E' USCITO IL NUOVO LIBRO DI
ROSARIO PALAZZOLO
"IDDI TRITTICO DELL'IRONIA
E DELLA DISPERAZIONE"
Lo slittamento del pensiero verso
l’ignoto significa sondare il possibile fino all’estremo
dell’impossibile: è il tema dell’impossibilità a fare da fulcro
alle tre opere teatrali raccolte sotto il nome di Iddi, scritte e
messe in scena dallo stesso autore tra il 2007 ed il 2015.
Ouminicch’ (2007) ovvero
l’impossibilità della scelta, l’impossibilità per l’uomo di
liberarsi dal meccanismo imperfetto architettato dal destino, dalla
società, dagli altri, da se stessi, da “iddi”.
Letizia forever (2013) è
l’impossibilità della verità, perché non c’è risposta
possibile all’impossibile che è l’essere umano.
Portobello never dies (2015) è
l’impossibilità della speranza per tre uomini rinchiusi in uno
spazio a metà tra la vita e la morte, in un tempo che affonda nel
non-tempo, in cui si inceppa il meccanismo della memoria e tutto
diventa la figura di un radicale smarrimento epistemico nel caos
dell’esistenza.
La condizione di prigionia non è solo
la coercizione esercitata da qualcuno (gli altri-“Iddi”) sui
personaggi, ma una condizione esistenziale che si fa metafora della
vita.
Nello spazio immaginario ed estetico di
questo particolare teatro-mondo gli spazi sono spesso luoghi di
reclusione e di tortura dove vivono rinchiusi esseri che sfuggono
all’imperativo normalizzante imposto dalla società, dagli altri,
ma anche da noi stessi, da “Iddi”. Questa parola dal suono
cacuminale che in dialetto significa “loro”, indica per l’appunto
un’alterità inafferrabile, qualcuno che sta al limite, oltre i
confini della realtà tangibile.
La realtà in cui sono rinchiusi i
personaggi di questo teatro è una gabbia irrazionale che contraddice
le leggi dell’euristica, una realtà che è proiezione della
confusione interiore in cui essi sono immersi. L’ironia che
serpeggia attua un capovolgimento dove il sublime scivola nel comico:
è un riso volto a cogliere l’angoscia del nulla, il risvolto della
disperazione, il lato comico del tragico. Un paradosso semantico che
è già compreso nel titolo dove “ironia” e “disperazione”
si sfidano a radicalizzare l’attrito tra gli opposti.
La lingua di questo teatro, divaricata
al limite tra il possibile e l’impossibile, ci dà l’idea di una
lingua contraffatta, disarcionata, difettosa. Il palermitano della
strada che usa Palazzolo, parte da una connotazione geografica, ma
questa presunta mimesi di una lingua parlata si rivela ingannevole:
la parola è sentita come emorragia, un’emorragia che fa sorgere
nuovi sensi. Una fisionomia linguistica arbitraria, abusiva, che sta
al limite e che sonda tutte le possibilità del limite: la sua è una
parola messa alla prova, alterata, usurata, corrotta, è una ferita
in cui in cui si sperimenta il rischio, in cui parlare è violenza.
Collana “percorsi”
€ 15,00
formato: 11,5*20 pp. 208
ISBN: 978-88-97276-82-1
formato: 11,5*20 pp. 208
ISBN: 978-88-97276-82-1
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