PICCOLO TEATRO STREHLER
"FREUD O L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI"
DUE MESI DI INCONTRI
E UNA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA
Uno spettacolo monumentale che abiterà il grande
palcoscenico dello Strehler per oltre un mese e mezzo, debuttando, in prima
nazionale assoluta, il 23 gennaio 2018. Un tema potente, una compagnia numerosa
di interpreti d’eccezione, guidati da Federico Tiezzi che nel 2015, con il
Pirandello di Questa sera si recita a soggetto inaugurò la collaborazione con
il Piccolo Teatro, come regista di una nuova produzione, ottenendo un consenso
di pubblico straordinario. Un’opera mai portata in scena per uno degli spettacoli
di punta della Stagione: è Freud o l’interpretazione dei sogni ispirato al
testo che si affacciò al Novecento (fu pubblicato nel 1899), anticipandone
inquietudini e illuminazioni. Nel testo di Stefano Massini e nella traduzione
scenica e visione registica di Tiezzi, il mosaico di casi e personaggi
raccontati da Freud diventano tasselli di un grande enigma da decifrare. Un
catalogo della contemporaneità che attraverso i sogni, misura la potenza e le
oscurità della mente umana.
Freud e il turbamento della coscienza
di Federico Tiezzi
(dal programma di sala dello spettacolo)
Freud è colui che squarcia il velo, smaschera le nostre
menzogne. Non è solo lo scopritore e il codificatore delle leggi dell’inconscio
o del sogno: è chi chiama per nome i nostri più oscuri desideri e progetti,
denuda l’elemento caldo/freddo, “empedocleo”, dell’essere umano, il centro, il
nucleo dal quale dipende la vita psichica di ciascuno di noi. Freud ci indica
la strada da percorrere per scandagliare la nostra interiorità. […]
Lo spettacolo, come il testo, è la messa in scena di un
racconto di formazione, di un percorso che il protagonista compie in cerca
della propria identità. Questo nostro Sigmund Freud è molto diverso dallo
scienziato “vincente” che siamo abituati a conoscere: è un uomo che fallisce,
sbaglia, procede per tentativi, coltiva continui dubbi, si scontra con i
pazienti. È un Freud cercatore, un uomo dalla ricchissima e tormentata umanità.
Immagino lo spettacolo come la messa in scena di un lungo
pensiero, forse di un sogno. È come se tutti noi spettatori ci avventurassimo
nella testa di Freud, nel suo cervello popolato da riflessioni, immagini, dai
ricordi dei pazienti. Per questo Freud è sdoppiato, ha una duplice personalità:
è colui che interpreta, riflette, pensa, trascrive sul taccuino le esperienze
della sua vita di scienziato e medico, ma è anche il cercatore, il pellegrino
che si addentra con una certa malinconia in un’indagine scientifica della quale
ancora ignora i possibili esiti. […]
Ho voluto impiegare tutti gli elementi che concorrono a
creare un’opera d’arte totale. Il nostro racconto teatrale ha molti punti in
comune con una sceneggiatura per il cinema: si sviluppa attraverso diversi
setting, uno concatenato all’altro, tutti quanti inseriti in un progetto visivo
più ampio e articolato. Immagini corali si alternano a momenti nei quali
l’occhio dello spettatore, come in un piano sequenza, è portato ad avvicinarsi
alle coppie formate da Freud e dal paziente con il quale egli sta in quel
momento dialogando. A volte penso che sia il mio primo film... […]
Nei setting, nei quadri attraverso i quali procede il
racconto mi interessava sottolineare i conflitti, mettere in evidenza lo
scontro tra Freud e i suoi pazienti-personaggi. Non volevo che i loro racconti
e le sedute di analisi si riducessero ai progressivi tasselli di una scoperta
scientifica: senza dubbio lo sono, ma sono soprattutto incontri di box, ring
sui quali si svolge un ininterrotto incontro di pugilato, dal momento che il
nostro Freud è un uomo in crisi, in cerca di se stesso, che non ha né sa dare
risposte. […]
Ma chi era veramente il dottor Freud? Un mago, uno stregone,
un medico? Si credeva, si sperava, di trovare sollievo, di andare incontro alla
soluzione dei propri problemi. Di sicuro si era profondamente turbati. Ed è
quel turbamento di allora che vorrei che gli attori, oggi, testimoniassero al
pubblico in sala.
