"ASPETTANDO GODOT"
SALA BAUSCH TEATRO
ELFO PUCCINI DI MILANO
DI SAMUEL BECKETT
«Quello che mi ha sempre affascinato
in Beckett è la sottile e fine poesia che scaturisce dai sui testi.
L’amore e la compassione per l’essere umano, costretto
disperatamente alla ricerca di un senso. Il vagare su questa terra in
perenne attesa di un gesto, di una parola che si faccia Verbo e
indichi una via, una meta per colmare il mistero dell’essere qui e
ora.
Nessun Dio. Nessuna metafisica. Si
aspetta. Qualcosa di indefinito e sconosciuto. Si fa passare il tempo
e si riempie uno spazio. Ci si aggrappa perdutamente a qualsiasi cosa
ci ricordi che esistiamo e che siamo vivi. Si gioca, con quello che
resta. Del mondo, dell’essere umano, delle parole.
Si resiste. Con affetto e violenza. Con
quello che si è. Con tutti i nostri limiti. Stretti l’un l’altro».
Alessandro Averone
DALLA RASSEGNA STAMPA
«La bella messinscena ad opera di
Alessandro Averone, attore e qui regista di un Aspettando Godot
godibilissimo affidato non più a due clown/barboni maturi, bensì di
più giovane età, credibili e bravissimi nel dare corpo a personaggi
senza tempo costretti in azioni che si ripetono come su di una
impietosa scacchiera senza via di uscita dove la paura di
quell’abisso dell’anima reclama (in sordina) la voce di Dio.
Una regia sensibile e calibrata,
un’ottima interpretazione – Marco Quaglia, Gabriele Sabatini,
Antonio Tintis, Mauro Santopietro – che dosa sapientemente stupore,
drammaticità, comicità e ironia, sono una buona garanzia per uno
spettacolo che ci lascia con un senso di speranza dicendoci che la
possibile salvezza in questo mondo, sta nell’aggrapparsi al
contatto umano, a ciò che può legare gli individui. Sentimenti
anche cercati disperatamente».
Giuseppe Di Stefano, Città Nuova
«Nel suo entusiasmante allestimento,
Alessandro Averone rimane fedele al classico di Beckett,
aggiungendovi un tocco di profonda sensibilità e delicata poesia, e
animandolo di una forte attualità. I personaggi e la loro precaria
condizione esistenziale sono specchio della società attuale e della
nostra incessante incertezza, del continuo bisogno di trovare un
senso al nostro vivere e al nostro essere nel mondo. Vladimiro ed
Estragone siamo tutti noi che aspettiamo un dio, un gesto, una parola
che si faccia verbo, un percorso, una destinazione che colmi il
mistero del nostro esistere. Il capolavoro del teatro dell’assurdo
si riscopre così fortemente attuale, e il regista lo illumina anche
di un profondo barlume di speranza, un dolcissimo messaggio di
salvezza, rappresentato proprio dal messaggero di Godot, interpretato
in questo caso da un bambino, il bravissimo Francesco Tintis, simbolo
di una nuova generazione, di un nuovo futuro, che potrà sopravvivere
all’incertezza dei nostri tempi attraverso la veridicità dei
sentimenti e la profondità degli affetti».
Maresa Palmacci, recensito.net
ALESSANDRO AVERONE
Classe 78. Piemontese. Diplomato
all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.
Ha fatto parte del progetto triennale
per il Teatro Eliseo “nuova compagnia dei giovani” lavorando
sotto la direzione di Maurizio Scaparro, Marco Carniti e conclude il
terzo anno con la commedia Metti, una sera a cena diretto da Giuseppe
Patroni Griffi.
Successivamente inaugura il Globe
Theatre di Roma come Romeo nel Romeo e Giulietta diretto da Gigi
Proietti. Scelto da Cesare Lievi per Fotografia di una stanza lavora
per due stagioni con il Teatro Stabile di Brescia. Da questo momento
inizia una lunga collaborazione con il Teatro Due di Parma entrando a
far parte dell’ensamble permanente. Durante questi 7 anni affronta
come attore 19 spettacoli (diretto da W.Le Moli - G. Dall’Aglio,
V. Bodo, R. Cavosi, F. Però, L. Muscato, M. Farau) e inizia anche la
sua esperienza come regista mettendo in scena 4 spettacoli (tra cui
Così è, se vi pare e La visita della vecchia signora)
Viene scelto da Peter Stein per
spettacolo colossal I Demoni tratto dall’omonimo romanzo di
Dostoevskj. La collaborazione con Peter Stein è continuata con Il
ritorno a casa di H. Pinter prodotto dal Teatro Metastasio e Der Park
con il Teatro di Roma
Ha prestato la voce come protagonista
in due radiodrammi RAI interpretando prima Tazio Nuvolari diretto da
G. Compagnoni e poi Elvis Presley diretto da A. Barzini. Al cinema
viene diretto da F. Carpi in Le intermittenze del cuore, da Anna
Negri in Riprendimi, da T. Rossellini in Interno giorno.
In televisione ha partecipato a diverse
fiction ed è stato protagonista per la RAI nel film tv Max &
Helene diretto da Giacomo Battiato. Vince il premio della critica
ANCT 2013 (associazione nazionale critici teatrali).Vince il premio
Le maschere del teatro 2015 come attore emergente.
Con Marco Quaglia, Gabriele Sabatini,
Mauro Santopietro, Antonio Tintis, Francesco Tintis
produzione associazione cArt
30 gennaio / 4 febbraio, sala Bausch -
Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano - Martedì/sabato ore
19.30, domenica ore 15.30 - Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606
-biglietteria@elfo.org - Prezzi: Intero € 32.50, Ridotto € 17,
Martedì € 21,50 www.elfo.org
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