast Alessandro Averone, Gabriele Calindri, Carolina Cametti, Michele
Constabile e Massimo Somaglino.
Traduzione di Ferdinando Bruni
regia Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo
Natoli
scene e costumi di Carlo Sala
musiche originali di Silvia Colasanti
suono di Giuseppe Marzoli
luci di Michele Ceglia
con Elio De Capitani (Otello), Federico
Vanni (Iago), Camilla Semino Favro (Desdemona), Alessandro Averone
(Roderigo/Buffone), Cristina Crippa (Emilia), Angelo Di Genio
(Cassio), Carolina Cametti (Bianca), Gabriele Calindri
(Brabanzio/Graziano), Massimo Somaglino (Doge/Montano), Michele
Costabile (Ufficiale/Ludovico)
produzione Teatro dell’Elfo
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