LA TRAGEDIA DEL BIMBO
CADUTO
NEL POZZO DI VERMICINO
"ALFREDINO L'ITALIA IN FONDO AL POZZO"
TEATRO LIBERO DI MILANO

Ma racconta anche della nascita del
primo grande evento mediatico di massa, che ha tenuto incollati al
piccolo schermo milioni di spettatori per tre giorni.
Era il 1981 e quella prima diretta
no-stop presto si trasformò in un partecipazione collettiva che
avrebbe dovuto documentare una storia a lieto fine e che invece ha
segnato uno shock emotivo nazionale. Una storia che assomiglia a
mille altre storie italiane, fatta di improvvisazione,
approssimazione, coraggio, cialtroneria, conflitti tra poteri,
politica e vanità. Protagonisti macchiette, nani, acrobati, eroi,
mezzibusti, politici; come se quel pozzo avesse risucchiato l'intero
Paese per risputarlo fuori sempre uguale a se stesso eppure
irrimediabilmente mutato.
Per molti dei commentatori dell'epoca
quell'evento segnò un punto di non ritorno.
Nasceva in quegli anni la Tv privata e
si realizzava quel mutamento antropologico, profetizzato da Pasolini.
Eppure, in questo monologo per solo attore/narratore c'è spazio sia
per la denuncia sociale e politica sia per cammei di autentica
umanità. Sono il vigile, che ha cercato di rassicurare il bambino
per lunghissime ore, descrivendogli le trivelle che scavavano il
pozzo parallelo attraverso cui avrebbero dovuto salvarlo come fossero
i “magli” di Goldrake o Mazinga, o il minuto ma caparbio
speleologo sardo che rimase per 40 minuti a testa in giù, a 60 metri
di profondità, nel pur vano tentativo di imbracare il piccolo e
salvarlo. Ma il personaggio centrale è certo Alfredino, quel bambino
perduto, come fosse l'anima dell'Italia inghiottita dal buio e per
sempre incastonato come un diamante nel blocco di ghiaccio azotato,
in cui ne fu conservato il corpo, prima di poterlo recuperare.
STRALCI DI RASSEGNA STAMPA
“L’attore alterna così le
emozionanti intepretazioni dei vari personaggi a momenti di
narrazione ricchi di informazioni, creando una struttura
drammaturgica coinvolgente e pungente. In sala c’è una tensione
continua. Per un attimo si riesce realmente a sentire la lotta
copntro il tempo, la paura e il rumore delle trivelle che scavano
ininterrottamente per raggoungere il piccolo. Si riesce a percepire
il biuo e l’odore della terra profonda che uccide lentamente.
L’intento non è solo quello di raccontare una tragedia che non
dovrebbe mai essere dimenticata, ma di dare voce al suo protagonista.
L’attore, infatti, spiazza il pubblico sedendosi in platea per
lasciare ad Alfredino il palco”. Marilisa Pendino, Recensito.net
“Lo spettacolo del DOIT Festival è
stato magistrale. Una scenografia sobria ma semplice: due sedie,
delle cuffie da radiocronista, un microfono e vari oggetti. Il testo
e la bravura di scrittore e attore di Fabio Banfo, il quale si è
ispirato al testo “Vermicino. L’Italia nel pozzo” di Massimo
Gamba. Noi del pubblico eravamo Alfredino Rampi. Pensavamo come
Alfredino Rampi”. Culturamente.it
Date e orari:
da lunedì 5 a domenica 11 giugno ore
21.00, domenica ore 16
biglietti: da 16 a 12 euro
Info biglietteria:
biglietteria@teatrolibero.it
acquisto online:
https://www.teatrolibero.it/alfredino
telefono: 02.8323126,
www.teatrolibero.it
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