"FANTINE QUANDO DAL CAOS
NACQUE L'AMORE"
TEATRO LIBERO DI MILANO
Fantine – Quando dal Caos nacque
l’Amore è un monologo tratto dal romanzo I Miserabili di
Hugo. Una rivisitazione del personaggio di Fantine, estrapolato dal
contesto romantico-ottocentesco e fatto rivivere al giorno d’oggi.
La storia racconta in chiave attuale le
vicende del personaggio del romanzo, calato però nel contesto
degradato della periferia di una grande città: un cupo agglomerato
di palazzoni ad alveare e case popolari. Fantine è rappresentata
nell’attimo prima di morire, che giace incinta su un letto di
ospedale; come se fosse sospesa in un coma, o in un luogo dell’anima,
rivede tutta la sua vita, tutto ciò che l’ha condotta lì, nel
tentativo di definire il senso della propria esistenza. Così
Fantine inizia a raccontare la sua storia: la vita nella casa
popolare, la storia dei suoi genitori,
la Mamma fuggita in Belize e
il Papà che ha smesso di parlare. Racconta il luogo in cui vive, i
panorami disperanti, le persone che vi abitano e vi si rispecchiano.
Racconta l’abbandono e l’assenza di esempi positivi, la
difficoltà e allo stesso tempo l’importanza di scegliere. Racconta
l’amore, unica possibilità – in tanta ignoranza e miseria – di
cambiare il destino, di contenere la mancanza di controllo che l’uomo
ha sulla propria esistenza.
Note di regia
Nel confrontarsi con uno dei caposaldi
della letteratura romantica ottocentesca e con uno dei suoi
personaggi più rappresentativi, abbiamo intrapreso la strada della
riscrittura, traslando in chiave attuale alcune vicende della storia,
mantenendo intatte le tematiche, il senso dell’opera e del
personaggio.
Abbiamo scelto che Fantine raccontasse
la sua stori nell’istante prima di morire: come in un metafisico
cinema dell’anima, le riflessioni di Fantine in punto di morte sono
riportate in scena attraverso video proiezioni.
“Io, ho avuto un significato?”,
partendo da questa domanda, Fantine ripercorre a ritroso gli eventi
che l’hanno portata a quel punto. L’assenza dei genitori, che nei
Miserabili sono assenti perché morti, nella nostra riscrittura si
traduce in un’assenza “nella presenza”. I genitori di Fantine
sono vivi, ma semplicemente non hanno i mezzi per relazionarsi con la
propria figlia. Come una sorta di eredità Fantine è costretta ad
accogliere una condizione vitale senza prospettive, in cui il tema
delle scelte diventa cruciale. Se l’unica possibilità di
redenzione nei Miserabili consiste nell’amore, inteso come cammino
di fede verso il divino, nella nostra scrittura si configura sì nel
potere salvifico che ha l’amore, ma Amore inteso come consacrazione
a qualcuno o a qualcosa. Amore in contrapposizione all’odio,
all’indifferenza, all’emarginazione e alla rovina. Amore come
possibilità di spezzare l’inerzia di un destino già scritto.
Amore come scelta di vita. Questo atto di amore, come nel romanzo di
Hugo, conduce alla nascita di una figlia.
Lo spazio scenico, che per elementi e
materiali allude e richiama i panorami periferici, riprende
concettualmente il tema delle scelte, attraverso pesi e carrucole che
calano Fantine nell’ ipotetico ventre di una bilancia. – Michele
Mariniello
Regia Michele Mariniello |
con Sara Drago
sound design Fabrizio Frisan |
scene Silvia Cremaschi
consulenza musicale Giancarlo
Latina | produzione Il Servo Muto Teatro
Si ringraziano la Torre
dell’Acquedotto – Aia Taumastica e Associazione Franco
Dal 18 al 22 febbraio 2018 - Teatro
Libero - via Savona 10
Tutti i giorni ore 21.00, tranne
domenica ore 16.00
Biglietti: da € 18,00 a € 10,00 |
Email: biglietteria@teatrolibero.it | Telefono: 02.8323126
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