"SMITH & WESSON"
DI ALESSANDRO BARICCO
AL TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO
Ambientato agli inizi del ‘900
Smith&Wesson, rinnova il sodalizio Baricco/Vacis. Lo spettacolo,
coprodotto dal Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile di Torino,
narra “una folle impresa”. Una giovane giornalista (Camilla
Nigro), alla ricerca dello scoop della sua vita, si reca nei pressi
delle cascate del Niagara; poiché qui non accade mai nulla, decide
di ‘fare notizia” lei stessa, lanciandosi nelle cascate in una
botte con l’aiuto di Smith (Natalino Balasso), sedicente
meteorologo, e Wesson (Fausto Russo Alesi), un pescatore che nel
fiume pesca cadaveri. Completa il quadro la Signora Higgins (Mariella
Fabbris), voce fuori campo che riassume «nel monologo quasi sul
finale il senso vero dell’opera di Baricco e incarnando sul
palcoscenico l’anima riconoscibile dello scrittore»
(teatrionline).
«È raro che io metta in scena testi
teatrali. Di solito li scrivo con gli attori, i testi. Di solito, più
che scritti, sono trascritti. Cioè: parlo con gli attori, che di
solito sono anche autori, o, come dicevo un tempo, autori della loro
presenza in scena. Poi improvvisiamo, costruiamo situazioni per
l’azione e così nascono gli spettacoli. Cioè: di solito lavoro
per “composizione” più che per “mettere in scena” testi. I
testi teatrali mi sembrano sempre “troppo scritti”.
Ho “usato”, per i miei spettacoli,
testi di Shakespeare, di Goldoni, di Moliére... Ma sempre come
pre-testo. Come materiale per il lavoro di composizione.
C’è una sola eccezione. Un testo
l’ho messo in scena: Novecento, di Alessandro Baricco. Ma è
un’eccezione in tutti i sensi. Baricco ha scritto quel testo perché
lo mettessi in scena io, con Eugenio Allegri.
E la stessa cosa è accaduta per Smith
& Wesson. Baricco ha visto molti dei miei spettacoli, conosce il
mio lavoro, come io conosco il suo. Negli ultimi vent’anni abbiamo
condiviso molte esperienze, sul palcoscenico come nella scuola
Holden. Così si realizza uno scambio ideale che mi permette di
“usare” quello che scrive come se fosse il frutto di una
composizione. Infatti, l’ho detto: Baricco non ha scritto un testo,
ha scritto uno spettacolo». Gabriele Vacis
«‘Ci aspettavamo tutti qualcosa
dalla vita, ma non abbiamo concluso niente’. Questa frase, tratta
dal copione, racchiude, più di tutte quelle che potremmo scrivere
noi, l’essenza della pièce teatrale. La vita dell’uomo comune,
che vuole emergere dalle basse maree di un’esistenza incastrata tra
grandi aspirazioni ed oggettive incapacità (economiche, ma non
solo), mettendo in pratica dei talenti forse inesistenti ma che in
modo bizzarro e quasi grottesco, proprio per non rassegnarsi alla
stagnazione dell’esistenza, debbono essere esaltati. Insomma uno
spettacolo divertente che fa riflettere sul senso della vita,
assolutamente da vedere!». Nicola Bano, teatrionline
«I dialoghi si sviluppano con ritmo
cinematografico, le azioni con l’essenzialità dei fumetti. Con la
complicità dell’ineffabile signora Higgins (Mariella Fabbris),
spesso evocata dagli altri personaggi ma solo alla fine rivelata in
un monologo sul proscenio, i tre preparano la folle impresa: calcoli,
stratagemmi, congetture, progetti di sfruttamento commerciale
dell’evento. E a questo punto diventa pregnante la “scenofonia”
di Roberto Tarasco, che già funzionava da perno di ogni azione
grazie all’invenzione di una struttura centrale praticabile, una
capanna in forma di cubo con profili metallici e pareti di tela, che
si alza su immaginarie cascate e ruota in aria con effetti che
ricordano altre immagini aeree negli spettacoli di Teatro Settimo
(come in Libera Nos, prima con Paolini e poi con lo stesso Balasso).
Sullo schermo che scende a chiudere la scena passano infatti
suggestive immagini d’archivio: volti, alberi, carrozze, foto
d’epoca si sovrappongono e s’inseguono in dissolvenze pastellate,
mentre una voce fuoricampo scandisce l’evocazione di quanto
accaduto negli anni precedenti alla stessa data prevista per
l’impresa di Rachel: 21 giugno».
Fernando Marchiori, ateatro
Regia Gabriele Vacis
con Natalino Balasso, Fausto Russo
Alesi, Camilla Nigro, Mariella Fabbris
scenofonia, luminismi, stile Roberto
Tarasco
costumi Federica De Bona, video
Indyca/Michele Fornasero
produzione Teatro Stabile del Veneto,
Teatro Stabile di Torino
ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33,
Milano | MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:00 - Info e prenotazioni
02/0066.06.06 - www.elfo.org – PREZZI: Intero 32.50 € - Martedì
21.50 € - Ridotto giovani e anziani 17 €
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