ALLA SALA UMBERTO DI ROMA
"UNO NESSUNO CENTOMILA"
CON ENRICO LO VERSO
L’omaggio a Luigi Pirandello,
attraverso l’adattamento teatrale del più celebre dei suoi
romanzi: la storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione
la propria vita, a partire da un dettaglio, minimo insignificante. Il
pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene
dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano intorno ad un
particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità, lasciano
il posto alla ricerca del SÉ autentico, vero, profondo. L’ironia
della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua
gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi, e
nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno,
a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un
prezzo che conviene pagare, pur di assaporare la vita.
IL PROGETTO:
Avrei voluto che Pirandello fosse vivo,
per mostrargli la grandezza della sua parola, la contemporaneità di
un messaggio, più attale oggi a 100 anni dalla sua formulazione, il
bisogno impellente, necessario, autentico del pubblico di
approvvigionarsi della conoscenza di sé, di leggere per provare a
decodificare quei segni della quotidianità come codici di accesso ai
meandri delle proprie emozioni. Mi chiedo ogni sera, osservando il
pubblico che, immobile, assiste allo spettacolo, se Pirandello fosse
veramente consapevole delle conseguenze che la portata della forza
tumultuosa, di quella giustapposizione di pensieri, di quella serie,
interminabile, di quesiti, della ricerca smaniosa di risposte,
avrebbero potuto produrre sul pubblico. O se, come spesso accade, il
risultato abbia superato le intenzioni. Di certo nel suo pensiero e
nella sua opera c’è la consegna al mondo del fardello della
conoscenza, che è peso per la presa in carica di sé stessi, ma
anche leggerezza per la scoperta meravigliosa di quella bellezza che
ad ognuno la vita riserva.
Uno, nessuno e centomila è il romanzo
chiave: non in quanto apoteosi o summa del pensiero, ma quanto
incipit per un’analisi introspettiva e macroscopica sulle dinamiche
esistenziali, ma anche socio culturali della società. Uno, nessuno e
centomila “apre”, la mente a riflessioni e a dubbi, il cuore alla
ricerca della propria essenza, ma soprattutto apre alla vita,
affinché scelga la forma migliore con cui rappresentare l’individuo.
Ho raccolto l’eredità di questo
pensiero, più per dovere che per amore per l’arte. Il dovere di
chi fa questo lavoro e che è chiamato ad interpretare strumenti di
conoscenza, inventando specifici e linguaggi in modo da renderli
accessibili a tutti.
Ecco che UNO NESSUNO CENTOMILA, nel
riadattamento del testo reso in forma di monologo, che ho voluto
dargli diventa il presupposto per un teatro che “informa”, che
supera la funzione dell’intrattenimento e diventa pretesto,
occasione, spunto per la conoscenza. E in questo sta il dovere di un
drammaturgo, nel trovare un codice per offrire al pubblico
l’occasione per superare sé stesso. Poco importa se il pretesto
sia una sera a teatro, del resto, Pirandello stesso ci insegna che il
pretesto è pur sempre una banalità.
Ecco che la messa in scena di UNO
NESSUNO CENTOMILA, affidata alla magistrale bravura di Enrico Lo
Verso, è come una seduta psicoterapeutica: tutti ne sono attratti,
ma in pochi sono consapevoli degli scenari che possono profilarsi.
Ecco che 70 minuti sono il tempo
necessario ad affondare le mani nella propria mente, ricercare come
in un dejà vu, gli elementi già noti, riconoscerli e iniziare a
guardarli con una luce nuova.
Ecco che lo spettacolo rompe gli
schemi, toccando uno dopo l’altro i conflitti di un’esistenza: il
rapporto con i genitori, i dubbi sulla provenienza, il rapporto dei
generi, la ricerca dell’identità ed, in fine, l’affermazione di
sé.
Ecco che il pubblico si nutre di testo,
in silenzio elabora, applaude e, ogni sera, ci chiede di farlo
ancora…
Alessandra Pizzi
LO SPETTACOLO
Uno spettacolo su l’ultimo romanzo di
Luigi Pirandello, in occasione del 150esimo anniversario della
nascita dell’autore di Girgenti, quello che riesce a sintetizzare
il pensiero dell’autore nel modo più completo. Pirandello stesso,
in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo “più
amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della
vita. “Uno, nessuno e centomila” è un’opera di lunga
elaborazione, di assidua stesura, che accompagna, o per meglio dire
informa di sé, il resto della produzione pirandelliana.
Da qui l’idea di una nuova e
originale messa in scena, che possa ricercare nuovi specifici per lo
spettacolo ma, soprattutto, sappia ridisegnare il rapporto,
all’interno dello spazio scenico tra la parola e gesto.
Un unico testo narrativo, per
interpretazione sempre diverse affidate al racconto di Enrico Lo
Verso, che mette in scena un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo
“senza tempo”. Un’interpretazione naturalistica, immediata,
“schietta”, volta a sottolineare la contemporaneità di un
messaggio universale, univoco, perenne: la ricerca della propria
essenza, dentro la giungla quotidiana di omologazioni. La voglia di
arrivare infondo ed assaporare la vita, quella autentica, oltre le
imposizioni sociali dei ruoli. La paura di essere soli, fuori dal
grido sociale della massa. Ed infine, il piacere unico, impagabile
della scoperta del proprio “uno”: autentico, vero, necessario. Il
Vitangelo Moscarda interpretato da Lo Verso diventa uomo di oggi, di
ieri, di domani. Ed il testo diventa critica di una società che
oggi, come cento anni fa (quando il testo fu concepito), tende alla
partecipazione di massa a svantaggio della specificità
dell’individuo. Ma la sua è una critica volta ad un finale
positivo, la scoperta per ognuno di essere stessi, dentro la propria
bellezza. L’interpretazione, non manca di ironia e sagacia, ricca
com’è di inflessioni e note di colore tipiche siciliane, tanto
care all’autore del testo, al personaggio e all’attore che lo
interpreta. Una messa in scena mutevole in ogni contesto, nel
rapporto empatico con il luogo e con chi ascolta e che dà forma ad
un personaggio, che è uno, centomila o nessuno, tutti per la prima
volta affidati al racconto di una voce.
Adattamento e regia Alessandra Pizzi
30 repliche Sold Out in Italia - Oltre
25.000 spettatori
In occasione del 150esimo anniversario
della nascita di Luigi Pirandello
SALA UMBERTO
Dal 20 al 30 aprile 2017
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
www.salaumberto.com
Tutte le sere ore 21.00; sabato 22
aprile 2017 ore 17.00; domenica ore 17.00;
sabato 29 aprile 2017 ore 17.00 e ore
21.00
Prezzi da 32€ a 23€
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