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domenica 19 marzo 2017

SONIA BERGAMASCO DIRIGE
FEDERICA FRACASSI E ISABELLA RAGONESE
"LOUISE E RENEE"
FRAMMENTI DI UN DISCORSO SULL'AMORE

Un romanzo di Balzac adattato per la scena da Stefano Massini
Una produzione del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa

A marzo, al Chiostro Nina Vinchi, un ciclo di incontri.

Un Balzac tutto al femminile. Sonia Bergamasco per la regia, Federica Fracassi e Isabella Ragonese protagoniste, danno vita a un testo drammaturgico che Stefano Massini ha liberamente tratto da Memorie di due giovani spose di Balzac (1842), unico romanzo epistolare dell’autore della Commedia umana.


Femminile il colore del racconto che Balzac diluisce eccezionalmente, per le sue consuetudini, in un flusso di lettere. Louise e Renée sono due donne legate da un’amicizia che attraversa gli anni e con il passare del tempo segna la distanza tra due antitetiche maniere di confrontare la propria identità con l’ambiente e i suoi condizionamenti.
Femminile la compagine artistica che porta in scena questa nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano. Sonia Bergamasco cura la sua prima regia per il Piccolo, nella cui Scuola si è diplomata. Federica Fracassi torna, dopo avere interpretato Blondi nel 2013 diretta da Renzo Martinelli, sempre in una produzione del Piccolo. Una prima volta assoluta nel nostro teatro è, infine, quella di Isabella Ragonese.

Ragione e sentimento: un alfabeto comune dell’amore

Louise e Renée sono due giovani donne legate da un’amicizia profonda che affonda le radici nell’infanzia,
trascorsa insieme in un convento/collegio – spazio bianco dell’immaginazione, giardino chiuso degli affetti. Il loro affacciarsi alla vita “fuori”, il loro ritorno a casa, corrisponde all’inizio di un dialogo epistolare che prolungherà negli anni la ricerca di un alfabeto comune dell’amore.
Le due donne allestiscono così, attraverso le lettere, un teatro permanente del proprio vissuto, e ne diventano le registe consapevoli, acute. Scoprono che, anche nella rappresentazione del racconto, i loro sentimenti restano comunque impenetrabili, sfuggenti e devono fronteggiare, nel tempo, le tante cristallizzazioni dell’amore: famiglia, figli e progetto, per Renée; passione totalizzante, isolamento e caduta, per Louise. Il loro dialogo a distanza compone, anno dopo anno, le tessere di un mosaico che potrebbe forse dare forma a un’immagine di donna in cui ragione e sentimento finalmente coesistono.
La drammaturgia di Stefano Massini conserva l’impianto originario del romanzo da cui trae ispirazione. Memorie di due giovani spose è infatti l’unica opera epistolare della sterminata Commedia di Balzac, e da subito mi è sembrato essenziale cogliere il senso profondo di questa invenzione drammaturgica.

Vivo l’esperienza della lettura come un momento di grande libertà, come uno “specchio del desiderio” dove le parole, depositate sulla carta, sulla scrivania del computer, su kindle, o altrove ti chiedono di poter respirare, di trovare attraverso la tua lettura, un ritmo e un corpo esatti.

Comune denominatore delle storie (di donne) che ho scelto di mettere in scena in questi anni sono la fragilità e il desiderio. E la traduzione per il teatro di una narrazione originariamente non pensata per la scena. Louise e Renée di Stefano Massini ha a che vedere con tutto questo, con la capacità di inventare e di ascoltare storie. Con l’illusione di poter essere protagonisti, della storia. Per poi sentirsi travolti, manovrati, confusi, obbligati al confronto tra le cose certe – la cosiddetta realtà, le regole – e la miniera dell’infanzia – origine di tutte le storie.
Sonia Bergamasco

Una questione linguistica

Il libro - l'unico romanzo epistolare di Balzac - procede attraverso lo strumento immaginario di un carteggio, fra due personaggi che non si vedono. Louise e Renée hanno un rapporto che è esclusivamente rimesso alle lettere che si scrivono. Per veicolare le proprie emozioni, le proprie storie, il proprio vissuto, le due donne usano una modalità che potremmo definire - con un termine molto vicino alla comunicazione virtuale di oggi – “parola anaffettiva”. Attenzione: seppure profondamente emotiva, la loro è una parola anaffettiva. Sembra una contraddizione, ma non lo è: queste due donne usano un linguaggio fortemente intriso di emotività: parlano di amore, di realizzazione, di volontà, di delusione. É quindi una parola fortemente emotiva, che si infervora, che trasuda lacrime e sudore. Però al tempo stesso è una parola messa su un supporto di carta che poi farà da tramite raggiungendo l'altra persona, senza rapporto diretto. É come se quella parola, soprattutto quando è polemica, non tenesse conto delle conseguenze che scatena. Ci sono molti passaggi dell'opera in cui le due si dicono delle cose tremende l'una dell'altra, scagliano delle accuse profonde che probabilmente dal vivo non scaglierebbero. Ecco: ciò avviene perché quella parola è anaffettiva: avendo a che fare con un interlocutore virtuale, cartaceo, non si pone il problema dell'affetto (e potremmo dire anche dell'effetto) che crea su chi ne fruisce. È lo stesso meccanismo che oggi viene utilizzato, non a caso, nelle comunicazioni via chat: usiamo delle parole a nostra volta anaffettive perché non dirette, ma affidate ad un elemento che è un diaframma; usiamo delle parole molto forti delle quali poi spesso ci pentiamo in un secondo momento, ritrattandole o addirittura negandole.
Stefano Massini
(estratto dall’intervista nel programma di sala)

