"LA CAMBIALE DI MATRIMONIO"
OPERA FUORI ABBONAMENTO
TEATRO COCCIA DI NOVARA
In omaggio a Rossini in occasione del
150° anniversario della morte, la rappresentazione dell’opera sarà
preceduta dall’esecuzione di due melologhi su musiche create da
studenti delle classi di composizione del Conservatorio: LES MOTS QUI
SONNENT Due melologhi per Gioachino Rossini
Elia Praderio METODO PER ADDORMENTARSI
Federico Pirotti PETIT DÎNER DE
PLAISIR
I due melologhi, per voce recitante e
orchestra, sono stati composti dai vincitori di un concorso promosso
dal Conservatorio stesso. I testi, scelti dalla commissione,
riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per lo più
dall'epistolario.
La cambiale di matrimonio, farsa comica
in un atto su libretto di Gaetano Rossi, fu rappresentata per la
prima volta al Teatro San Moisè di Venezia il 3 novembre 1810.
Interpreti della prima rappresentazione furono Domenico Remolini
(Norton), Clementina Lanari (Clarina), Luigi Raffanelli (Tobia Mill),
Tommaso Ricci (Edoardo), Rosa Morandi (Fanny), Nicola de Grecis
(Slook).
Il soggetto è tratto da un omonimo
dramma di Camillo Federici.
TRAMA
Il ricco mercante Tobia Mill riceve una
lettera dal nordamericano Slook, suo corrispondente in affari, che
annuncia la sua venuta in Inghilterra per ritirare la merce a cui ha
diritto avendo stipulato una cambiale con Mill. La merce è… una
donna da sposare! Mill offre in moglie a Slook sua figlia Fanny, la
quale però è segretamente fidanzata con Edoardo Milfort, un giovane
povero. All’arrivo di Slook, Fanny ed Edoardo, il quale si è
introdotto nella casa presentandosi falsamente come il nuovo
impiegato, tentano di convincere l’Americano a non esigere il
pagamento della cambiale. Quando Slook scopre il sentimento che
unisce i due, decide di girare la cambiale a Edoardo, dichiarando a
Mill di avere nominato suo erede il giovane. Che Mill si metta
l’anima in pace! Fra un anno si troverà a godere del frutto del
capitale: un bel nipotino.
Con questa farsa il diciottenne Rossini
iniziò nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia la sua fulgida e
rapidissima carriera. I personaggi principali dell’opera formano
una sorta di quadrilatero: da una parte stanno i due “amorosi”,
cioè i due giovani innamorati, soprano e tenore, che si esprimono
con un linguaggio sentimentale; dall’altra, due personaggi anziani
e comici, voci di basso-baritono chiamate a quel tempo “buffi”:
Mill, padre avaro e ostinato, pronto a trattare sua figlia come una
merce, e Slook, mercante americano dalle maniere grezze, abituato a
misurare ogni cosa in denaro ma pronto a comprendere con generosità
il valore dei sentimenti umani. Nella vivacità e nella precisione
del ritmo, nella limpida chiarezza con cui si svolgono le frasi
musicali e nel calore melodico delle espressioni amorose si riconosce
già da questa prima opera lo stile caratteristico di Rossini.
NOTE DI REGIA
Concisa, fresca, ricca di
anticipazioni, La cambiale di matrimonio (1810) è la prima opera
portata in scena da un Rossini diciottenne, nonché la prima delle
sue farse per il teatro San Moisè di Venezia. Ciò che più colpisce
è l’inarrestabile ventata di comicità che l’attraversa: basti
pensare a come quasi tutte le arie siano “arie d’azione”, e lo
siano pure gli altri numeri chiusi, mentre le rare oasi liriche
sfocino immediatamente in nuovi intrighi.
La trama è consueta, una giovane
coppia il cui amore è osteggiato dal padre di lei, ma inserita in un
contesto singolare: il padre Tobia Mill è infatti un ricco
commerciante, intrattiene rapporti con paesi lontani e, tra le sue
attività d’affari, c’è anche quella di “vendere” la figlia
Fanny al corrispondente dal Canada Mr. Slook. Il motivo del denaro,
onnipresente, è così messo in relazione al tema dell’emancipazione
femminile ( con le parole del domestico Norton, Miss Fanny è
trattata «come una balla di mercanzia»): facendo di Fanny la prima
di quelle figure femminili volitive, decise a non subire le
imposizioni altrui, che costellano le commedie rossiniane.
A ciò si aggiunga quel tanto di
esotico introdotto da Slook, la cui provenienza da un paese lontano
da una parte lo rende ignaro degli usi europei, così da generare una
serie di qui pro quo che alimentano la farsa, dall’altra lo tiene
al riparo dall’affarismo materialista di Mill, facendone l’ultima,
quasi grottesca incarnazione del mito del “buon selvaggio”.
