DAL 1 MARZO IN TOURNEE
CON UN NUOVO SPETTACOLO
GIUSEPPE CEDERNA
"MOZART RITRATTO DI UN GENIO"
Debutta mercoledì 1 marzo al Teatro
Franco Parenti di Milano (fino al 12 marzo – Sala AcomeA –
ingresso 25 euro - lun riposo mar, gio, sab h 20.45; mer, ven h
19.30; dom h 15.45) “MOZART ritratto di un genio”, musiche di
Wolfgang Amadeus Mozart eseguite dal vivo dal pianista M° Sandro
D’Onofrio.
Questi i primi appuntamenti della
tournée: Teatro Franco Parenti, Milano – dal 1 al 12 marzo;
Auditorium della RSI, Lugano – 19 marzo; Teatro Bibiena, S.Agata
Bolognese (Bo) – 23 marzo; Teatro Ristori, Verona - 31 marzo;
Fonderie Limone, Moncalieri (To) - 20 maggio.
«Dopo quasi trent’anni Wolfgang
Amadè è tornato a trovarmi. – commenta Giuseppe Cederna – Mi ha
chiesto di aiutarlo a ritrovare sé stesso. Di provarci almeno. Di
raccontare la mia e la sua storia. Di tornare, per amore suo, a fare
il clown come una volta. Ed eccomi qui.»
“MOZART ritratto di un genio” è un
monologo originale, un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del
genio e il miracolo della sua musica. Il testo, scritto da Giuseppe
Cederna, é liberamente ispirato alla biografia “Mozart” di
Wolfgang Hildesheimer. A dar corpo e voce a Mozart saranno un attore
e un pianista, l’uno alter ego dell’altro in un continuo gioco di
trasformazioni e specchi. Ecco quindi l'enfant prodige perennemente
in tournée per le strade dissestate d'Europa; ecco le acrobazie e il
talento per la comicità fecale tramandatagli dalla mamma; ecco il
virtuoso, l'impareggiabile buffone, il Flauto Magico e il Don
Giovanni; le umiliazioni, i successi, gli amori e i dolori che hanno
segnato la fulminante esistenza di quello che Wolfgang Hildesheimer
ha definito: «uno spirito indicibilmente grande, regalo immeritato
per l'umanità nel quale la natura ha prodotto un eccezionale, forse
irripetibile, ad ogni modo mai più ripetuto, capolavoro.»
GIUSEPPE CEDERNA debutta nel 1977 a
Piazza Navona come clown di strada. Nel ’78 fonda con Memo Dini la
compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità
surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in
teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte d’estate” del
Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in “Amadeus” di
P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne
“Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia di Gabriele Lavia;
in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht regia di Pino
Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne
“Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini;
dal 2015 ne “L’Ultima Estate dell’Europa”, spettacolo sulla
Prima Guerra Mondiale di Giuseppe Cederna e Augusto Golin, regia di
Ruggero Cara. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi,
un’interessante attività cinematografica. Premio Oscar con il film
“Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato,
tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i
fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con
Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti
del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella
giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo
Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.
Regia RUGGERO CARA - ELISABETH BOEKE
Scene Francesca Sforza
Costumi Alexandra Toesca
Luci Paolo Latini
Di e con
GIUSEPPE CEDERNA
Musiche eseguite dal vivo
M° Sandro D’Onofrio
www.artupart.com;
- scheda spettacolo –
“È impossibile comprendere una
figura del passato e tantomeno un genio se non si sia mai fatto il
tentativo di comprendere se stessi. Il genio, al contrario dello
pseudo genio, non si vede come centro del dolore del mondo. Egli
brucia e non cerca di impedirselo, semplicemente lo ignora, non si
vede in relazione con il mondo. Anzi, non si vede assolutamente.
Mozart era un mistero anche per se stesso.”
Sono queste le poche, sibilline parole
che Wolfgang Hildesheimer, forse il più grande biografo di Mozart,
rivolge a due giovani artisti venuti a chieder consiglio: un attore
in procinto di affrontare "Amadeus", il testo teatrale di
Peter Shaffer da cui fu tratto l'omonimo film di Milos Forman, e un
pianista alla vigilia di un grande concerto.
"Mozart è inafferrabile." Il
vecchio Wolfgang li accompagna ai piedi delle montagne e, con una
tenerezza quasi paterna, li abbandona al bosco in cui si lascia e si
lascia ai figli. Unico aiuto il suo libro con le sue tracce
misteriose.
Immaginate la sorpresa dei nostri eroi
nello scoprire che sarà proprio lui, Mozart in carne ed ossa, a
prendere in mano quel libro per cercare di capire se stesso e
risolvere quel mistero irrisolvibile che porta il suo nome. Un
viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo
della sua musica. Un viaggio che contiene anche la possibilità del
fallimento ma che è in ogni caso un successo intraprendere.
Ecco quindi l'enfant prodige
perennemente in tournée per le strade dissestate d'Europa; ecco i
tic, le acrobazie e il talento per la comicità fecale tramandatagli
dalla mamma; ecco il virtuoso, l'impareggiabile buffone, il Flauto
Magico e il Don Giovanni; le umiliazioni, i successi, gli amori e i
dolori che hanno segnato la fulminante esistenza "di uno spirito
indicibilmente grande, regalo immeritato per l'umanità nel quale la
natura ha prodotto un eccezionale, forse irripetibile, ad ogni modo
mai più ripetuto, capolavoro."
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