AL TEATRO ELFO PUCCINI
"IL GIUOCO DELLE PARTI"
CON UMBERTO ORSINI
La vicenda della commedia è nota. I
soliti tre: il marito, la moglie, l’amante. Leone Gala s’è
separato amichevolmente dalla moglie; continua a essere ufficialmente
il marito, ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un
romitaggio. Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal
portinaio della sua signora, domanda se c’è niente di nuovo e se
ne va. Se ne va verso i suoi cari libri e verso le batterie della
sua cucina, perché egli coltiva con finezza la gastronomia e ama
comporre salse preziose aiutato dal suo cameriere-cuoco con il quale
parla di Socrate e Bergson.
Mentre il marito prepara gli
intingoletti, la moglie fa due cose: si prende, o continua a tenersi
un amante preso in precedenza, e si annoia. Si annoia perché è
libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa. È una libertà
che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si
disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se
almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo;
egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del
mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al
punto che, quando le si presenta una fortuita occasione –
l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo –
progetta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo
in un duello...
«Decidendo di rifare Il giuoco delle
parti a distanza di una quindicina d’anni da una messa in scena di
Gabriele Lavia per il Teatro Eliseo, che all’epoca dirigevo con lui
insieme a Rossella Falk, mi scopro nella stessa posizione di quando
riprendo un libro in mano e sento che molti pericoli sono in agguato
primo fra tutti quello di non trovare le stesse emozioni di quella
prima volta.
Oggi che certamente sono più anziano,
ma direi anche più maturo, mi chiedo con quale sguardo potrei
riprendere quella storia e trovarci qualcosa di trascurato prima e
perciò d’inedito e di nuovo. Così, col mio regista Roberto
Valerio che proprio con me aveva debuttato come attore in quello
spettacolo e che in seguito dopo aver spesso lavorato accanto a me
per una decina d’anni aveva deciso di proseguire il suo lavoro in
totale autonomia, e con ottimi risultati, ci siamo posti una domanda,
fra le tante possibili, che subito ci ha fatto scattare la corda
matta che sta sempre in agguato nella mente di un teatrante. La
domanda è la seguente: ma questo protagonista della storia, questo
Leone Gala, che dice di aver capito il gioco, questo famigerato
“gioco della vita” lo aveva poi veramente capito? Spesso è
necessario partire da un tentativo di rovesciamento di quello che
appare evidente per poter arrivare a scoprire cosa c’è dall’altra
parte della facciata».
Umberto Orsini
«La scelta fatta è di ricercare il
cuore pulsante della commedia nella novella Quando si è capito il
giuoco. La novella è il vero, intimo laboratorio artistico di
Pirandello; è lì che egli crea i suoi personaggi - impiegatucci,
piccoli funzionari statali, contadini – immersi nella realtà
sociale “bassa” della Sicilia rurale; è lì che troviamo il
Pirandello più genuino e diretto e probabilmente quello più
interessante oggi. (...)
Nello spettacolo Il giuoco delle parti,
al centro della rappresentazione troviamo Leone Gala rinchiuso in una
sorta di “Stanza della tortura”; egli ripercorre i fatti; ma
ricucire lo strappo è impossibile, impossibile continuare la vita di
prima, se non a patto di una lucida follia».
Roberto Valerio
Adattamento Valerio - Orsini – Balò
regia di Roberto Valerio
con Umberto Orsini
Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio
Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mari
produzione Compagnia Umberto Orsini e
Teatro della Pergola
ELFO PUCCINI, sala Shakespeare, corso
Buenos Aires 33, Milano - Martedì-sabato ore 20:30 / domenica ore
16:00 - Info e prenotazioni 02/0066.06.06 - www.elfo.org – PREZZI:
Intero 32.50 € - Martedì 21.50 € - Ridotto giovani e anziani 17
€
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