Il grido clandestino dei sogni
di Stefano Massini
(dal programma di sala dello spettacolo)
Mi sono sempre sorpreso di come il teatro non abbia scoperto
prima di me la potente vocazione scenica di questo trattato. Lo stesso Freud in
fondo definiva la sua teoria onirica come una forma estremamente elaborata di
drammaturgia: in comune con il teatro, i sogni hanno la necessità di un’ampia
gamma simbolica, la possibilità di condensare immagini, l’abilità per una
gestualizzazione di concetti e di stati d’animo, per non parlare dell’utilizzo
demistificante dell’ironia. Insomma, nell’ingranaggio dei sogni cogliamo il
nucleo del linguaggio teatrale, la sua intrinseca umanità. A questo si aggiunga
il fascino di un libro in cui i sogni vengono trattati come degli enigmi da
sciogliere, ricostruendo ogni volta un alfabeto critico e svelando le metafore
sulla base del vissuto esperienziale del sognatore: sette anni fa – quando
iniziai a lavorare su questo storico volume - trovai che un simile catalogo di
umanissimi rebus fosse un portentoso materiale da tradurre in forma scenica.
[…]
Freud rivela in ogni essere umano un portatore di contraddizioni.
Questo è il punto di partenza del suo discorso sui sogni: ognuno di noi vive il
conflitto fra una vita voluta e una vita vissuta. La frustrazione del non
essere ciò che si vorrebbe – piegati come siamo ai piccoli grandi compromessi
della società borghese – alimenta in noi un profondo discorso su attitudini
tradite e volontà represse, la cui manifestazione ha luogo in forma di immagini
perché proibito da una coscienza guardiana. Ecco, l’interesse per questo grido
clandestino nasce dalla percezione della sua drammaticità, dalla consapevolezza
di una dialettica interiore ardita, in cui ognuno di noi è vittima e carnefice
negli omicidi quotidiani dei propri desideri. […]
Freud nel libro dedica pochissimo spazio alla descrizione
dei suoi sognatori. Si può dire anzi che essi vengano a mala pena citati. Né
tantomeno ci viene raccontato il dialogo maieutico che condusse a decrittare il
rebus di ogni sogno. Io mi sono inserito – come spesso avviene – in questa
lacuna dell’originale (se vogliamo in una intercapedine del testo),
ricostruendo arbitrariamente il percorso di scavo induttivo-deduttivo con cui
Freud giunse a formulare i capisaldi della propria teoria. Ogni paziente (ogni
caso, dunque ogni sogno) costituisce a suo modo nello spettacolo un gradino
progressivo nel tentativo di mettere a punto una tecnica di analisi del sogno.
Ho spesso unito quelli che nell’originale erano sogni diversi, creando una
decina di casi simbolo, ognuno necessario per sviluppare una parte del
discorso, aggiungendo poi – nei passaggi chiave – l’autoanalisi di alcuni
famosi sogni di Freud stesso. Ripeto: il procedimento è scientifico, si tratta
di acquisire sempre più elementi necessari per impossessarsi di un linguaggio
oscuro. È come la decrittazione dei geroglifici attraverso la Stele di Rosetta.
Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza)
dal 23 gennaio all’11 marzo 2018
Freud o l’interpretazione dei sogni
da Sigmund Freud
di Stefano Massini
riduzione e adattamento Federico Tiezzi e Fabrizio Sinisi
regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Gianni Pollini
video Luca Brinchi e Daniele Spanò
movimenti Raffaella Giordano
preparazione vocale Francesca Della Monica
trucco e acconciature Aldo Signoretti
Personaggi Interpreti (in ordine di apparizione)
Freud Fabrizio
Gifuni
Tessa W. Elena
Ghiaurov
Wilhelm T. Giovanni
Franzoni
Greta S. Valentina
Picello
Ludwig R. Marco
Foschi
Oskar K. Umberto
Ceriani
Elga K. Sandra
Toffolatti
Solomon F. Michele
Maccagno
Clarissa F. Alessandra
Gigli
Dottor Edgar Stefano
Scherini
Dottor Krauss Nicola
Ciaffoni
Irma Bernheim/Martha Debora
Zuin
Elfriede H. Bruna
Rossi
Hernest D. David
Meden
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Orari: martedì,
giovedì e sabato, ore 19.30;
mercoledì e venerdì, ore 20.30 (salvo mercoledì 28 febbraio
ore 15, per le scuole)
domenica, ore 16. Lunedì
riposo.
