"GL'INNAMORATI IL MUSICARELLO"
DA CARLO GOLDONI
TETRO LITTA DI MILANO
PRODUZIONE MTM MANIFATTURE
TEATRALI MILANESI
“Gl’innamorati” è forse l’opera
più divertente e folle di tutta l’attività teatrale scritta da
Carlo Goldoni. Pur essendoci all’interno tutte le maschere
ereditate dalla Commedia dell’Arte, ha in sé un senso di
modernità, sia nella scrittura che nella qualità dei personaggi.
Uomini e donne che si alternano a mascherette, falsità e realtà che
fanno lo stesso movimento.
Quello del gioco. Il tutto accompagnato
da quell’amore di cui noi spesso abbiamo bisogno. Un amore
folle, un amore matto che fa ammattire tutti quelli che stanno
intorno. Questa dinamica ci è sembrata fin da subito il fulcro
intorno alla quale dovesse girare la nostra giostra; è talmente
assurdo e imprevedibile quello che succede, il cambiamento
d’umore dei personaggi che non si ha il tempo di rilassarsi e
riappacificarsi, che immediatamente i due protagonisti ci
portano da un’altra parte creando dei meccanismi comici e
incredibili. Ma questa è follia pura. Meravigliosa e spiazzante.
Gli innamorati volteggiano scomposti
tra tenerezze e rabbia con una grazia pericolosa che racconta tutta
la tempesta che hanno nel cuore. Se tutti cantano, gli innamorati
cantano due volte; cantano canzoni che fanno innamorare, che aprono i
cuori, li spalancano rendendoli più delicati. Loro cantano per
spingere lontano la paura di perdersi.
La tensione è costante, in un gioco
veloce, virtuoso, indiavolato, ebbro di capricci, che definisce
l’incostanza di una relazione appassionata. La parola si
mischia alla canzone. Il comico al drammatico. Ed è per questo
che il mondo del Musicarello ci è venuto subito incontro, perché
tutti abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni e allo
stesso tempo, spesso, non riusciamo a tenere gli occhi aperti mentre
lo facciamo perché farlo ci spalanca il cuore e ci fa sentire
felici, ma allo stesso tempo fragili e vulnerabili.
Da Carlo Goldoni – dramaturg Valeria Cavalli e Debora Virello – collaborazione al testo e regia Pietro De Pascalis assistente alla regia Chiara Pellegatta – con Gaetano Callegaro, Pietro De Pascalis, Loris Fabiani, Jacopo Fracasso, Valeria Girelli, Isabella Perego – consulenza musicale Alex Procacci – scenografia Claudio Intropido costumi Giulia Giovanelli – disegno luci Fulvio Melli - progetto audio Marco Broggiato
foto di sala Alessandro Saletta - direttore di produzione Elisa Mondadori
Spettacolo sostenuto nell’ambito di Next 2019-20
TRAMA E DESCRIZIONE DELLO SPETTACOLO
Una piccola compagnia teatrale si
trova, suo malgrado, nella condizione di dover provare il proprio
spettacolo “Gli innamorati” di Goldoni, ogni settimana su un
palcoscenico diverso: la povertà della produzione e la mancanza di
ingaggi, obbliga gli attori ad adattare ogni volta le proprie
interpretazioni su palcoscenici occupati dalle ingombranti
scenografie degli spettacoli ufficiali, nel giorno in cui gli stessi
sono di riposo: il lunedì.
Sono ormai due anni che quest’avventura
va avanti nelle platee vuote, mentre alle trame dell’opera si
intrecciano, giocoforza, quelle della vita privata e quotidiana di
ognuno: c’è Gianni, il giovane attore e assistente alla regia che
si trova a dover risolvere le situazioni più disparate, inventandosi
ora come trovarobe, ora come macchinista, ora come attore dai mille
ruoli. Ci sono poi Eleonora e Beatrice, l’una attrice sempre
relegata in ruoli minori e l’altra giovane promessa amata da tutti,
ma soprattutto da Leonardo, attore di fiction e cavallo di punta
della compagnia, dedito al corteggiamento sfrenato e agli eccessi in
genere. A completare il panorama si trovano Ambrogio, nominato
amministratore di compagnia in omaggio alla sua veneranda età e alla
sua carriera, di cui non manca mai di ricordare i fasti: strenuo
difensore della filologia e della classicità, lo si trova spesso a
combattere contro la minima spesa e la minima libertà sul testo e a
scontrarsi con Carlo, regista che attraverso le canzoni vorrebbe
portare innovazione e contemporaneità in un Teatro che altrimenti
lui definisce “vecchio e paludato”.
