ATTRAVERSO PASOLINI ANTONIO LATELLA
RACCONTA LA MADRE
PROCREATRICE DI UOMINI E POESIA
"MA"
PICCOLO TEATRO STUDIO MELATO
Al Piccolo Teatro Studio, dal 2 al 10
novembre, va in scena MA, viaggio all’interno dell’opera di
Pasolini, per disegnare, attraverso parole e immagini, una possibile
unica madre.
MA è un lavoro ispirato alla figura
della madre nell’opera di Pier Paolo Pasolini. Antonio Latella
partendo dalla prima sillaba della parola Mamma ci guida in un
percorso all’interno dell’opera di uno dei massimi poeti del
‘900, seguendo un filo conduttore che ha al suo centro quella forza
generatrice, procreatrice di parole come di uomini, di pensiero come
di gesti artistici. Attraverso la figura di Pasolini,
in tutte le sue
complessità, la Madre diventa anche una Madre-Scrittura, dove il
pozzo inesauribile è il pensiero e l’arma nella battaglia della
vita è la parola. Sola sul palco Candida Nieri recentemente
vincitrice del Premio Duse Social 2015 e del Premio Adelaide Ristori
2016.
L’attrice si è diplomata alla Scuola
del Piccolo Teatro nel 1999, ultima generazione di allievi di Giorgio
Strehler.
In tutte le sue vittorie e sconfitte
accanto all’uomo Pier Paolo Pasolini, c’è sempre la madre. Nel
suo cinema la madre diventa uno dei perni attorno a cui tutto ruota.
Sguardi e sorrisi spezzati delle madri
scelte come icone assolute di un’Italia che sa che tutto sarà
irrecuperabile. Quegli sguardi potenti e violentati da un dolore
ancestrale. Tutta la sua letteratura e il suo teatro sono pervasi
dalla presenza di quella madre che lo ha accompagnato nella fuga
dalla banalità coatta del vivere quotidiano.
Sarà proprio la madre del Poeta la
Maria straziata dal dolore sotto la croce di Gesù, nel film Il
Vangelo secondo Matteo. Ma ogni volta la MA diventa altro.
Per una madre che piange un figlio, un
Gesù dei poveri, un operaio, un pittore, un poeta, un re Edipo, per
una città che accoglie i reietti, per un paese che scaccia gli
intellettuali, per una nazione troppo cattolica per non essere
ipocritamente di destra fino in fondo, tutto è madre e si fa madre.
Attraverso le parole, le immagini, il nostro tentativo è quello di
tracciare una possibile unica madre, con quel MA necessario a mettere
un dubbio: madre sì, ma....
Antonio Latella
Il suono primordiale. La prima parola
che il bambino è invitato a pronunciare: Mamma. La prima sillaba
della parola mamma. Ma. Sillaba ripetuta tra le labbra che diventa
culla e supplica. Il “Ma” del discorso adulto contrappone,
aumenta, sminuisce, rinnega esalta ma (eccolo) è “particella
disgiuntiva” che è sempre legame. Cordone ombelicale tra due
frasi-pensieri. Con Pasolini parto alla ricerca di una lingua, perciò
dopo il suono labiale del “ma” la ricerca prosegue nella parola…
che diventa Parola con la P maiuscola, quella in cui anche il segno
grafico significa e dichiara che siamo in presenza di qualcosa di
superiore, una forza generatrice, ovvero la Poesia. Madre Poesia.
E da quella Parola arrivo all’immagine
e poi al senso. Osservo a lungo e accuratamente le immagini che
ritraggono la madre del Poeta e ne resto incantata. Quella Parola è
scritta lì da qualche parte: in quegli occhi che hanno pianto o in
quel sorriso che non ha mai smesso di accompagnare il figlio. Quella
Madre che le parole le conservava in un cassetto, mentre il Figlio ne
faceva arma di battaglia. Che madre può essere la madre di un
Profeta?
E quando provo a immaginare Pasolini
come Profeta non lo intendo come “colui che prevede”, ma,
riprendendo il significato etimologico del termine, come colui che
parla “di fronte”, dritto in faccia al Potere”. (Quello,
ancora, con la P maiuscola, che Pasolini chiamò “Il Palazzo).
Quella stessa Madre, poi, è diventata
altro, nei film e nei versi, come nel teatro: un’altra faccia, un
altro corpo, un’altra voce, un’altra lingua, ma con una
solitudine speculare. MA con una solitudine specchio.
Madre che supplica e che riceve la
supplica del figlio. Ma che è origine della Parola. Madre che è
scrittura. MA che è “eppure”, che limita coi suoi “però”,
che porta avanti una cosa che altrimenti sarebbe chiusa.
Madre che è una frase intera, che non
vuole vedere la frase-figlio morire.
Linda Dalisi
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza), dal 2 al 10 novembre 2016
MA
drammaturgia Linda Dalisi
regia Antonio Latella
con Candida Nieri
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
musiche Franco Visioli
luci Simone De Angelis
produzione stabilemole compagnia Antonio Latella
coproduzione Festival delle Colline Torinesi in collaborazione con Centrale Fies, NEST
Orari: martedì, giovedì e sabato, ore
19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.
Lunedì riposo.
Durata: 70 minuti senza intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26
euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889
- www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai
protagonisti su www.piccoloteatro.tv
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