Un viaggio nel tempo della vita, al ritmo delle lettere

Parole “anaffettive” – come le definisce Stefano Massini – filtrate dalla distanza, affidate alle lettere che Louise e Renée si scambiano, “oggettivate” dal tempo che scorre tra una lettera e l’altra. Tempo, parole, rapporto espresso con “emozioni” che sono “sfasate” rispetto al presente di ciascuna delle due, così unite e così lontane. Unite da una complicità affettiva adolescenziale che viene solo evocata, da subito, con nostalgica distanza. Come “passato” che solo il confronto fisico, immediato, potrebbe farci rivivere come emozione. Ma forse è proprio questa asincronia temporale – ben diversa dall’immediatezza dello scambio di azioni e reazioni immediate delle “chat”, sostitute dell’attesa, della pazienza temporale delle lettere – a creare l’aspetto, più “emotivo” per noi spettatori: la lettera non può mai essere “il presente”, le parole sono sempre in “ritardo”. La vita di Louise e Renée accade tra l’una e l’altra lettera. Il tempo mette alla prova la forza, la resistenza alla realtà dei sentimenti. Le parole arrivano a tramutarsi come ricorda Massini, in “accuse” reciproche di cedimenti alle convenzioni, di moglie, di amante. In realtà sono la messa alla prova delle passioni profonde, dell’amore come utopia, attesa assoluta: tutto il “possibile” si trasforma in affetti, dedizione, annullamento. Questa dualità del tempo vive, nel testo, e nella regia di Sonia Bergamasco, anche con tenerezza, tristezza, delusione, in cure che Renée, soprattutto, dedica alla “lontana” Louise. Forse il viaggio nel tempo della vita, ritmato dalle lettere, non è l’unica lettura possibile. Louise dice: “siamo la stessa persona con nomi diversi. Tu sarai moglie, io zitella” (anche se non sarà così: conoscerà la solitudine camuffata da trasgressione).

Balzac, il lavoro sul testo di Massini, la regia di Sonia Bergamasco, l’interpretazione di Federica Fracassi, di Isabella Ragonese autorizzano anche questa possibilità: forse è una storia che una donna cerca di raccontare a se stessa per non rinunciare del tutto alla “miniera di storie”, per usare le parole della regista, che solo l’infanzia suggerisce come possibili.
Sergio Escobar

Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 – M1 Cairoli/Cordusio), dal 21 marzo al 30 aprile 2017
Louise e Renée
da Mémoires de deux jeunes mariées di Honoré de Balzac
drammaturgia Stefano Massini
regia Sonia Bergamasco
con Federica Fracassi, Isabella Ragonese
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Cesare Accetta
cura del movimento Alessio Maria Romano
trucco e acconciature Aldo Signoretti
assistente alla regia Davide Gasparro
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

Foto di scena Lorenzo Ceva Valla

Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30 (salvo giovedì 20 aprile ore 15, pomeridiana per le scuole); mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
Tutti i lunedì, sabato 15 e domenica 16 aprile, martedì 25 aprile RIPOSO.

Durata: un’ora e 20 minuti senza intervallo

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Informazioni e prenotazioni 0242411889 - www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai protagonisti su www.piccoloteatro.tv

Il trailer dello spettacolo sulla webtv del Piccolo
http://bit.ly/LouiseRenee_trailer

Intorno a Louise e Renée
Gli incontri al Chiostro (ore 17, via Rovello 2)

Mercoledì 22 marzo
Intorno a Balzac
a cura di Maria Giulia Longhi e Daniela Mauri (Università degli Studi di Milano)

Lunedì 27 marzo
Conversazione con Sonia Bergamasco
con Maurizio Porro, giornalista e critico

Mercoledì 5 aprile
Louise e Renée: il teatro dei sentimenti

conversazione con Federica Fracassi e Isabella Ragonese

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