NOTE AL PROGETTO
Gl’Innamorati” è una commedia
scritta da Carlo Goldoni nel 1759 e da allora continuamente
rappresentata fino ai giorni nostri: la trama è semplice e si
concentra sui litigi e le riappacificazioni dei due protagonisti
Eugenia e Fulgenzio che lo stesso Goldoni così descrive “i miei
innamorati sono esagerati, ma non sono meno veri; c’è più verità
che verosimiglianza nella commedia”. Ma il vero protagonista è
l’amore, il sentimento più disobbediente che ci sia perché non
segue regole, non accetta compromessi ma segue solo l’istinto. L’
innamoramento è una follia a due, uno stato febbrile, un ottovolante
di emozioni che vanno dall’euforia alla più profonda tristezza e
da quando esiste l’uomo è proprio lui che “move il sol e l’altre
stelle”. Ed è l’amore che abbiamo voluto mettere al centro della
nostra rivisitazione de “Gl’innamorati” trasportando l’azione
ai giorni nostri, togliendo le crinoline e le scene dipinte ma
raccontando invece le peripezie, le difficoltà di una compagnia
teatrale che sta provando proprio la commedia goldoniana facendo sì
che la vita vera si confonda con il testo originale e la quotidianità
degli attori si mescoli con la finzione teatrale: dichiarazioni,
baruffe, fraintendimenti, gelosie senza soluzione di continuità al
punto che le parole dell’autore arrivano a combaciare con quelle
veritiere. E quando si è innamorati cosa si fa? Si canta. L’amore
è stato cantato in tutti i modi, dalle arie operistiche fino ad
arrivare ai rapper di oggi. Si canta l’amore gridando a
squarciagola o con un filo di voce, seguendo il testo o inventandosi
le parole, si canta anche se non si è così intonati perché cantare
l’amore è un bisogno, un desiderio e una consolazione. Così è il
nostro “Gl’Innamorati”, un gioco dentro e fuori dalla scena,
dentro e fuori dalla vita, dentro e fuori dal testo e dentro e fuori
dalla musica.
MUSICARELLO, CHE COS’E’?
Il Musicarello è un genere
cinematografico di chiara matrice popolare nato negli anni 50 ma che
si sviluppò soprattutto negli anni sessanta. A differenza del
musical, il Musicarello nasce proprio in Italia per supportare e
incrementare le vendite dei dischi di cantanti allora molto in voga
come Gianni Morandi o Caterina Caselli. Il Musicarello si potrebbe
considerare un antesignano dell’attuale videoclip: la trama è
molto semplice, di solito parla d’amore e il cuore del film è la
canzone di successo del cantante protagonista del film stesso.
Abbiamo voluto quindi rinverdire questo genere tipicamente italiano e
trasportarlo in Teatro, divertendoci a mescolare l’alto linguaggio
goldoniano a quello più immediato, ma altrettanto potente, della
canzone.
TEMI PREVALENTI
Il tema prevalente è quello
dell’amore: un amore folle, un amore matto che fa ammattire tutti
quelli che stanno attorno. Questa dinamica ci è sembrata fin da
subito il fulcro intorno al quale dovesse girare la nostra giostra: i
nostri innamorati saltellano con leggerezza tra follie, ansie, paure
e sospiri; si parlano, ma non si capiscono; passano da un bacio a uno
schiaffo senza alcun ritegno e volteggiano scomposti in una girandola
di tenerezza e rabbia che racconta tutta la tempesta che hanno nel
cuore. Un gioco veloce, virtuoso, indiavolato, ebbro di capricci, che
definisce l’incostanza di una relazione appassionata.
Nel 1759, così come nel 2020.
E quando si è innamorati si canta, per
spingersi lontano dalla paura, per aprire il cuore, perché tutti
abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni, perché farlo fa
sentire felici, ma allo stesso tempo fragili e vulnerabili.
Nel 1759, così come nel 2020.
Ecco perché la scelta del Musicarello,
e di un adattamento del testo che permettesse di giocare con le
epoche, mischiare i linguaggi, giocare ad attualizzare parole di
Goldoni per renderle contemporanee e, nello stesso tempo, far cantare
ai personaggi dell’opera originale canzonette riconoscibili, in una
follia che proseguisse idealmente l’intero spirito dell’opera.
All’amore del tema dell’opera ecco
aggiungersi quindi anche l’amore per un mestiere, quello
dell’attore e ad un’arte, quella del Teatro, che da secoli
permette l’incontro tra esseri umani in una sorta di rito
collettivo.
PERCORSI DI LAVORO CONSIGLIATI
Sarebbe importante preparare i ragazzi
alla visione dello spettacolo affrontando la lettura del testo
originale, di modo da poter meglio apprezzare le variazioni e i
giochi sul linguaggio presenti nel riadattamento. In seguito allo
spettacolo si potrà approfondire dell’opera di Goldoni, della sua
cosiddetta “riforma teatrale” e cioè il passaggio dal
“canovaccio” al testo vero e proprio.
Altro percorso, reso possibile dalla
presenza di linguaggi differenti (goldoniano, contemporaneo e
canzone) è quello riguardante la definizione di generi letterari e
la loro commistione. Crediamo possa stimolare i ragazzi anche un
confronto proprio fra “il musicarello” e il videoclip entrambi
figli di epoche diverse e soprattutto di tecnologie ben differenti.
Gli anni ‘50 e ‘60 sono stati gli anni del boom economico, gli
anni della spensieratezza, gli anni in cui il Festival di Sanremo
faceva cantare tutta l’Italia e i talent non esistevano, può
essere quindi una bella scoperta per i ragazzi capire quanto sia
cambiato il nostro paese anche attraverso la canzone.
