SONIA BERGAMASCO DIRIGE
FEDERICA FRACASSI E ISABELLA RAGONESE
"LOUISE E RENEE"
FRAMMENTI DI UN DISCORSO SULL'AMORE
Una produzione del Piccolo Teatro di
Milano-Teatro d’Europa
A marzo, al Chiostro Nina Vinchi, un
ciclo di incontri.
Un Balzac tutto al femminile. Sonia
Bergamasco per la regia, Federica Fracassi e Isabella Ragonese
protagoniste, danno vita a un testo drammaturgico che Stefano Massini
ha liberamente tratto da Memorie di due giovani spose di
Balzac (1842), unico romanzo epistolare dell’autore della Commedia
umana.
Femminile il colore del racconto che
Balzac diluisce eccezionalmente, per le sue consuetudini, in un
flusso di lettere. Louise e Renée sono due donne legate da
un’amicizia che attraversa gli anni e con il passare del tempo
segna la distanza tra due antitetiche maniere di confrontare la
propria identità con l’ambiente e i suoi condizionamenti.
Femminile la compagine artistica che
porta in scena questa nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano.
Sonia Bergamasco cura la sua prima regia per il Piccolo, nella cui
Scuola si è diplomata. Federica Fracassi torna, dopo avere
interpretato Blondi nel 2013 diretta da Renzo Martinelli, sempre in
una produzione del Piccolo. Una prima volta assoluta nel nostro
teatro è, infine, quella di Isabella Ragonese.
Ragione e sentimento: un alfabeto
comune dell’amore
Louise e Renée sono due giovani donne
legate da un’amicizia profonda che affonda le radici nell’infanzia,
trascorsa insieme in un
convento/collegio – spazio bianco dell’immaginazione, giardino
chiuso degli affetti. Il loro affacciarsi alla vita “fuori”, il
loro ritorno a casa, corrisponde all’inizio di un dialogo
epistolare che prolungherà negli anni la ricerca di un alfabeto
comune dell’amore.
Le due donne allestiscono così,
attraverso le lettere, un teatro permanente del proprio vissuto, e ne
diventano le registe consapevoli, acute. Scoprono che, anche nella
rappresentazione del racconto, i loro sentimenti restano comunque
impenetrabili, sfuggenti e devono fronteggiare, nel tempo, le tante
cristallizzazioni dell’amore: famiglia, figli e progetto, per
Renée; passione totalizzante, isolamento e caduta, per Louise. Il
loro dialogo a distanza compone, anno dopo anno, le tessere di un
mosaico che potrebbe forse dare forma a un’immagine di donna in cui
ragione e sentimento finalmente coesistono.
La drammaturgia di Stefano Massini
conserva l’impianto originario del romanzo da cui trae ispirazione.
Memorie di due giovani spose è infatti l’unica opera epistolare
della sterminata Commedia di Balzac, e da subito mi è sembrato
essenziale cogliere il senso profondo di questa invenzione
drammaturgica.
Vivo l’esperienza della lettura come
un momento di grande libertà, come uno “specchio del desiderio”
dove le parole, depositate sulla carta, sulla scrivania del computer,
su kindle, o altrove ti chiedono di poter respirare, di trovare
attraverso la tua lettura, un ritmo e un corpo esatti.
Comune denominatore delle storie (di
donne) che ho scelto di mettere in scena in questi anni sono la
fragilità e il desiderio. E la traduzione per il teatro di una
narrazione originariamente non pensata per la scena. Louise e Renée
di Stefano Massini ha a che vedere con tutto questo, con la capacità
di inventare e di ascoltare storie. Con l’illusione di poter essere
protagonisti, della storia. Per poi sentirsi travolti, manovrati,
confusi, obbligati al confronto tra le cose certe – la cosiddetta
realtà, le regole – e la miniera dell’infanzia – origine di
tutte le storie.
Sonia Bergamasco
Una questione linguistica
Il libro - l'unico romanzo epistolare
di Balzac - procede attraverso lo strumento immaginario di un
carteggio, fra due personaggi che non si vedono. Louise e Renée
hanno un rapporto che è esclusivamente rimesso alle lettere che si
scrivono. Per veicolare le proprie emozioni, le proprie storie, il
proprio vissuto, le due donne usano una modalità che potremmo
definire - con un termine molto vicino alla comunicazione virtuale di
oggi – “parola anaffettiva”. Attenzione: seppure profondamente
emotiva, la loro è una parola anaffettiva. Sembra una
contraddizione, ma non lo è: queste due donne usano un linguaggio
fortemente intriso di emotività: parlano di amore, di realizzazione,
di volontà, di delusione. É quindi una parola fortemente emotiva,
che si infervora, che trasuda lacrime e sudore. Però al tempo stesso
è una parola messa su un supporto di carta che poi farà da tramite
raggiungendo l'altra persona, senza rapporto diretto. É come se
quella parola, soprattutto quando è polemica, non tenesse conto
delle conseguenze che scatena. Ci sono molti passaggi dell'opera in
cui le due si dicono delle cose tremende l'una dell'altra, scagliano
delle accuse profonde che probabilmente dal vivo non scaglierebbero.
