ENRICO LO VERSO
REGIA DI ALESSANDRA PIZZI
"UNO NESSUNO CENTOMILA"
TEATRO SAN BABILA DI MILANO
Arriva a Milano lo spettacolo UNO NESSUNO CENTOMILA, con
Enrico Lo Verso, per la regia di Alessandra Pizzi. Il 16 gennaio – ore 21,00
sul palco del Teatro San Babila l'attore
palermitano darà corpo e voce ai personaggi del romanzo più celebre di Pirandello,
rendendo omaggio ad uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Lo
spettacolo acclamato dalla critica e dal pubblico soprattutto dei più giovani,
ha di recente ricevuto a Busto Arsizio il “Premio Delia Cajelli per il Teatro”,
nell'ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane, promosse
dall'associazione Educarte in collaborazione con il Centro Nazionale Studi
Pirandelliani di Agrigento. Nella scorsa stagione ha vinto il Premio Franco
Enriquez per la migliore interpretazione e la migliore regia. Ospite di alcuni
tra i più importanti festival e teatri nazionali ed internazionali, da oltre un
anno UNO NESSUNO CENTOMILA sta percorrendo l’Italia in una lunga e fortunata
tournée che sino ad ora ha registrato il sold-out quasi ovunque.
Avrebbe voluto che Pirandello fosse vivo, spiega Alessandra
Pizzi, per mostrargli la grandezza della sua parola, l’attualità del suo pensiero,
chiedendosi, nell’osservare l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se
Pirandello fosse mai stato consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto
produrre la tumultuosa portata di quel suo messaggio. Da qui l’idea di una
nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità della concezione
pirandelliana, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di
domani.
In forma di monologo, il testo è affidato al racconto e alla
bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni di assenza dal teatro, torna sul
palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza
tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un allestimento minimale ma mutevole in
ogni contesto. Una sorta di seduta psicoterapeutica da cui si viene irrimediabilmente
attratti, per affondare le mani nella propria mente, inconsapevoli degli
scenari che potrebbero aprirsi.
Note integrali a cura di Alessandra Pizzi
Il Progetto
Avrei voluto che Pirandello fosse vivo per mostrargli la
grandezza della sua parola, la contemporaneità del suo messaggio più attuale
che mai oggi, a 100 anni dalla sua formulazione; per fargli vedere il bisogno
impellente del pubblico, necessario, autentico, di approvvigionarsi della
conoscenza di sé, di leggere per provare a decodificare quei segni della
quotidianità come codici di accesso ai meandri delle proprie emozioni. Mi
chiedo ogni sera, osservando il pubblico che, immobile, assiste allo spettacolo,
se Pirandello fosse veramente consapevole delle conseguenze che la portata
della forza tumultuosa di quella giustapposizione di pensieri, di quella serie,
interminabile, di quesiti, della ricerca smaniosa di risposte, avrebbero potuto
produrre sul pubblico. O se, come spesso accade, il risultato abbia per davvero
superato le intenzioni. Di certo nel suo pensiero -e nella sua opera- c’è la
consegna al mondo del fardello della conoscenza che è puro peso per la presa in
carica di sé stessi, ma anche leggerezza per la scoperta meravigliosa di quella
bellezza che ad ognuno la vita riserva.
Uno, nessuno e centomila è il romanzo chiave: non in quanto
apoteosi o summa del pensiero, ma quanto incipit per un’analisi introspettiva e
macroscopica sulle dinamiche esistenziali e socio-culturali della società. Uno,
nessuno e centomila “apre”, la mente a riflessioni e a dubbi, il cuore alla
ricerca della propria essenza, ma soprattutto apre alla vita, affinché scelga
la forma migliore con cui rappresentare l’individuo.
Ho raccolto l’eredità di questo pensiero più per dovere che
per amore per l’arte. Il dovere di chi fa questo lavoro che è chiamato ad
interpretare strumenti di conoscenza inventando specifici linguaggi in modo da
renderli accessibili a tutti.
Ecco che UNO NESSUNO CENTOMILA, nel riadattamento del testo
reso in forma di monologo che ho voluto dargli, diventa il presupposto per un
teatro che “informa”, che supera la funzione dell’intrattenimento e diventa
pretesto, occasione, spunto, per la conoscenza. E in questo sta il dovere di un
drammaturgo, nel trovare un codice per offrire al pubblico l’occasione per
superare sé stesso. Poco importa se il pretesto sia una sera a teatro; del
resto, Pirandello stesso ci insegna che il pretesto è pur sempre una banalità.
