BRANCACCINO DI ROMA
"MICHELANGELO E IL PUPAZZO DI NEVE"
DI E CON CARLO VANONI
REGIA DI GIAN MARCO MONTESANO
8 – 11 febbraio 2018
dal giovedì al sabato ore 20.00;
domenica ore 18.45
Lo spettacolo riporta Michelangelo
Buonarroti “sulla terra”, togliendolo dalla dimensione mitologica
e libresca che troppo spesso accompagna i grandi artisti del passato.
Tra capolavori, aneddoti e fragilità, viene raccontato Michelangelo
uomo e non solo l’artista che ha fatto grande la Firenze dei Medici
e la Roma del secondo Cinquecento.
Michelangelo dal carattere duro come il
marmo e Michelangelo che si commuove, Michelangelo artista che
combatte come un pugile sul ring anche quando le circostanze sembrano
avverse. E non si arrende. Mai. Nemmeno quando s’innamora.
In scena Carlo Vanoni, attore
performatico che entra ed esce dal personaggio, che si accompagna con
la chitarra elettrica e proietta immagini avvalendosi di tecnologie
video, tenendo saldo il filo di una narrazione in grado di sovvertire
i luoghi comuni e di stupire. Tutto questo per restituirci ciò che
Michelangelo era: il più grande professionista al servizio del
potere, in un’epoca in cui il potere non poteva fare a meno
dell’arte.
Michelangelo mi ha sempre fatto paura.
Perché i miti fanno paura. Poi, un giorno, ho letto un libro che
parlava di soldi, i soldi che Michelangelo aveva guadagnato. Mi sono
detto: che strano, credevo che il danaro fosse cosa da comuni
mortali. E invece Michelangelo guadagnava molto, e con una parte di
quei soldi comprava case, un’altra la custodiva dentro un baule,
un’altra ancora la mandava a casa dai parenti. Come fanno i comuni
mortali. A quel libro ne è seguito un altro che raccontava
Michelangelo sessantenne innamorato di Tomaso Cavalieri, età 23
anni; e poi un altro ancora, dove il tema era il rapporto con il
potere, vale a dire con in papi. “Un uomo”, mi sono detto.
Michelangelo, prima di essere un artista, era un uomo. E mi è venuta
voglia di raccontarlo. Ma raccontare non significa mostrare le opere
e nemmeno elencare gli avvenimenti. Raccontare significa far capire.
E per capire Michelangelo, bisogna attualizzarlo. Per questo, il mio
Michelangelo, è un pugile. Perché lo sport, oggi, è molto più
seguito dell’arte.
Perché oggi, l’arte, non ha più il
ruolo che aveva nel Cinquecento. “Michelangelo è vissuto in
un’epoca dove l’arte faceva mondo, dove l’arte era il mondo, e
lui, in quel mondo, era il più grande di tutti”. Come un campione
di oggi. Come un pugile che al posto di un altro pugile, di fronte a
sé, ha un blocco di marmo. Un campione che combatte tutta la vita, e
non solo contro il marmo, ma anche contro il potere e, soprattutto,
contro se stesso. Un uomo. Che s’indigna e si ribella. Un uomo. Che
s’arrabbia e si commuove.
Note di Regia
Michelangelo? Un grande nome, una
garanzia! Così sembrerebbe ma, l’evidenza fin troppo facile, può
trarre in inganno. Infatti, ad annunciare in “locandina”
Michelangelo, si corre il rischio di indurre il potenziale pubblico
ad evocare i fantasmi della pedanteria pedagogica, la scena
trasformata in aula scolastica, il momento poetico, il Teatro ridotto
a conferenza, a “spiegazione” di un capitolo della Storia
dell’Arte. Al contrario, qui, parlando di Michelangelo si è
cercato il Teatro, cioè la drammaturgia già contenuta nel
personaggio Michelangelo, così come l’opera dello scultore è già
contenuta nel marmo.
Come per la scultura che procede per
sottrazioni ed eliminazione, abbiamo sottratto quanta più erudizione
scolastica fosse possibile sottrarre, aggiungendo però -come in
certe sculture- un elemento di equilibrio : il Pupazzo di neve.
Elemento strano, curioso e … sorprendente ma, come si vedrà, non
incongruo. Cercare il Teatro, soprattutto trattando argomenti come
questo, significa mutare il Sapere in Sapore.
Parlare d’arte per mezzo di un
linguaggio artistico: il Teatro.
Gian Marco Montesano
Collaborazione artistica e cura Giulia
Basel
assistente in scena Edoardo De Piccoli
musiche originali Alex Carlà
trombone Lorenzo Passerini
voci fuori campo Giulia Basel, Umberto
Marchesani, Massimo Vellaccio, Alessio Tessitore
video mapping Stefano Di Buduo
elementi scenografici Elisabetta
Gabbioneta
luci Renato Barattucci
foto di scena Federica Palmarin
produzione Florian Metateatro Centro di
Produzione Teatrale - Pescara
residenza Festival Quartieri dell’Arte
Vitorchiano- Viterbo
BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 14,00 € + 1,50 € d. p.
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i
punti vendita tradizionali
BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231
| botteghino@teatrobrancaccio.it
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