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domenica 20 ottobre 2019


PRESENZE INVISIBILI
L'EMARGINAZIONE CULTURALE 
NEL MONDO FEMMINILE
A CURA DI CATERINA CORNI

Camille Claudel
Dal 22 Ottobre 2019, Studio Medico Boscovich
Madri, mogli, fidanzate, sorelle, figlie, muse.
In una parola, donne. Confinate, storicamente, in un ruolo precostituito che non lasciava spazio al genio, all’improvvisazione, alla diversità. All’affermazione. Dalle parole apparentemente celebrative di Oscar Wilde (“La donna va amata, non capita”), a luoghi comuni così popolari da essere sopravvissuti nel tempo fino ai giorni nostri (“Chi dice donna dice danno”).

Oggi, qualcosa è cambiato, passando attraverso chiavi di lettura severe (“Qualsiasi cosa facciano le donne devono farla due volte meglio degli uomini per essere apprezzate la metà”, Charlotte Witton, prima donna sindaco di Ottawa), quanto lucide (“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza”, Rita Levi Montalcini).
Ma la storia continua a raccontare di donne che, pur vissute “all’ombra di”, hanno contribuito al progresso nei suoi diversi ambiti.

Con l’obiettivo di dare loro voce, l’Associazione Boscovich Arte e Salute, in collaborazione con lo Studio Medico Boscovich, presenta la mostra “Presenze Invisibili. L’emarginazione culturale nel mondo femminile”, ideata e curata dal direttore artistico dell’Associazione Caterina Corni con la consulenza di Stefano Nespor,

L’esposizione - allestita negli spazi milanesi di via Settembrini 7 dal 22 ottobre 2019 a settembre 2020 - è stata pensata per raccontare - attraverso immagini e documenti storici - la vita di 6 donne che hanno scritto la storia in silenzio, nell’ombra. Un progetto per dare voce a quella parte del mondo femminile che ha contribuito allo sviluppo della cultura nelle sue diverse declinazioni: scienza, musica, matematica, arte visiva, e non solo.

“La sensibilità culturale dello Studio Medico Boscovich ha operato negli anni dando vita all’Associazione Boscovich, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo terapeutico dell’arte in tutte le sue forme – ha commentato il socio fondatore Giorgio Gottardi. Questa mostra, quinta tappa di un percorso espositivo intrapreso per avvicinare il pubblico alla nostra mission, vuole sensibilizzare i visitatori sul tema dell’emarginazione culturale delle donne anche da un punto di vista medico. I casi che abbiamo studiato mostrano infatti come la sofferenza che nasce dall’esclusione possa influire anche sulla salute. A dimostrazione di come in un’epoca politica ancora controversa su questo tema, sia di fondamentale importanza promuovere e sviluppare la cultura anche nel mondo femminile”.
Esther Lederberg

SCIENZA: Rosalind Franklin (1920-1958), l’eroina mancata della scoperta del DNA
La Franklin nacque nel 1920 da una ricca e colta famiglia ebraica. Fortemente determinata, al punto che già all’età di 15 anni decise che sarebbe diventata una scienziata, sapeva bene che non le sarebbe stato facile, sia perché era una donna, sia perché era ben consapevole dei limiti che avrebbe rappresentato l’ambiente da cui proveniva.

Lavorò per oltre due anni nel dipartimento di biofisica del King’s College di Londra. In quel periodo Watson e Crick (che ottennero la fama per aver svelato la struttura del DNA) erano in gara con altri gruppi di ricerca nello studio del DNA, appunto. Oggi però non tutti sanno che fu proprio grazie al contributo della “dark lady” (soprannome dato alla Franklin) e alla sua abilità nella fotografia a raggi X, che Watson e Crick arrivarono alla scoperta che avrebbe rivoluzionato la scienza del XX secolo. La “dark lady” abbandonò i laboratori di Londra poche settimane prima che Watson e Crick facessero il loro annuncio. Purtroppo la scienziata non venne mai a sapere che quella scoperta a cui anch’ella aveva contribuito sarebbe valsa il premio Nobel a Watson, Crick e Wilkins: morì, infatti, a soli trentotto anni stroncata da un cancro alle ovaie.

PALEONTOLOGIA: Mary Anning (1799 – 1847), la cacciatrice di fossili
Quanti di voi, magari affascinati dal misterioso mondo dei dinosauri, è a conoscenza che una delle fondatrici della moderna paleontologia è stata una donna inglese di umili origini?
Mary riceve solo un’educazione elementare ed è proprio il padre, un falegname che arrotonda il bilancio vendendo fossili, a insegnarle come estrarli e riconoscerli. Mary impara presto e si appassiona al suo lavoro. Nel 1820 rinviene il primo, incompleto, scheletro di plesiosauro. Due anni dopo ne porta alla luce uno completo, che presenta un numero di vertebre, trentacinque, mai osservato fino ad allora in organismo vivente. Nel 1828 la giovane scopre un nuovo “drago”, il primo fossile di rettile volante rinvenuto in Inghilterra, anche se incompleto, uno pterosauro; e classifica poi, di volta in volta, nuove specie di fossili di pesci.

