PALAZZO DELLA CANCELLERIA DI ROMA
"DUE UOMINI, DUE CIVILTÀ"
DI ANNAMARIA WALDMULLER VOLPI
REGIA DI MARIANO BAUDUIN
La storia di Giovan Battista Sidotti, sacerdote palermitano
martirizzato in Giappone nel 1715
Dopo il debutto la scorsa estate alla Chiesa dello Spasimo
di Palermo, venerdì 24 e sabato 25 gennaio torna in scena al Palazzo della
Cancelleria di Roma Due uomini, due civiltà, opera teatrale sulla figura di
Padre Giovan Battista Sidotti scritta da Annamaria Waldmüller Volpi per la
regia e le musiche di Mariano Bauduin.
La storia di Due uomini, due civiltà
È una storia di destini incrociati, quella che ha portato
alla messa in scena di Due uomini, due civiltà nel capoluogo siciliano, che
inizia nel lontano 1992. Quando
Annamaria si recò nell’isola di Yakushima, inviata dalla NHK (Radio e
Televisione Nazionale Giapponese) per un servizio internazionale, non su
Sidoti, ma sui cedri dell'isola che sarebbero divenuti patrimonio dell'Unesco.
L’autrice di Due uomini, due civiltà ha vissuto, infatti, quasi trent’anni in
Giappone, dove per 25 anni è stata dipendente per i programmi destinati
all’estero della NHK e in seguito corrispondente de “Il Giornale” per l’Asia.
Nel ricordo di Annamaria Waldmüller Volpi è come se Sidotti
avesse voluto incontrarla attraverso l’allora governatore di Yakushima. «Mi
raccontò», dice, «di un altro italiano arrivato ‘clandestino’ sull’isola 300
anni prima, che non aveva ricevuto la mia stessa cordiale accoglienza. Anzi fu
incatenato e rischiò la pena capitale. Quell’italiano era il padre Giovan
Battista Sidotti. Quasi sconosciuta nel nostro Paese, al contrario di molti
missionari famosi che andarono e vissero in Giappone, la sua storia era molto
nota in quell’isola all’estremo confine dell’arcipelago giapponese». Rammenta che, in quell’occasione, sentì quasi
il dovere di ricercare le tracce di Sidotti e di scrivere di lui: «La sua
memoria rimase in un angolo della mia mente e nei miei appunti. Senza una
ragione precisa ogni tanto mi riaffiorava il suo nome, riaccendendo la mia
affettuosa curiosità. Alcuni anni dopo con l'indispensabile aiuto di uno
studioso (il gesuita Padre Pier Paolo del Campana) andai alla ricerca di
Sidotti e lo ritrovai nei documenti scritti da Arai Hakuseki, dotto filologo e
braccio destro del generale Tokugawa, in quegli anni l’uomo più potente del
Giappone. E’ il resoconto di quattro anni di dialogo con Sidotti imprigionato a
Edo, come allora si chiamava Tokyo».
Lo Spettacolo
Il regista Mariano Bauduin spiega: «Il nostro lavoro si
muove in un panorama di enorme interesse per il personaggio di Sidotti e per il
contesto in cui avvennero gli eventi che lo hanno interessato. Vuole raccontare
un universo, una cultura, una civiltà in conflitto con il resto del mondo,
forse con sé stessa, e di un uomo che ne ha tentato un cambiamento
dall’interno, a costo della propria vita. Lo spettacolo si configura come
emblematica lettura critica e artistica, partendo dal documento storico e dal testo
di Annamaria Waldmüller per svilupparne una lettura critica e poetica.
L’impianto scenico e quello dei costumi è un’elaborazione e una creazione di
elementi storici, resi meta-storici, e quindi poetici. È nostra intenzione
“tessere” un percorso sonoro all’interno della storia che andremo a
rappresentare. Il racconto del padre Sidotti e dei suoi rapporti con Arai
diventeranno la metafora di un racconto dentro e fuori dal Tempo, in un momento
di intolleranze e prepotenze. La loro storia potrebbe diventare emblematica per
raccontare e capire meglio anche la nostra epoca».
Giovan Battista Sidoti o Sidotti (Palermo 1667-Edo 1715)
Sacerdote secolare di nobile famiglia palermitana, venne
ordinato a Roma. Uomo di profondi studi, fu sedotto dalla storia dei Cristiani
in Oriente Nel 1702 partì da Genova alla volta di Manila. Ma la sua meta ultima
era il Giappone. Era il tempo del “paese in catene” (1637-1868): chiunque
sbarcava nell’arcipelago del Sol levante era punito con la morte. Pur non
avendo ancora ottenuto il permesso papale, nel 1708 Sidotti riuscì su una
piccola barca ad approdare nell’isola di Yakushima. La sua dote principale era il coraggio: per
salvare le anime era disposto a pagare con la vita, sfidando le terribili leggi
dello shogunato. Preso prigioniero fu portato a Edo, dove conobbe il maestro
confuciano Arai Hakuseki (Edo 1657- 1725), scrittore prolifico, filologo e
politologo, maestro di Ienobu Tokugawa, il vero padrone del Giappone di allora.
Arai ha lasciato nei suoi scritti tracce indelebili di Sidotti e
dell’incontro/scontro fra due culture che ha caratterizzato le loro frequenti
discussioni. Ha raccontato di Sidoti, delle loro conversazioni e della sua
morte in “Seiyo Kibun”, una raccolta in 3 volumi, il primo dei quali
interamente dedicato ai loro dialoghi. Il terzo volume contiene una riflessione
sul Cristianesimo in parallelo al Buddismo.
Giovan Battista Sidotti fu martirizzato in Giappone nel 1715
per aver convertito, nonostante il divieto, i suoi servitori nella casa/carcere
dove era relegato. Il permesso papale
per recarsi in Giappone arrivò soltanto dopo la sua morte. Adesso a Palermo è
in corso la sua causa di beatificazione. Nel 2014 in un antico cimitero
cristiano nell’area di Tokyo, sono stati trovati dopo 300 anni i suoi resti mortali
sui quali sono stati condotte approfonditi esami del Dna, che ne hanno
accertato l’autenticità.
Due uomini, due civiltà
di Annamaria Waldmueller
con Maurizio Murano (Arai) , Mario Zucca (Sidotti) , Paolo
Romano (Narratore) , Sergio del Prete (Shimazu/Shogun) , Patrizia Spinosi
(Haru), Lello Giulivo (Chosuke), Francesco Tornatore (Mimo), Giandandrea
Ventrella (Mimo)
Regia e musiche Mariano Bauduin
Scene Nicola Rubertelli
Costumi Marianna Carbone
Light designer Daniele Naldi
Chitarra ed elaborazioni musicali Michele Bonè
Assistente alla regia Gianandrea Ventrella
Assistente scenografico Fabio Marroncelli
Assistente costumista Rosario Martone
Direzione organizzativa Rosa Manfredi
Segreteria organizzativa Valeria Mazzone
Direttore di scena Gaetano Amore
Produzione e organizzazione Gli Alberi di Canto Teatro
Trasporti Liberato s.r.l.
Laboratorio scenografia
Maestri di Scena Laboratorio sartoria C.T.N. 75 - Sartoria
Teatrale Canzanella di Vincenzo Canzanella
Assistente di sartoria Davide Orlando
Calzature Epoca Parrucche Artimmagine
Service luci e audio / materiali tecnici Job Service
Fotografo di scena Francesco Squeglia
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