Per tutte queste ragioni, ho deciso d
ambientare questa Cambiale di matrimonio in una moderna ditta di
spedizioni, animata da impiegati, segretarie, capireparto e fatta di
scatole da imballare, lettere da consegnare, materiale traportato con
muletti. Niente di realistico, naturalmente: potremmo pensare a una
sorta di Amazon del tutto surreale, dove le porte si alzano restando
appese in aria, le lettere piovono dal cielo e il chiuso delle
quattro mura talora si moltiplica, aprendo squarci di pura
immaginazione.
Laura Cosso
LAURA COSSO
Personalità dalla doppia formazione,
Laura Cosso ha alle spalle un’intensa attività musicologica, a cui
ha affiancato, in misura crescente, l’impegno nel campo della regia
lirica.
Dopo gli studi musicali e di
recitazione, il Diploma di canto e la Laurea con lode in musicologia,
vince il Concorso a cattedre per i Conservatori sia per la materia
Arte scenica che per Storia della Musica.
Contemporaneamente, assume la direzione
artistica di “Novecento musicale europeo”, si occupa di teatro
multimediale e firma alcune regie (tra queste: L’histoire du soldat
di Stravinskij, Xerse di Händel e Il piccolo spazzacamino di
Britten).
Ha messo in scena opere di Mozart,
Rossini, Verdi e Puccini. Tra i teatri per cui ha scritto
drammaturgie e firmato regie vi sono il Teatro Regio di Torino (Le
dannazioni di Don Giovanni) e il Teatro Regio di Parma (Ferdinando
Paër, Camilla, ossia il sotterraneo). Per anni ha collaborato con il
Laboratorio lirico del Festival Ticino Musica, per il quale ha messo
in scena le quattro farse rossiniane Il signor Bruschino, La scala di
seta, L’occasione fa il ladro, La cambiale di matrimonio (Teatro
del Palazzo dei Congressi di Lugano, 2008-2013). Nel 2012-13 è stata
coinvolta dal Festival Nei Stëmmen per la messinscena della trilogia
di Mozart-Da Ponte, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e un Don
Giovanni rappresentato in diversi teatri del Lussemburgo (Théâtre
de l’Abbaye de Neumünster-Luxembourg, CAPe-Ettelbruck,
Trifolion-Echternach).
Ha tenuto masterclass in Corea del Sud
e in Cina, dove è anche stata invitata a mettere in scena La bohème
(Teatro di Gwangju, 2013) e un Così fan tutte (2016) presso il
Majestic Theatre di Shanghai.
È conosciuta internazionalmente per i
suoi studi sulla musica francese dell'Ottocento; ha scritto due
monografie su Berlioz (tra cui Berlioz, L’Epos, 2008) e numerosi
saggi pubblicati per case editrici sia italiane che francesi (La
Sorbonne, Basalte). Collabora regolarmente col Teatro alla Scala e
con le maggiori istituzioni musicali.
È docente di Arte scenica presso il
Conservatorio di Milano.
MARGHERITA COLOMBO
Si è diplomata in Direzione
d’orchestra sotto la guida di Daniele Agiman al Conservatorio di
Milano nel 2010, concludendo un brillante percorso di studi: Diploma
in Pianoforte (Mario Boselli), Biennio per Maestri collaboratori
(Umberto Finazzi), Diploma in Composizione (Fulvio Delli Pizzi),
corso triennale di Alto Perfezionamento pianistico dell’Accademia
Musicale Pescarese (Paolo Bordoni), numerose masterclasses (Aldo
Ciccolini, Joaquin Achucarro, Sergio Perticaroli, Jeffrey Swan).
È direttrice d’orchestra stabile (1°
Kapellmeisterin) presso il Landestheater Niederbayern a Passau dal
2017; in questo ruolo ha diretto recite e concerti sinfonici alla
guida della Niederbayerische Philharmonie nei teatri di Passau,
Landshut e Straubing: tra le sue produzioni figurano La Wally di
Catalani, Wiener Blut e Zigeunerbaron di Strauss, Il mondo della luna
di Haydn, Operetta Anthology di Lortzing, Der Graf von Luxemburg di
Lehár oltre a vari concerti sinfonici.