Per finire, lo spettacolo con la sua
tematica, ben si presta a diventare pretesto di discussione sulle
proprie emozioni: in un’epoca e in un’età in cui si è sempre
meno abituati a confrontarsi direttamente con la propria sfera
affettiva. In un momento in cui spesso si parla di amore violento, di
gelosie che si trasformano in ossessione, l’approccio al testo di
Goldoni può essere uno spunto per approfondire il tema
dell’innamoramento in tutte le sue sfumature.
TECNICHE E LINGUAGGI TEATRALI
UTILIZZATI
Ruolo fondamentale in questo progetto è
la creatività dell’attore, essere sensibile e“fanciullo”, che
attraverso l’espressività del suo corpo e della sua voce riesce a
cambiare continuamente le regole del gioco. Si è scelto in questa
riscrittura, di amplificare maggiormente i continui spiazzamenti del
testo originale, chiedendo agli attori di rendere sempre visibile la
loro trasformazione da “persone” a “personaggi”, in un tal
caleidoscopico gioco di specchi, da diventare quasi virtuosistico. La
commedia goldoniana ha un ritmo serrato, i battibecchi degli
innamorati hanno un andamento quasi musicale e ciò che emerge è il
desiderio di innamorarsi, di perdere la testa, di vivere una follia a
due, di lasciarsi e ritrovarsi e sicuramente i ragazzi potranno
ritrovare le dinamiche attuali anche in un testo settecentesco.
INDICAZIONI SCENOGRAFICHE E COSTUMI
La scena è volutamente semplice e
vuota.
Se il presupposto è quello di una
compagnia che prova il proprio spettacolo in una scenografia altrui,
ecco che improvvisamente gli elementi scenici possono diventare non
utili, ma assenze, ostacoli da superare in un gioco che spesso
diventa comico.
Ad una scena visibile su palco, ne
corrisponde una immaginifica, ma altrettanto reale, di un dietro alle
quinte teatrale, dal quale verranno presi costumi e attrezzeria che
poco c’entrerebbero con una messa in scena canonica de
Gl’innamorati, ma resi qui possibili e spassosi dal gioco
metateatrale.
Stesso criterio di disomogeneità
seguono i costumi che, attraverso un gioco di sovrapposizioni e
contrasti rendono possibile il gioco tra epoche e stili differenti.
FONTI UTILIZZATE
Nel riadattamento del testo, così come
per la realizzazione dello spettacolo, è stato di fondamentale
importanza confrontarsi con l’opera omnia goldoniana.
Come già esplicitato in precedenza,
alcune scene della parte “contemporanea” del testo sono, in
realtà, attualizzazioni di scene goldoniane (sia di Innamorati che
di altre opere).
Il desiderio è stato quello di creare
non un’omogeneità stilistica, ma di ricalcare meccanismi tipici
della commedia goldoniana anche per le vicende della compagnia.
Di particolare importanza è stato lo
studio de Il teatro comico, commedia metateatrale nella quale Goldoni
esplicita la propria riforma teatrale che, dalle maschere della
Commedia dell’Arte, porterà a personaggi più complessi e
naturalistici.
Per quanto riguarda la parte musicale
sì è ugualmente scelto di non farsi condizionare da un’epoca
precisa, ma di scegliere le canzoni che potessero esprimere al meglio
lo stato d’animo dei personaggi, permettendo al pubblico
un’immedesimazione emotiva.
INFORMAZIONI
MTM Teatro Litta
Corso Magenta, 24
da martedì 17 a sabato 21 dicembre ore
20.30 – domenica 22 dicembre ore 16:30
venerdì 27 e sabato 28 dicembre ore 20.30 – domenica 29 ore 16:30
lunedì 30 dicembre ore 20.30
da martedì 7 a sabato 11 gennaio ore 20:30 – domenica 12 gennaio ore 16:30
da martedì 14 a sabato 18 gennaio ore 20:30 – domenica 19 gennaio ore 16:30
venerdì 27 e sabato 28 dicembre ore 20.30 – domenica 29 ore 16:30
lunedì 30 dicembre ore 20.30
da martedì 7 a sabato 11 gennaio ore 20:30 – domenica 12 gennaio ore 16:30
da martedì 14 a sabato 18 gennaio ore 20:30 – domenica 19 gennaio ore 16:30
durata: 100 minuti
Biglietti: Intero 30€, Intero
giornata di debutto 15€, Convenzioni 20€, Ridotto Arcobaleno (per
chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20€, Under30/Over65 15€,
Scuole di teatro e Università 15€, Ridotto DVA 15€, Scuole di
MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro
spettacolo in abbonamento: Arcobaleno,
Arcobaleno tandem, Arcobaleno over 65, Carta regalo x2, Carta regalo
x4
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BIGLIETTERIA MTM
Corso Magenta 24, Milano
02 86 45 45 45 -
biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a
sabato dalle 15:00 alle 19:30
PREVENDITA ONLINE
Biglietti e abbonamenti sono
acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito - punti vendita
vivaticket.it
I biglietti prenotati vanno ritirati
nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a
partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
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