Eppure, è solo dal momento della morte, che se la porta via a 48 anni per un tumore al seno, che il mondo della scienza paludata e accademica pare accorgersi veramente di Mary. La vera consacrazione come paleontologa ha però luogo solo nel 2010, quando la Royal Society, in occasione del 350esimo anniversario della propria fondazione, annovera finalmente il nome di Mary Anning nella lista delle dieci donne inglesi che più hanno contribuito alla storia della scienza.

ARTE VISIVA: Camille Claudel (1864 – 1943), scultrice geniale e maledetta
Genio, passione, solitudine, miseria e follia caratterizzano la vita della scultrice francese Camille Claudel, allieva ed amante del grande Auguste Rodin, il cui valore personale e contributo all’arte del Maestro aspettano ancora di essere pienamente considerati.
Camille voleva diventare scultrice già dall’età di dodici anni, e fu proprio la costanza con cui si applicava alla modellatura che convinsero suo padre a darle il permesso di studiare a Parigi, privatamente e presso l’Académie Colarossi. Poco dopo Camille decise di spostarsi in un atelier dove, nel 1882, arrivò a insegnare Auguste Rodin. Dopo due anni sotto la direzione di Rodin, Camille modellava perfettamente il corpo umano soprattutto mani e piedi, e divenne perciò una degli assistenti di Rodin. La loro conosciuta relazione amorosa, che nasce lavorando fianco a fianco, porta a quindici anni di un’affaire appassionata e burrascosa, dalla quale Camille uscirà però sfibrata, sconfitta non solo umanamente ma anche come artista al punto da distruggere le sue stesse opere.
Nel 1913 fu fatta rinchiudere in un manicomio vicino Parigi e successivamente trasferita nel manicomio a Montdevergues, dove morì il 19 ottobre del 1943, in solitudine e abbandono.
Esther Lederberg

FISICA: Mileva Maric (1875 – 1948), la moglie di Einstein che ha cambiato il mondo
Le donne che studiavano fisica, nel XX secolo, erano pochissime. E le si guardava con sospetto. La prima moglie di Albert Einstein, Mileva Maric, è una di loro.
Nel 1896, a ventuno anni, riuscì a essere ammessa al Politecnico di Zurigo: un evento rivoluzionario per quel tempo. Dalle lettere recuperate e dagli scambi tra Mileva e Albert, che proprio durante le lezioni a Zurigo si conobbero e s’innamorarono per poi sposarsi nel 1903, emergerebbe un contributo attivo di Mileva, da sempre appassionata alla teoria cinetica dei gas, agli studi e alle ricerche del marito. Un contributo che però resta molto difficile da analizzare, per la grande riservatezza di Mileva e anche per l’anonimato al quale di fatto la costrinse il lavoro di cura.
La discussione sul contributo di Mileva ai lavori del marito dura da più di 25 anni e si focalizza prevalentemente sui lavori che Albert Einstein pubblicò nel 1905: l’Annus Mirabilis.
Nel maggio del 1948 Mileva Maric venne colpita da un ictus e fu ricoverata nell’ospedale di Zurigo. Morirà due mesi dopo portandosi via tanti segreti e lasciando qualche ombra sul re della fisica moderna, che oggi le restituisce il pallido risarcimento di una laurea postuma.

MEDICINA: Esther Lederberg (1922 – 2006), il genio dei laboratori
Esther Lederberg è stata una microbiologa e immunologa statunitense, pioniere della genetica batterica. Ha confermato con i suoi studi che i batteri mutano in maniera casuale e che acquistano resistenza a determinati antibiotici ancor prima che vengano esposti ad essi.
Esther è però meglio conosciuta per il lavoro che ha fatto con il suo primo marito, Joshua Lederberg, l'unico vincitore del premio Nobel nel 1958 per le loro ricerche e scoperte congiunte sui batteri. 
Tra le altre cose, Esther Lederberg ha scoperto il virus lambda dei batteriofagi e lo scambio di geni tra i batteri.