Ha diretto importanti orchestre tra cui
spicca la Gewandhausorchester di Lipsia in diverse produzioni
dell’Opera della stessa città, tra cui Pinocchio di Valtinoni e
Papageno und die Zauberflöte di Mozart. Ha inoltre diretto: in
Germania la Loh-Orchester Sondershausen nella Traviata di Verdi, Il
piccolo principe di Hoffman, Prinzessin Anna di Vinje e Il piccolo
flauto magico di Mozart; all’Opera Nazionale di Tirana Orfeo ed
Euridice di Gluck; a Milano La traviata presso il Teatro
Filodrammatici, Il signor Bruschino e La scala di seta di Rossini
alla Sala Verdi del Conservatorio, poi in tournée a Lugano e
Locarno; L’histoire du soldat di Stravinskij a Lipsia e Milano e
L’opera da tre soldi di Brecht/Weill a Milano.
Margherita Colombo svolge
parallelamente all’attività di direttrice d’orchestra un’intensa
collaborazione con l’associazione “Vacanze Musicali” di Milano,
con la quale realizza masterclasses per Maestri collaboratori e corsi
di formazione orchestrale per giovanissimi; dal 2018 lavora con I
Musici di Parma come docente dei corsi di perfezionamento per Maestri
collaboratori.
EMANUELA TAGLIAVIA
Danzatrice e coreografa, si forma in
Italia per poi perfezionarsi in danza contemporanea in Francia.
Collabora con compagnia quali: Corpo di Ballo del Teatro Massimo di
Palermo, Ballet du Louvre, Ballet des Temps Modernes, Europa Ballet,
Cie Alain Marty, Cie Philippe Tressera, Compagnia Susanna Beltrami,
Compagnia Ariella Vidach. Crea le coreografie per Der Dämon di Paul
Hindemith, (1996, Piccolo Teatro Studio, Milano), per Y:T:T:T:0:M:
adLlB: di Roberto Masotti; crea 12 minuti all’alba su commissione
di Giorgio Gaslini (1998), Corto Circuito per la scuola del Teatro
dell’Opera di Roma (1999), À la Carte (Teatro Piccolo Regio di
Torino, Festival Civitavecchia, Festival Cagliari), Waitingage per
Danza da Bruciare di Roma, M’encanta per il Festival di Rapallo.
Firma Trio destino, presentato al Teatro Bol’šoj di Mosca. Per la
Scuola di Ballo del Teatro alla Scala firma Macbeth, La valse à
mille temps di Jacque Brel, Ceci n’est pas e Carmen. Cura le
coreografie di Nabucco (2001, regia di Stefano Monti), Rigoletto
(2002, regia di Vittorio Sgarbi), Aida (2003, Great Opera Seoul,
regia Stefano Monti). Per il Museo della Scienza di Milano, nascono
506 e Luminare Minus (2008). Fra il 2009 e il 2016 nascono
Oscillazioni, Balthus Variations, Hopper Variations, Pour en Herbier,
Island, Encore une Valse e Combustioni, con cui riapre il Teatro
Continuo di Milano. Firma le coreografie di Qohelet, presentato
nell’ambito di Jewish in the City #150 - Teatro Franco Parenti
(2016). Nel 2017 cura i movimenti coreografici de La gazza ladra,
regia di Gabriele Salvatores e direzione di Riccardo Chailly (Teatro
alla Scala). Nel 2018 vanno in scena Murmuration (Festival di danza
Contemporanea Pulchra Minima – Teatro Gerolamo), Chansons de
Bilitis, con Luciana Savignano (Chiostro del Conservatorio di
Milano). Tagliavia è la coreografa dell’opera Alì Baba e i 40
ladroni, regia di Liliana Cavani e direzione di Paolo Carignani
(Teatro alla Scala). Dal 1999 è docente di danza contemporanea
presso la Scuola di Ballo dell’Accademia delle Arti e Mestieri del
Teatro alla Scala. Dal 2007 è docente presso la Civica Scuola di
Teatro Paolo Grassi.
Farsa comica in un atto
Musica di Gioachino Rossini, su
libretto di Gaetano Rossi
Regia Laura Cosso
Direzione d’orchestra Margherita
Colombo
Coreografie Emanuela Tagliavia
Orchestra Conservatorio “Verdi” di
Milano
Scene e Costumi a cura dell'Accademia
di belle arti di Brera
Luci Andrea Ceriani, Francesca Moioli,
Maddalena Morante, Eleonora Nardo, Giorgia Ruzzante
Video Federico Poni
Ballerini-attori del Centro AIDA di
Marisa Caprara
Produzione Conservatorio “Verdi” di
Milano | Accademia di Belle Arti di Brera
PERSONAGGI e INTERPRETI
Sir Tobia Mill, negoziante DAVIDE ROCCA
Fannì, di lui figlia LUCREZIA DREI
Edoardo Milfort SHINICHIRO KAWASAKI
Slook, negoziante americano RAFFAELE
FACCIOLÀ
Norton, cassiere di Mill FILIPPO QUARTI
Clarina CRISTIANA FARICELLI
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