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 -
www.piccoloteatro.org
News, trailer, interviste ai protagonisti su
www.piccoloteatro.tv
Gli incontri intorno a “Freud o l’interpretazione dei sogni”
Martedì 16 gennaio, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
La Vienna di Freud
con Mara Fazio, Università “La Sapienza” di Roma
Mercoledì 24 gennaio, ore 18
Piccolo Teatro Grassi
La psicanalisi: una storia romantica
con Umberto Galimberti
Martedì 30 gennaio, ore
17
Intesa Sanpaolo – via Verdi, 8 Milano
Freud o l’interpretazione dei sogni
con Stefano Massini, Federico Tiezzi, Sergio Escobar
in collaborazione con Intesa Sanpaolo
Martedì 6 febbraio, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
Incontro con la compagnia dello spettacolo
Mercoledì 14 febbraio, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
L’interpretatore dei sogni
presentazione del libro di Stefano Massini “L’interpretatore
dei sogni” ed. Mondadori
Dialoga con l’autore Beppe Cottafavi
Martedì 20 febbraio, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
Freud e l’arte: una relazione pericolosa
con Francesca Alfano Miglietti
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera
Martedì 27 febbraio, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
La psicanalisi e il cinema
con Maurizio Porro
Martedì 6 marzo, ore 17
Chiostro ‘Nina Vinchi’
Melophobia: Freud e la musica
incontro con Emilio Sala, Università degli Studi di Milano
L’ingresso è gratuito con prenotazione sul sito del Piccolo:
www.piccoloteatro.org
Sigmund Freud tra cinema e teatro
Anteo Palazzo del Cinema, dal 5 febbraio al 12 marzo 2018
“Passioni segrete” rassegna cinematografica a cura di
Maurizio Porro
ore 19.30
Freud – Passioni segrete
di John Huston, 1962 – 120’
John Huston paga il suo debito con la psicanalisi: la prima
volta del professore ed ha dentro la disperazione di Montgomery Clift.
ore 22.10
A Dangerous Method
di David Cronenberg, 2011 – 99’
Sfida all’OK Corral a Zurigo tra Freud e Jung, Fassbender e
Mortensen, in mezzo la tormentata Spielrein. Un triangolo diretto da
Cronenberg.
Lunedì 12 febbraio
ore 19.30
8 e mezzo
di Federico Fellini, 1963 – 138’
Con Fellini il cinema è diventato maggiorenne e questo è il
suo capolavoro: tutta la confusione che c’è dentro di noi nel volto di
Mastroianni.
ore 22.00
Hollywood Ending
di Woody Allen, 2002 – 112’
Un regista in crisi gira un film in temporanea, nevrotica
cecità. Meglio non vedere? Tanto i critici francesi sono pronti a gridare al
capolavoro.
Lunedì 19 febbraio
ore 19.30
L’eclisse
di Michelangelo Antonioni, 1962 – 126’
Si chiude la trilogia dell’incomunicabilità: è il titolo
senza atout, non c’è scampo, l’amore si oscura, restano le tracce. L’eclisse
era quella vera.
ore 21.50
Melancholia
di Lars von Trier, 2011 – 130’
Mentre un pianeta si avvicina alla Terra e una festa di
nozze finisce in tragedia, Lars von Trier ci avverte che è difficile scavare
dentro di noi.
Lunedì 26 febbraio
ore 19.30
La donna che visse due volte
di Alfred Hitchcock, 1959 – 128’
Il miglior Hitchcock: non solo un thriller ma un film che
investe la natura dell’amore, il Tempo e la doppia identità, primo comandamento
del dr. Freud.
ore 21.50
L’uomo che non c’era
di Joel Coen e Ethan Coen, 2001 – 116’
Un sordido delitto nel negozio del barbiere: ma i Coen
riflettono alla grande sul noir, la potenza del male, il fascino del bianco e
nero.
Lunedì 5 marzo
ore 19.30
Teorema
di Pier Paolo Pasolini, 1968 – 98’
Il film più sessantottino di Pasolini con un giovane che
conquista un’intera famiglia della borghesia a Milano come in un mix tra
psicanalisi e Bibbia.
ore 21.30
Il fascino discreto della borghesia
di Luis Buñuel, 1972 – 105’
Fanno strani sogni questi borghesi che non riescono mai a
sedersi a tavola: Buñuel a cavalcioni del surreale con un gruppo magnifico di
volti e nevrosi.
Lunedì 12 marzo
ore 19.30
Che fine ha fatto Baby Jane?
di Robert Aldrich, 1962 – 134’
La distruzione del cinema sul rapporto odio amore tra le due
sorelle e le star rivali, Crawford e Davis, regine del melò: il capolavoro di
Aldrich.
ore 21.50
Volver
di Pedro Almodóvar, 2006 – 120’
Un Almodóvar che ha meno voglia di scherzare ci racconta la
storia di una mamma, che vive anche da morta: la legge di Edipo e una dose di
poesia.
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
www.spaziocinema.info
Piazza XXV Aprile 8 (M2 Moscova)
Biglietto singolo
Intero € 9
Ridotto € 6,5 (under 26, over 65, Amici del Cinema, AGIS,
abbonati Piccolo Teatro)
Abbonamento 4 proiezioni
Intero € 15
Ridotto € 12 (under 26 e over 65, Amici del Cinema, AGIS,
abbonati Piccolo Teatro)
SPECIALE CINEMA + TEATRO
Presenta all’Anteo il biglietto dello spettacolo Freud o
l’interpretazione dei sogni: potrai acquistare i biglietti o l’abbonamento per
i film a prezzo ridotto. Oppure presenta al Piccolo Teatro il biglietto dei
film: potrai acquistare il biglietto per Freud o l’interpretazione dei sogni a
prezzo ridotto.
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