"A PORTE CHIUSE DENTRO
L'ANIMA CHE CUOCE"
DUE DONNE E UN UOMO
IN UN SALOTTO PER L'ETERNITÀ'
Due donne e un uomo, rinchiusi in un
salotto per l’eternità.
Quel salotto elegante e perbene è
l’aldilà, e la loro convivenza è la condanna dopo la morte.
Jean-Paul Sartre scrive A porte chiuse nel 1944, firmando uno dei
capolavori della drammaturgia europea: un serrato dialogo fra tre
morti che protraggono la loro pena semplicemente rigettandosi in
faccia verità scomode. Il testo è una metafora delle relazioni
sociali e della stessa identità deformata dalla prospettiva degli
altri: la perfetta realizzazione della famosa frase di Sartre
“l’inferno sono gli altri”.
Il testo, per la sua capacità di
descrivere i rapporti umani, e dunque le aberrazioni e forzature del
giudizio altrui, rimane attualissimo, anche settant’anni dopo,
nell’epoca in cui il “controllo” dell’altro passa impietoso e
violento attraverso i media e i social network, definendo un “inferno
globale” che è l’ambiente in cui viviamo.
Dopo gli “inferni” di Copi,
Elfriede Jelinek, Koltès, Beckett o Pasolini, Andrea Adriatico
approda all’opera più esplicita riguardante la pressione sociale
come fonte di sofferenza per l’uomo della nostra epoca. E lo fa in
una coproduzione che vede coinvolti Teatri di Vita, Akròama T.L.S. e
Teatri di Bari. Lo spettacolo rientra nel progetto Atlante: “progetto
cervicale per chi soffre di dolori al collo, dolori da peso del
mondo”, che si sviluppa attraverso gli spazi urbani. Dopo Bologna,
900 e duemila, prima tappa di Atlante negli spazi monumentali del
capoluogo emiliano, ecco lo spazio tutto interiore e domestico di A
porte chiuse, seconda parte del progetto.
RASSEGNA STAMPA
La verità e la menzogna si
confonderanno, in un gioco al massacro che il regista porta fin nella
cronaca dei nostri giorni. La donna dell’alta società ricorda il
suo funerale con macchinoni, carro funebre con cavalli, petali di
rosa sparsi da un elicottero, musica del Padrino. La traduttrice
ricorda Giulio, un ragazzo ucciso a botte come lei, là in Egitto. E
partono video che ci portano verso servizi visti in televisione, le
esequie del “re di Roma”, il boss Casamonica; la storia di Giulio
Regeni, con le parole toccanti della madre, di come lui fosse un
ragazzo d’oggi, “contemporaneo”, che studiava, viaggiava
ricercava lontano da casa, con una domanda su cosa riserva il futuro
a quella generazione. Qui sta il cuore delle questioni di Adriatico,
con cuscini infernali bianchi rossi e verdi, in uno spettacolo da
vedere, pieno di misteri e pensieri.
[Massimo Marino – Corriere della
Sera]
Andrea Adriatico compone partiture
della parola e dello spazio, facendo base nella casa bolognese di
Teatri di Vita creata nel 1993, incontrando drammaturgie come quelle
di Koltès, Pasolini, Beckett, Copi, Jelinek, attraversando numerosi
festival da Santarcangelo alla Biennale Teatro. Al cinema racconta
rimozioni intime (nei film Il vento, di sera; All’amore assente) e
pubbliche (nei documentari +o- il sesso confuso. racconti di mondi
nell’era aids, e Torri, checche e tortellini), presentate e
premiate in festival internazionali.
Gianluca Enria, attore e regista,
stretto collaboratore di Giancarlo Sepe dal 1998, è stato diretto
tra l’altro da Luca Ronconi (La morte innamorata), Carmelo Bene
(Hommelette for Hamlet), Andrea Camilleri, Attilio Corsini, Roberto
Guicciardini. Con la regia di Andrea Adriatico ha interpretato
diversi spettacoli (tra cui Il ritorno al deserto, Giorni felici,
Bologna 900 e duemila). Inoltre ha lavorato per il cinema, la radio e
la televisione. Come regista ha messo in scena opere di Schwarz,
Ripoll, Jarman.
Teresa Ludovico, attrice e regista,
direttrice artistica del Teatro Kismet e oggi dei Teatri di Bari. Ha
collaborato con molti artisti, da Marco Martinelli a Giovanni
Tamborrino. Ha diretto e interpretato, tra gli altri, i testi di
Antonio Tarantino Piccola Antigone e Cara Medea e Namur, e ha diretto
opere liriche (al Petruzzelli di Bari) e numerosi spettacoli anche in
Inghilterra e Giappone, ricevendo premi. Con i Radiodervish ha
realizzato In search of Simurgh (Premio dello Spettatore a a Teatri
di Vita).
Francesca Mazza, attrice protagonista
del teatro contemporaneo italiano, ha lavorato a lungo con Leo de
Berardinis con il quale ha fondato il Teatro di Leo negli anni ’80.
Ha lavorato, tra gli altri, con Alfonso Santagata, Raul Ruiz,
Fernando Solanas, Jacques Lassalle, Julie Ann Anzilotti, Fanny &
Alexander e Pietro Babina. Con la direzione di Andrea Adriatico ha
interpretato, tra l’altro, Madame de Sade, Il ritorno al deserto,
Non io e il film Il vento, di sera. Ha vinto il Premio Ubu due volte,
nel 2005 e nel 2010.
Uno spettacolo di Andrea Adriatico
ispirato a Jean-Paul Sartre
drammaturgia di Andrea Adriatico e
Stefano Casi
con Leonardo Bianconi, Gianluca Enria,
Teresa Ludovico, Francesca Mazza e l’amichevole partecipazione di
Angela Malfitano e Leonardo Ventura
a cura di Daniela Cotti, Giulia
Generali, Laura Grazioli, Alberto Sarti, Saverio Peschechera
scene e costumi di Andrea Barberini
una produzione Teatri di Vita, Akròama
T.L.S. in collaborazione con Teatri di Bari
con il sostegno di Comune di Bologna –
Settore Cultura, Regione Emilia Romagna – Servizio Cultura,
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
PER INFO E BIGLIETTERIA
TEATRO i
via Gaudenzio Ferrari 11, Milano
biglietti - intero: 18 euro /
convenzionati: 12 euro / under 26: 11,50 euro / over 60: 9 euro
dal 15 al 17 dicembre – ore 20.00
info e prenotazioni: tel. 02/8323156 –
366/3700770 –biglietteria@teatroi.org – www.teatroi.org
biglietti disponibili su
www.vivaticket.it
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