"AFGHANISTAN: IL GRANDE GIOCO
ENDURING FREEDOM"
DIECI EPISODI IN DUE SPETTACOLI
TEATRO ELFO PUCCINI DI MILANO
23 ottobre / 25 novembre
Un viaggio avventuroso lungo i destini
dell'Afghanistan. Dieci brevi storie, poetiche e crudeli, che ci
fanno guardare con altri occhi i rapporti tra Oriente e Occidente:
perché quello che accade nell’Asia Centrale ha radici lontane, ma
oggi ci tocca da vicino; perché il teatro e la storia possono
ridisegnare i confini di ciò che pare ignoto e straniero.
Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
hanno diretto l’edizione italiana di un progetto di drammaturgia
collettiva ideato dal Tricycle Theatre di Londra, firmando due
spettacoli - Il grande gioco e Enduring freedom – che mettono in
scena i testi più sorprendenti, da vedere in due serate o in
un'unica coinvolgente maratona.
Enduring freedom entra nel vivo degli
anni attuali (fino al 2010): dall'ascesa dei Talebani e del
terrorismo islamista (Il leone di Kabul ), alla morte del comandate
Massud poco prima dell'11 settembre (Miele), che determina
l’intervento militare degli Stati Uniti e degli alleati, tra cui
l’Italia. I racconti si fanno via via più intimi e personali: i
protagonisti di Dalla Parte degli angeli e di Volta stellata sono
impiegati delle ONG e soldati inglesi, con tutto il loro carico di
dubbi; solo nel bellissimo finale, Come se quel freddo, i conflitti
sembrano trovare una possibile composizione in un sogno al di là
della morte.
Dalla rassegna stampa
In scena Claudia Coli, Michele
Costabile, Enzo Curcuru, Alessandro Lussiana, Fabrizio Matteini,
Michele Radice, Emilia Scarpati Fanetti, Massimo Somaglino, Hossein
Taheri, Giulia Viana, modificano voci e gesti per diventare questo o
quel protagonista della storia, sfruttatori e sfruttati. Qualcuno da
amare, molti da odiare, distanti per scelte e ideali. Dieci titoli
per dieci storie che hanno diverse temperature e scelte poetiche.
C'è cinema e c'è televisione, c'è
verità e c'è sogno disperato per una favola amara e tenera che
chiude il percorso con un sospiro, un sussulto che dalla verità
della cronaca ci porta lontano verso uno struggimento crudele. Ogni
spettatore può scegliersi dove irritarsi, dove piangere, dove
odiare, e comprendere che c'è, lontana ed estranea, gente da amare,
anche con il teatro.
Giulio Baffi, la Repubblica
Note di regia
«È un esempio di quel teatro
anglofono che ci piace e ci somiglia, spiegano i registi dell’Elfo
che lo portano in scena in Italia. Che riafferma l'idea di un teatro
che parla di civiltà continuando a essere vivo. Un teatro che
difende la sua ostinata capacità di coinvolgere emotivamente e
persino ludicamente lo spettatore, senza perdere nulla in fatto di
qualità della scrittura. Gli autori ci restituiscono il risultato di
una ricerca storica spesso accuratissima, ma la trasformano in
materia coinvolgente, toccante e a volte poetica.
Storie notturne, sospese tra realismo e
sogno, vedono materializzarsi personaggi che attraversano due secoli:
semplici soldati, nobili e diplomatici senza scrupoli, spie, emiri,
giovani re e regine, comandanti e mujaheddin, reduci, fragili vittime
di una guerra che non sembra avere una fine. Eroici o spaventati,
smargiassi o ironici, crudeli, temerari e spietati o generosi, ma
sempre molto affascinanti. Grandi e piccoli protagonisti della storia
inglese, afghana, pakistana e russa in quelle aspre terre di confine
si muovono in una scena che abbiamo voluto fosse un “non-luogo”,
spoglio e desolato come un centro di prima accoglienza in qualsiasi
paese d’Europa: il punto d’arrivo di un viaggio disperato e
doloroso che è cominciato duecento anni fa.
Dieci autori animano questo “place
for people”: lo dilatano, lo trasformano, viaggiando dall’oriente
sognato e romanzesco dei primi resoconti di viaggi ed esplorazioni,
attraverso il melodramma noir del cinema americano, fino al realismo
delle docu-fiction della televisione anglosassone e al finale dove,
nel bellissimo testo di Naomi Wallace, il conflitto sembra trovare
una sua possibile composizione solo in un sogno al di là della
morte.
Un grande affresco, un polittico, un
grande gioco, per sapere, per capire, per poter leggere la
disperazione e la speranza negli occhi di chi è partito dalla valle
del Panjshir per sedersi al nostro fianco in metropolitana».
Di Lee Blessing, David Greig, Ron
Hutchinson, Stephen Jeffreys, Joy Wilkinson, Richard Bean, Ben
Ockrent, Simon Stephens, Colin Teevan, Naomi Wallace
traduzione Lucio De Capitani
regia Ferdinando Bruni ed Elio De
Capitani
con Claudia Coli, Michele Costabile,
Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Fabrizio Matteini,
Michele Radice, Emilia Scarpati
Fanetti, Massimo Somaglino, Hossein Taheri, Giulia Viana
scene e costumi Carlo Sala, video
Francesco Frongia
luci Nando Frigerio, suono Giuseppe
Marzoli
coproduzione Teatro dell’Elfo ed
Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Napoli Teatro
Festival, con il sostegno di Fondazione Cariplo
Enduring freedom
23/27 ottobre, 3, 4, 6, 7, 8, 13, 14,
15, 21, 22, 23 novembre
mar-sab 20.30 / dom 16.00
Il grande gioco
30, 31 ottobre, 1, 2, 3, 9, 10, 16, 17
e 24 novembre
mar-sab 20.30
Maratone
dom 28 ottobre, 11 e 18 novembre: Il
grande gioco ore 16.00 + Enduring freedom ore 20.00
dom 25 novembre: Il grande gioco 11.30
+ Enduring freedom 15.30
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