MUSICA: Maria Anna Mozart (1751 – 1829), pianista geniale all’ombra del fratello
Pianista austriaca chiamata con il vezzeggiativo di Nannerl, Maria Anna era la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart. Da bambini i due fratelli si esibirono insieme in giro per l’Europa, e spesso fu proprio “Nannerl”, un portento al clavicembalo, a conquistare di più l’attenzione dei critici. Tuttavia, i soldi non bastavano a finanziare i tour europei di entrambi i figli e così Leopold decise di puntare tutto Wolfgang.
Maria Anna Mozart comincia così a dare lezioni di clavicembalo per sovvenzionare i viaggi del fratello. La “rinuncia emotiva” alla carriera musicale si riversa sulla salute, con fastidiose emicranie ogni volta che il fratello e il padre partono alla volta di qualche teatro europeo. 
Il suo destino, tuttavia, è quello di trovare un buon partito da sposare: nel 1784 sposa il ricco barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg, già vedovo e con figli. I rapporti col fratello andarono progressivamente raffreddandosi, anche a causa dei due stili di vita totalmente differenti. Tuttavia, alla morte prematura di Wolfgang nel 1791, divenne la più grande promotrice della figura e della musica del fratello. Maria Anna Mozart, dopo una vita passata nel totale anonimato, si spense il 29 ottobre del 1829, a 78 anni. 
Dalle sue parole:“Mentre gli altri bambini si divertivano a tormentare le rane in giardino e a giocare con i gessetti, io e Wolf trovavamo il più gran diletto nello scatenarci sulla tastiera, per creare nuove melodie. Siamo sempre stati molto diversi (…). Tra me e Wolf, tuttavia, non c’è mai stata competizione. Anzi, anche ora che è un compositore affermato in tutta Europa, spesso si rivolge a me per dei consigli, o elogia miei componimenti ancora incompleti. D’altronde, che competizione potrebbe mai esserci se la sola mia condizione femminile mi condanna alla sconfitta? (…) Ho iniziato a desiderare una vita casalinga, solo perché era l’unico desiderio che mi era permesso. Ho sentito dire che esibirsi suonando sia per una donna un’occupazione sconveniente. Gli uomini condannano moralmente tutto ciò in cui temono che noi donne potremmo superarli. Sono stata costretta a sacrificare il mio sogno per lasciare più spazio a Wolf, ed essendo donna questo mio sacrificio è considerato quasi “naturale”. Ed invece dentro soffro, e sento una parte di me estinta per sempre”.

“L’emarginazione culturale nel mondo femminile”, a cura di Caterina Corni

"La donna è stata bloccata per secoli, e quando ha accesso alla cultura è come un'affamata e il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già sazio" Rita Levi Montalcini
Maria Anna Mozart

Alla fine dell’Ottocento, in tutte le società del mondo occidentale, costume, morale e diritto sono ancora uniti nel sanzionare la diseguaglianza fra uomini e donne, il privilegio maschile, lo stato di minorità delle donne. Le donne, tutte le donne, sono ancora escluse dalla partecipazione politica, sono ritenute incapaci di agire secondo ragione, sono sottoposte alla potestà del marito; non sono libere di gestire la propria vita e i propri beni; sono escluse da tutta una serie di percorsi di studio e di professioni; non godono di parità di trattamento con gli uomini nella famiglia e nel lavoro.
Questa mostra vuole entrare nell’animo di chi ha fatto la storia in silenzio per dare loro voce.
Le donne hanno un ruolo fondamentale nel riscrivere la storia e imprimere un nuovo orientamento al sapere. Guardare attraverso gli occhi di una donna significa assumere una prospettiva alternativa a partire dalla quale porre domande e tracciare orizzonti di pensiero.

Informazioni “Presenze Invisibili. L’emarginazione culturale nel mondo femminile”
Dove: Studio Medico Boscovich - via Settembrini 7, Milano
Inaugurazione, con ingresso libero: martedì 22 ottobre 2019 dalle ore 19.00
Durata: dal 22 ottobre 2019 a settembre 2020
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.30, sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ingresso libero
Telefono: 02.6693281, 331 8887605
Mail: info@studiomedicoboscovich.com; caterinac79@gmail.com
Sito: www.studiomedicoboscovich.com

Caterina Corni
Direttore artistico dell’Associazione Boscovich Arte e Salute dal 2012, Caterina Corni è critica d’arte impegnata in ambito nazionale e internazionale.
Si è laureata in Lettere Moderne (indirizzo Storia e Critica delle Arti) presso l’Università degli Studi di Milano e successivamente ha frequentato l’Université d’Eté del Centre Pompidou di Parigi.
Nel suo curriculum vanta numerose collaborazioni con gallerie private e riviste di arte contemporanea, tra cui FlashArt.

Associazione Boscovich Arte e Salute
L’Associazione nasce nel 2012 dall’attività dello Studio Medico Boscovich, fondato per offrire alle donne, prima, e alle loro famiglie, poi, servizi medici altamente qualificati e innovativi con particolare attenzione alla prevenzione dei tumori.
In questo contesto l’Associazione opera per promuovere e divulgare la cultura medica e quella artistica fuori dagli ambienti tradizionali, con l’obiettivo di rendere la prima maggiormente fruibile e fare della seconda una vera e propria terapia.

Stefano Nespor
Avvocato e giornalista pubblicista, Stefano Nespor è stato magistrato dal 1974 al 1977 (prestando servizio a Milano e Vigevano). Dimessosi, dopo un periodo presso la Harvard Law School come Visiting Scholar, ha iniziato l’attività professionale a Milano, occupandosi prevalentemente di diritto dell’ambiente, diritto amministrativo, diritto del lavoro. Da allora, presta in questi settori la propria consulenza e la propria assistenza, sia giudiziale che extragiudiziale, a enti pubblici e aziende private.

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