IL "PREMIO GIORGIO LO CASCIO 2017"
A LUCA GEMMA

Si tratta di un riconoscimento nato nel
2005 a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (Catanzaro) e assegnato a
cantautori di valore fuori dai circuiti mainstream. Intende ricordare
Giorgio Lo Cascio, storico cantautore romano scomparso nel 2001. Con
lui Francesco De Gregori all'inizio della carriera aveva formato il
duo “Francesco e Giorgio” e successivamente, anche con Antonello
Venditti e Ernesto Bassignano, “I giovani del Folk” (i “quattro
ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulle spalle” di “Notte
prima degli esami” di Venditti).
La premiazione si terrà nei prossimi
mesi a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio in occasione di un concerto
di Gemma. La data verrà annunciata prossimamente.
Luca Gemma è nato ad Ivrea. Nel 1990
ha fondato, insieme a Pacifico, i Rossomaltese, nota band folk rock
della scena indipendente, con cui ha realizzato due album,
“Santantonio” e “Mosche Libere”, con 350 concerti in Italia e
Francia.
Dal 2004 al 2012 ha pubblicato quattro
dischi: “Saluti da Venus” (2004), “Tecniche di illuminazione”
(2007), “Folkadelic” (2010) e “Supernaturale” (2012). Nel
2015 è la volta di “Blue Songs”, primo album in inglese che lo
ha portato in tour in Australia, Italia e Francia con alcune date in
Inghilterra e Lussemburgo. Nel settembre del 2017 esce in vinile e cd
il suo sesto lavoro in studio “La felicità di tutti”.
Prodotto e arrangiato da Paolo Iafelice
e dallo stesso Gemma, “La felicità di tutti” contiene nove
inediti scritti dal cantautore più “Cajuina”, celebre brano di
Caetano Veloso, rivisitato con un testo in lingua italiana di Gemma e
la voce di Ricardo Fischmann, cantante brasiliano dei Selton. Fra gli
ospiti del disco anche Lele Battista al pianoforte e ai
sintetizzatori. L’album si caratterizza per una sonorità che
rivela un naturale mix di generi fra canzone d’autore, folk, rock,
soul e R&B.
Gemma è anche autore di brani per
altri cantanti, sia pop che indipendenti (Fiorella Mannoia, Malika
Ayane, Bobo Rondelli, Patrizia Laquidara, Cesare Malfatti, Marian
Trapassi, Paola Donzella), per la tv (Fabio Volo per La7 e Mtv,
Edmondo Berselli per Rai2), per la radio (Istituto Barlumen per
Radio3Rai e Radio 24), per il cinema (Roberta Torre, Sud Side Stori)
e per il teatro.
Il Premio Lo Cascio è organizzato
dall'Associazione Primavera Andreolese con il patrocinio della
Regione Calabria e dell'amministrazione comunale di Sant’Andrea
Apostolo dello Jonio. La direzione artistica è di Enrico Deregibus,
autore fra l'altro della biografia di Francesco De Gregori “Mi puoi
leggere fino a tardi”.
Negli anni precedenti il riconoscimento
era andato a Max Manfredi (2005), Pino Marino (2006), Rudy Marra
(2007), Sulutumana (2008), Carlo Fava (2009), Susanna Parigi (2010),
Marco Ongaro (2011).
Il Premio è stato assegnato da una
ampia e prestigiosa giuria coordinata da Deregibus e comprendente:
Roberta Balzotti (Tgr Rai), Marcello Barillà (Obiettivo Calabria),
Stefano Bartolotta (Indie-roccia.it), Alberto Bazzurro (Musica jazz),
Maurizio Becker (Classic rock), Mario Bonanno (Mescalina), Andrea
Caponeri (Radio Orvieto web), Roberto Caselli (Jam-TV), Massimiliano
Castellani (Avvenire), Stefano Crippa (Manifesto), Enrico de Angelis
(storico della canzone), Paola De Simone (Radio in Blu), Salvatore
Esposito (Blogfoolk), Claudio Fabretti (Ondarock), Leonardo Follieri
(Jam-TV), Ambrosia J. S. Imbornone (Rockerilla), Annino La Posta
(saggista), Elisabetta Malantrucco (Rai), Giuseppe Marasco
(Videocalabria), Carla Monaco (Tgr Calabria), Giommaria Monti
(Cartabianca), Michele Neri (Vinile), Bruno Palermo
(CrotoneNews.com), Francesco Paracchini (L’isola che non c’era),
Fausto Pellegrini (Rainews), Andrea Podestà (Nuova scuola genovese),
Giordano Sangiorgi (Mei), Paolo Talanca (Fatto quotidiano), Francesco
Tragni (Radio popolare), Gianluca Veltri (Mucchio selvaggio), Gianni
Zuretti (Buscadero).
