"A NIGHT IN KINSHASA"
CON FEDERICO BUFFA
TEATRO COCCIA DI NOVARA
“Da Louisville a Indianapolis a
Cincinnati, percorrerò il Tenessee, la Florida e il Mississipi e
mostrerò ai neri d'America che i loro antenati sono in Africa. Dio
mi ha prescelto, la boxe è solo il mezzo con cui racconterò
l'Africa alla mia gente, sono sicuro che non ne sanno niente, anch'io
non ne sapevo niente. Sarò il ponte tra l'Africa e l'America. Devo
battere George Foreman!”
Autunno del 1974, Kinshasa, Zaire.
Il dittatore Mobutu regala ai suoi
sudditi il match di boxe del millennio per il titolo mondiale dei
massimi, tra lo sfidante Muhammad Ali (Cassius Clay, prima della
conversione all'Islam) e il detentore George Foreman. Ali ha 32 anni,
l’altro 25. Sono entrambi neri afroamericani, ma per la gente di
Mobutu, Ali è il nero d’Africa che torna dai suoi fratelli, George
è un nero non ostile, complice dei bianchi. Tanta gente assedia lo
stadio dove ci sarà il match e grida «Alì boma yé», Alì
uccidilo.
E nella consueta sinfonia di
contraddizioni che è la storia di Muhammad Ali, il paradosso è che
l'incontro simbolo della libertà, ha luogo in un paese oltraggiato
prima dal colonialismo, poi da una dittatura che sarebbe durata
trent’anni e poi ancora dalla guerra”.
Ali torna nella terra dei suoi avi, a
riscoprire le sue origini.
“Sono africano, l'Africa è la mia
terra. Da lì veniamo”.
Sta nelle strade, va negli ospedali,
incontra i bambini. Decide di poter trasmettere quello che ha visto
ai neri d'America, agli emarginati, a quelli senza sussidi che non
hanno coscienza di se stessi. Vuole stare in mezzo ai drogati, ai
disperati, alle prostitute. Questo racconta ai giornalisti.
E da lì parte il racconto di FEDERICO
BUFFA, giornalista sportivo che si è imposto all’attenzione del
pubblico per la straordinaria capacità di raccontare le storie dei
campioni e degli eventi sportivi.
Un narrazione sincopata, tenuta “sulle
corde” da una serrata partitura musicale scritta ed eseguita al
pianoforte da Alessandro Nidi e ritmata dalle percussioni di
Sebastiano Nidi, all'interno della cornice visionaria della regista
Maria Elisabetta Marelli.
“Ali dopo quella lunga notte a
Kinshasa si sente finalmente libero, ha un sogno nuovo in cui
credere.
E' libero perfino di rappresentare
l'America: l'America è tutta per lui. Il mondo intero lo è.
La storia della dittatura di Mobutu
sarà ancora lunga, ma all'alba di quel nuovo giorno i congolesi
festeggiano come in una purificazione, colmi di speranza e grati a
quell'uomo che da solo aveva sconfitto il sistema”.
FEDERICO BUFFA
Nato a Milano il 28 luglio 1959, è un
giornalista, e telecronista sportivo italiano.
Oltre alla sua attività di
telecronista di basket e commentatore sportivo, Buffa ha condotto
alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo, nelle quali
ha dimostrato - secondo Aldo Grasso - di “essere narratore
straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire
collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni” in possesso
di uno stile avvolgente ed evocativo.
NOTE DI REGIA
Un ring prende forma sulla scena, corde
tese sulla quarta parete. Ė lo stacco deciso che ancora oggi
l'umanità pone sul tema aperto dei diritti civili.
Federico Buffa, con la straordinaria
capacità di trasmettere l'umanità che sta dietro ogni suo racconto,
mettendo al primo posto - sempre - lo spettatore, narra le vicende di
una sfida che è stata sì un incontro di boxe ma soprattutto il
simbolo dell'inizio di una presa di coscienza su alcune tra le
tematiche più sentite del secolo scorso. Tematiche che oggi più che
mai si ripresentano, in nuovi scenari, sempre intrise della medesima
irragionevole assenza di pudore. Violenze nei confronti dell'umanità,
della ragione, della giustizia.
Gesti plateali esibiti fuori contesto
riscontrano seguito e pensiero. E il mondo sportivo si conferma
attento e presente.
Allora la battaglia era per
l'integrazione degli afroamericani, era contro la guerra, era contro
gli abusi politici subiti dall'uomo incolpevole, inerme e ancor più
spesso inconsapevole.
Lui, Muhammad Ali, il combattente più
forte di tutti, quello che della lotta ha fatto la propria vita, non
ci sta a combattere per ferire, oltraggiare, imporre il potere.
Aspetta, conducendo la sua battaglia lontano dalla violenza,
delineando la strategia necessaria perché possa prendere corpo una
vittoria consapevole.
Alessandro Nidi partecipa alla
grammatica del racconto aderendo profondamente con il suo contributo
di autore e interprete delle musiche, inserendosi nella narrazione
con percorsi emozionanti e sofisticati che riportano il pianoforte
alla sua voce primordiale, in un dialogo costante con la narrazione
di Federico Buffa e le percussioni di Sebastiano Nidi.
La purezza della tradizione classica si
unisce alla ricerca riuscita di uno spazio di ascolto teso alla
radice del timbro acustico e vitale dello strumento, con soluzioni
che attingono alla tecnica contemporanea: l’intervento sulle corde
del pianoforte, l'impiego di battenti e un utilizzo originale della
microfonazione e del sound design.
Attraverso un viaggio geografico
musicale, i due musicisti e il narratore si fanno strumento unico e
il testo partitura per voce e suoni, espressa sulla scena da Federico
Buffa, che penetra il ritmo musicale del testo in un dialogo
incessante, crescente, con Alessandro Nidi col quale instaura
complicità e inventiva che si riversano sul pubblico in pura
energia.
Maria Elisabetta Marelli
Muhammad Ali vs George Foreman
Molto più di un incontro di boxe
un episodio di riscatto sociale che
cambia la storia
Con Federico Buffa
e con
Alessandro Nidi al pianoforte,
Sebastiano Nidi alle percussioni
Musiche Alessandro Nidi
Regia Maria Elisabetta Marelli
Un progetto di MISMAONDA
Produzione Centro d'Arte Contemporanea
Teatro Carcano
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