TEATRO FRASCHINI DI PAVIA
"IL GABBIANO"
DI ANTON CECHOV
IL TEATRO NAZIONALE DI GENOVA A PAVIA
Il Gabbiano (1895) fu rappresentato la
prima volta a San Pietroburgo senza successo; solo con l’allestimento
di Konstantin Sergeevič Stanislavskij (1898) al Teatro dell’Arte
di Mosca, venne consacrato come testo emblematico della poetica
cecoviana.
Il Gabbiano in scena oggi è quello
originario, tradotto fedelmente da Danilo Macrì, ovvero il copione
come si presentava prima delle modifiche concordate tra la censura
russa e l’autore stesso.
Il titolo crea subito un accostamento
simbolico tra il volo stroncato di un gabbiano e la sorte di una
umanità illusa, che anela invano a partecipare all’esistenza che
li respinge. Come il gabbiano anche i protagonisti della vicenda sono
costretti ad abbandonare i rispettivi entusiasmi, i sogni artistici e
sentimentali infranti.
Racconta la storia di Nina e Kostantin,
entrambi tormentati dall’amore, due giovani desiderosi di
affermazione artistica e sentimentale. Kostantin, figlio di
un'attrice famosa - Irina Arkadina - aspira a diventare scrittore di
teatro anche per conquistare l'amore di Nina, che ha la vocazione del
palcoscenico. L'insuccesso del suo primo lavoro, allestito in un
teatrino di campagna, segna il crollo delle sue speranze – anche la
madre Irina, attrice chiusa nel proprio egoismo, non coglie le
richieste di sostegno artistico da parte del figlio Konstantin.
Nina, delusa, segue a Mosca Trigorin, un letterato alla moda, ex
amante di Irina. Ne è sedotta, poi lasciata; ma, tornata nella
tenuta di campagna, rifiuta ancora l'amore di Kostantin, che si
uccide.
Altri personaggi ruotano attorno alla
vicenda: il maestro Semen Medvedenko, che traduce subito tutto in
denaro, consapevole che sua moglie Maša, sempre vestita di nero, lo
ha accettato come un ripiego, sperando di dimenticare col matrimonio
e con la nascita del figlio – che comunque poi trascura – il suo
vero amore, quel Konstantin che invece ama, non riamato, Nina. A
protestare contro l’ingiustizia dell’esistenza è Petr Sorin,
padrone di casa e fratello di Arkadina, sessantenne e malato cronico:
egli non accetta l’invito alla rassegnazione del saggio dottor
Dorn, che nemmeno gli prescrive delle cure; afferma con forza,
nonostante la sua infermità, di aver ancora voglia di vivere, di
volere quello che la vita non gli ha concesso. Cechov pone dunque uno
struggente sguardo di compatimento sulla disillusione umana, ma anche
sul tema dell’incomunicabilità e sul rapporto tra generazioni.
Il regista Marco Sciaccaluga
ricostruisce una sinfonia dell’esistenza che ha caratteristiche
universali - la messa in scena gioca sul reciproco incontro tra
attori e spettatori, all’interno di una cornice scenografica
classica che crea la suggestione della dacia sulla sponda di un lago
- recuperando lo spirito originale del testo, attraverso il
concertato di bravi attori, tra cui spicca lo smagliante carisma di
Elisabetta Pozzi, ma anche l’affiatamento del cast composto da
Francesco Sferrazza Papa, Federico Vanni, Alice Arcuri, Roberto
Alinghieri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Stefano Santospago, Roberto
Serpi, Andrea Nicolini, Kabir Tavani.
IL GABBIANO
di Anton Cechov
versione italiana Danilo Macrì
regia Marco Sciaccaluga
personaggi ed interpreti:
Irina Nikolaevna Arkadina Elisabetta
Pozzi
Kostantin Treplev Francesco Sferrazza
Papa
Nina Michailovna Zarecnaja Alice Arcuri
II’ja Afanas’evič Samraev Roberto
Alinghieri
Polina Andreevna Elsa Bossi
Maŝa Eva Cambiale
Boris Alekseevič Trigorin Stefano
Santospago
Evgenij Sergeevič Dorn Roberto Serpi
Semen Semenovič Andrea Nicolino
JaKov Kabir Tavani
Regia Marco Sciaccaluga
Scene e costumi Catherine Rankl
Musiche Andrea Nicolini
Luci Marco D’Andrea
Teatro Nazionale di Genova
BIGLIETTERIA
Orari di apertura di biglietteria:
dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 (da lunedì a sabato). Telefono:
0382/371214
Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito
www.teatrofraschini.it
ACQUISTO ON LINE
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