IL PREMIO E GIORGIO LO CASCIO
Dagli anni Settanta S. Andrea Ionio ha
ospitato spesso cantautori italiani che, pur non avendo un grande
successo commerciale, hanno fatto la storia della musica di qualità.
L’istituzione, nel 2005, di un premio dedicato alla canzone
d’autore rappresenta un’ulteriore tappa di questo percorso e
l’idea di intitolare il riconoscimento a Giorgio Lo Cascio nasce
dal fatto che nel 1977 proprio S. Andrea ospitò un concerto
dell’artista romano scomparso nel 2001. Gli organizzatori di quello
spettacolo conservano un bellissimo ricordo di quell’evento e per
questo hanno voluto ricordare un artista sottovalutato.
Giorgio Lo Cascio, prematuramente
scomparso a soli 48 anni nel 2001, nei primi anni '70 fu tra i
promotori della cosiddetta “scuola romana”, che si riconosceva
nel Folkstudio di Trastevere. Lui, Antonello Venditti, Francesco De
Gregori ed Ernesto Bassignano danno vita ad un quartetto, “I
giovani del Folk”. Erano legati, i quattro (“quattro ragazzi con
la chitarra ed un pianoforte sulle spalle” come canta Venditti in
“Notte prima degli esami”) dallo stesso amore per il folk, la
canzone d’autore, la poesie e la politica. Giorgio artisticamente
era il figlio di Cohen, Francesco di Dylan, Antonello di Elton ed
Ernesto di Tenco. Le loro prime canzoni erano piene di rabbia, vino,
donne, funerali immaginari, aquiloni, soldati, treni e sogni di
libertà. Dopo le prime apparizioni al Folkstudio, Lo Cascio insieme
a De Gregori (di cui era fraterno amico) diede vita ad un duo,
Francesco e Giorgio, assimilabile per alcuni versi a quello di Simon
& Garfunkel. Lo Cascio è però stato un'artista dotato di una
personalità autonoma. I suoi testi ci mostrano una vena intimista,
quieta, fatta di piccoli sentimenti che proprio dalla semplicità
traggono la loro profondità; il tutto espresso attraverso una musica
acustica, arpeggiata, che non disdegna però di arricchirsi tramite
gli apporti del moog, del flauto, del pianoforte, delle percussioni.
Durante gli anni '70 ha avuto una produzione da cantautore politico,
meritevole di essere riscoperta.
Insieme a Venditti e De Gregori,
firmò un contratto discografico per la IT. Mentre Venditti e De
Gregori prepararono “Theorius Campus”, il loro esordio
discografico, lui incise “La mia donna”, disco un po’ acerbo,
molto acustico, poco competitivo rispetto ai brani dei vari
cantautori che stavano venendo a galla e di scarsissimo successo.
Riemerse nel 1976, grazie all’etichetta Divergo. Il disco prodotto,
“Il poeta urbano”, album politico molto bello, assai personale,
faticò però a farsi strada. Limitati furono anche i concerti tenuti
da Lo Cascio, che l’anno dopo incise (sempre con la Divergo) un
nuovo album, “Cento anni ancora”. Anche questo disco non ebbe
fortuna, nonostante i brani fossero assai validi. Dopo un nuovo
singolo, “Cosa c'è che non va”, sigla del programma tv "Tra
scuola e lavoro", sparì dalle scene. Molti anni dopo, partecipò
ad un gruppo estemporaneo, denominato U.A.F.F., messo in piedi da
vari cantautori allo scopo di fornire un supporto economico al
"Folkstudio" in difficoltà. Uscì poi un suo nuovo disco,
“Il vaso di Pandora”, con Stefano Iannucci. Lo Cascio è stato
ospite del Premio Tenco nel 1975, 1978 e 1983.
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