Ecco che la messa in scena di UNO NESSUNO CENTOMILA segna il
ritorno, dopo 10 anni, in teatro di Enrico Lo Verso. Una seduta
psicoterapeutica affidata alla sua magistrale bravura; tutti ne sono attratti
ma in pochi sono consapevoli degli scenari che potranno profilarsi.
Ecco che 70’
minuti sono il tempo necessario ad affondare le mani nella propria mente per
ricercare, come in un déjà vu, gli elementi già noti, per riconoscerli e per
iniziare a guardarli con una luce nuova.
Ecco che lo spettacolo rompe gli schemi toccando uno dopo
l’altro i conflitti dell’esistenza: il rapporto con i genitori, i dubbi sulla
provenienza, il rapporto dei generi, la ricerca dell’identità e, infine,
l’affermazione di sé.
Ecco che il pubblico si nutre di testo, in silenzio elabora,
applaude e, ogni sera, ci chiede di farlo ancora…
Lo spettacolo
In occasione del 150esimo anniversario della nascita di
Luigi Pirandello, uno spettacolo sull’ultimo romanzo dell’autore di Girgenti,
quello che riesce a sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo.
Pirandello stesso, in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo
“più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita.
Uno, nessuno e centomila è un’opera di lunga elaborazione, di assidua stesura,
che accompagna o, per meglio dire, informa di sé, il resto della produzione
pirandelliana. Da qui l’idea di una nuova e originale messa in scena, che possa
ricercare nuovi specifici per lo spettacolo ma, soprattutto, che sappia ridisegnare
il rapporto all’interno dello spazio scenico tra parola e gesto. Un unico testo
narrativo per interpretazioni sempre diverse, affidate al racconto di Enrico Lo
Verso che mette in scena un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza
tempo”. Un’interpretazione naturalistica, immediata, “schietta”, volta a
sottolineare la contemporaneità di un messaggio universale, univoco, perenne:
la ricerca della propria essenza dentro la giungla quotidiana di omologazioni.
La voglia di arrivare in fondo e di assaporare la vita, quella autentica, oltre
le imposizioni sociali dei ruoli. La paura di essere soli, fuori dal grido
sociale della massa. Ed infine, il piacere unico, impagabile, della scoperta
del proprio “uno”: autentico, vero, necessario. Il Vitangelo Moscarda
interpretato da Lo Verso diventa uomo di oggi, di ieri, di domani. Il testo
diventa critica di una società che oggi, come cento anni fa (quando il testo fu
concepito), tende alla partecipazione di massa a svantaggio della specificità
dell’individuo. Ma la sua è una critica volta ad un finale positivo, la
scoperta per ognuno di essere sé stessi, dentro la propria bellezza.
L’interpretazione non manca di ironia e sagacia, ricca com’è di inflessioni e
note di colore tipiche siciliane, tanto care all’autore del testo, al
personaggio Vitangelo Moscarda e all’attore che lo interpreta. Una messa in
scena mutevole in ogni contesto, nel rapporto empatico con il luogo e con chi
ascolta che dà forma ad un personaggio, che è uno, centomila o nessuno, tutti
per la prima volta affidati al racconto di una voce.
Lo spettacolo ha debuttato il 29 luglio del 2016 e ha
realizzato oltre 280 repliche, registrando nei prestigiosi Teatri e Festival
italiani e internazionali (tra cui Teatro Comunale di Siracusa, Teatro Pirandello
di Agrigento, Teatro Gobetti Pirandello, Festival Torino, Teatro Sala Umberto
Roma, Teatro Mercadante Altamura, Teatro Abeliano Bari, Istituto di Cultura
Italiana a Pechino, Teatro Comunale a Corato) quasi ovunque il sold-out. Il
successo di critica e pubblico (specie giovanile) ha portato all’ambito
riconoscimento del Premio Franco Enriquez 2017. La cerimonia di consegna si è
svolta il 5 agosto dello scorso anno a Sirolo (AN). Il 26 marzo 2018,
nell’ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane al Teatro
Sociale di Busto Arsizio (VA), Enrico Lo Verso ed Alessandra Pizzi hanno
ricevuto il “Premio Delia Cajelli per il Teatro”, dedicato a personalità del
teatro italiano per il contributo dato nel diffondere e tenere vivi l’opera ed
il genio di Pirandello.
TEATRO SAN BABILA
Corso Venezia, 2/A – 20121 Milano
Biglietteria 02798010
info@teatrosanbabilamilano.it
16 gennaio 2019 – ore 20.30
Biglietti:
Poltrona vip 26€
Poltronissima 18€
Galleria 13€
Nessun commento:
Posta un commento