Ecco: ciò avviene perché quella parola è anaffettiva: avendo a che
fare con un interlocutore virtuale, cartaceo, non si pone il problema
dell'affetto (e potremmo dire anche dell'effetto) che crea su chi ne
fruisce. È lo stesso meccanismo che oggi viene utilizzato, non a
caso, nelle comunicazioni via chat: usiamo delle parole a nostra
volta anaffettive perché non dirette, ma affidate ad un elemento che
è un diaframma; usiamo delle parole molto forti delle quali poi
spesso ci pentiamo in un secondo momento, ritrattandole o addirittura
negandole.
Stefano Massini
(estratto dall’intervista nel
programma di sala)
Un viaggio nel tempo della vita, al
ritmo delle lettere
Parole “anaffettive” – come le
definisce Stefano Massini – filtrate dalla distanza, affidate alle
lettere che Louise e Renée si scambiano, “oggettivate” dal tempo
che scorre tra una lettera e l’altra. Tempo, parole, rapporto
espresso con “emozioni” che sono “sfasate” rispetto al
presente di ciascuna delle due, così unite e così lontane. Unite da
una complicità affettiva adolescenziale che viene solo evocata, da
subito, con nostalgica distanza. Come “passato” che solo il
confronto fisico, immediato, potrebbe farci rivivere come emozione.
Ma forse è proprio questa asincronia temporale – ben diversa
dall’immediatezza dello scambio di azioni e reazioni immediate
delle “chat”, sostitute dell’attesa, della pazienza temporale
delle lettere – a creare l’aspetto, più “emotivo” per noi
spettatori: la lettera non può mai essere “il presente”, le
parole sono sempre in “ritardo”. La vita di Louise e Renée
accade tra l’una e l’altra lettera. Il tempo mette alla prova la
forza, la resistenza alla realtà dei sentimenti. Le parole arrivano
a tramutarsi come ricorda Massini, in “accuse” reciproche di
cedimenti alle convenzioni, di moglie, di amante. In realtà sono la
messa alla prova delle passioni profonde, dell’amore come utopia,
attesa assoluta: tutto il “possibile” si trasforma in affetti,
dedizione, annullamento. Questa dualità del tempo vive, nel testo, e
nella regia di Sonia Bergamasco, anche con tenerezza, tristezza,
delusione, in cure che Renée, soprattutto, dedica alla “lontana”
Louise. Forse il viaggio nel tempo della vita, ritmato dalle lettere,
non è l’unica lettura possibile. Louise dice: “siamo la stessa
persona con nomi diversi. Tu sarai moglie, io zitella” (anche se
non sarà così: conoscerà la solitudine camuffata da
trasgressione).
Balzac, il lavoro sul testo di Massini,
la regia di Sonia Bergamasco, l’interpretazione di Federica
Fracassi, di Isabella Ragonese autorizzano anche questa possibilità:
forse è una storia che una donna cerca di raccontare a se stessa per
non rinunciare del tutto alla “miniera di storie”, per usare le
parole della regista, che solo l’infanzia suggerisce come
possibili.
Sergio Escobar
Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 –
M1 Cairoli/Cordusio), dal 21 marzo al 30 aprile 2017
Louise e Renée
da Mémoires de deux jeunes
mariées di Honoré de Balzac
drammaturgia Stefano Massini
regia Sonia Bergamasco
con Federica Fracassi, Isabella Ragonese
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Cesare Accetta
cura del movimento Alessio Maria Romano
trucco e acconciature Aldo Signoretti
drammaturgia Stefano Massini
regia Sonia Bergamasco
con Federica Fracassi, Isabella Ragonese
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Cesare Accetta
cura del movimento Alessio Maria Romano
trucco e acconciature Aldo Signoretti
assistente alla regia Davide
Gasparro
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
Foto di scena Lorenzo Ceva Valla
Orari: martedì, giovedì e sabato ore
19.30 (salvo giovedì 20 aprile ore 15, pomeridiana per le scuole);
mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
Tutti i lunedì, sabato 15 e domenica
16 aprile, martedì 25 aprile RIPOSO.
Durata: un’ora e 20 minuti senza
intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26
euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889
- www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai
protagonisti su www.piccoloteatro.tv
Il trailer dello spettacolo sulla webtv
del Piccolo
http://bit.ly/LouiseRenee_trailer
Intorno a Louise e Renée
Gli incontri al Chiostro (ore 17, via
Rovello 2)
Mercoledì 22 marzo
Intorno a Balzac
a cura di Maria Giulia Longhi e Daniela
Mauri (Università degli Studi di Milano)
Lunedì 27 marzo
Conversazione con Sonia Bergamasco
con Maurizio Porro, giornalista e
critico
Mercoledì 5 aprile
Louise e Renée: il teatro dei
sentimenti
conversazione con Federica Fracassi e
Isabella Ragonese
Nessun commento:
Posta un commento