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martedì 28 febbraio 2017

DAL 1 MARZO IN TOURNEE
CON UN NUOVO SPETTACOLO
GIUSEPPE CEDERNA
"MOZART RITRATTO DI UN GENIO"

Debutta mercoledì 1 marzo al Teatro Franco Parenti di Milano (fino al 12 marzo – Sala AcomeA – ingresso 25 euro - lun riposo mar, gio, sab h 20.45; mer, ven h 19.30; dom h 15.45) “MOZART ritratto di un genio”, musiche di Wolfgang Amadeus Mozart eseguite dal vivo dal pianista M° Sandro D’Onofrio.

Questi i primi appuntamenti della tournée: Teatro Franco Parenti, Milano – dal 1 al 12 marzo; Auditorium della RSI, Lugano – 19 marzo; Teatro Bibiena, S.Agata Bolognese (Bo) – 23 marzo; Teatro Ristori, Verona - 31 marzo; Fonderie Limone, Moncalieri (To) - 20 maggio.

«Dopo quasi trent’anni Wolfgang Amadè è tornato a trovarmi. – commenta Giuseppe Cederna – Mi ha chiesto di aiutarlo a ritrovare sé stesso. Di provarci almeno. Di raccontare la mia e la sua storia. Di tornare, per amore suo, a fare il clown come una volta. Ed eccomi qui.»


“MOZART ritratto di un genio” è un monologo originale, un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo della sua musica. Il testo, scritto da Giuseppe Cederna, é liberamente ispirato alla biografia “Mozart” di Wolfgang Hildesheimer. A dar corpo e voce a Mozart saranno un attore e un pianista, l’uno alter ego dell’altro in un continuo gioco di trasformazioni e specchi. Ecco quindi l'enfant prodige perennemente in tournée per le strade dissestate d'Europa; ecco le acrobazie e il talento per la comicità fecale tramandatagli dalla mamma; ecco il virtuoso, l'impareggiabile buffone, il Flauto Magico e il Don Giovanni; le umiliazioni, i successi, gli amori e i dolori che hanno segnato la fulminante esistenza di quello che Wolfgang Hildesheimer ha definito: «uno spirito indicibilmente grande, regalo immeritato per l'umanità nel quale la natura ha prodotto un eccezionale, forse irripetibile, ad ogni modo mai più ripetuto, capolavoro.»

GIUSEPPE CEDERNA debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel ’78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte d’estate” del Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in “Amadeus” di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne “Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia di Gabriele Lavia; in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht regia di Pino Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne “Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini; dal 2015 ne “L’Ultima Estate dell’Europa”, spettacolo sulla Prima Guerra Mondiale di Giuseppe Cederna e Augusto Golin, regia di Ruggero Cara. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi, un’interessante attività cinematografica. Premio Oscar con il film “Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.

Regia RUGGERO CARA - ELISABETH BOEKE
Scene Francesca Sforza
Costumi Alexandra Toesca
Luci Paolo Latini

Di e con
GIUSEPPE CEDERNA
Musiche eseguite dal vivo
M° Sandro D’Onofrio

www.artupart.com;


- scheda spettacolo –

“È impossibile comprendere una figura del passato e tantomeno un genio se non si sia mai fatto il tentativo di comprendere se stessi. Il genio, al contrario dello pseudo genio, non si vede come centro del dolore del mondo. Egli brucia e non cerca di impedirselo, semplicemente lo ignora, non si vede in relazione con il mondo. Anzi, non si vede assolutamente. Mozart era un mistero anche per se stesso.”

Sono queste le poche, sibilline parole che Wolfgang Hildesheimer, forse il più grande biografo di Mozart, rivolge a due giovani artisti venuti a chieder consiglio: un attore in procinto di affrontare "Amadeus", il testo teatrale di Peter Shaffer da cui fu tratto l'omonimo film di Milos Forman, e un pianista alla vigilia di un grande concerto.

"Mozart è inafferrabile." Il vecchio Wolfgang li accompagna ai piedi delle montagne e, con una tenerezza quasi paterna, li abbandona al bosco in cui si lascia e si lascia ai figli. Unico aiuto il suo libro con le sue tracce misteriose.

Immaginate la sorpresa dei nostri eroi nello scoprire che sarà proprio lui, Mozart in carne ed ossa, a prendere in mano quel libro per cercare di capire se stesso e risolvere quel mistero irrisolvibile che porta il suo nome. Un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo della sua musica. Un viaggio che contiene anche la possibilità del fallimento ma che è in ogni caso un successo intraprendere.


Ecco quindi l'enfant prodige perennemente in tournée per le strade dissestate d'Europa; ecco i tic, le acrobazie e il talento per la comicità fecale tramandatagli dalla mamma; ecco il virtuoso, l'impareggiabile buffone, il Flauto Magico e il Don Giovanni; le umiliazioni, i successi, gli amori e i dolori che hanno segnato la fulminante esistenza "di uno spirito indicibilmente grande, regalo immeritato per l'umanità nel quale la natura ha prodotto un eccezionale, forse irripetibile, ad ogni modo mai più ripetuto, capolavoro."

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