SIPARIO D’AUTORE
"BESTIARIO DEL
FIRMAMENTO"
INCONTRO CON IL FILOSOFO E CRITICO
D’ARTE
VITTORIO RIGUZZI
TEATRO DUSE DI BOLOGNA
Nell'ambito di ART CITY Segnala 2020 in
occasione di Arte Fiera, domenica 26 gennaio il Teatro Duse di
Bologna aprirà le porte al pubblico in via straordinaria, per
consentire al pubblico di ammirare ‘Bestiario del firmamento’, il
Sipario d’autore realizzato nel 2018 dall’artista
post-concettuale Luigi Mainolfi. Per l’occasione, alle ore 11 si
terrà un incontro con il filosofo e critico d’arte Vittorio
Riguzzi, che approfondirà il significato dell’opera e del lavoro
di Mainolfi nello scenario dell’arte contemporanea. A seguire si
terrà un brindisi nell’antico foyer Gino Cervi, all’interno del
Teatro. L’appuntamento, che fa parte del ciclo DUSEoff, è a
ingresso libero.
Il sipario di Mainolfi, esposto al Duse per tutta la Stagione 2019/2020, giunge dopo il sipario ‘Rossooro’ di Carla Accardi e ‘Applausi’ di Aldo Mondino, grazie alla collaborazione con il Teatro Tuscany Hall di Firenze. L’opera d’arte fa parte, infatti, dell’originale collezione d’arte contemporanea voluta dal teatro fiorentino, composta da sette sipari d’artista unici. La collezione comprende anche le opere di Getulio Alviani, Mimmo Paladino, Nicola De Maria e Pino Pinelli, che giungeranno sul palco del Duse ad impreziosire le prossime stagioni teatrali.
‘Bestiario del firmamento’, alto sei metri e mezzo e lungo dodici metri, rappresenta sagome di animali fantastici realizzati in velluto bianco, visioni ancestrali tipiche del lavoro dell’artista campano, applicati su uno sfondo di velluto blu notte, per l’artista colore del sogno e della poesia e che nel teatro, “forma d’arte vivente” come lo definisce lo stesso Mainolfi, trovano la loro collocazione ideale. ‘Sipario d’autore’ è un’inizitiva volta a portare la grande arte contemporanea sui palcoscenici più prestigiosi d’Italia, costruendo un ponte ideale tra i territori e le diverse discipline artistiche.
Luigi Mainolfi (Rotondi, 16 febbraio
1948) - Luigi Mainolfi, nasce in provincia di Avellino nel 1948.
Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli,
nel 1973 si trasferisce a Torino, in quegli anni centro
dell’avanguardia artistica italiana. I primi lavori, tra il 1972 ed
il 1976, indagano il corpo e il gesto. Nelle prime
esposizioni/performances presenta calchi in gesso del proprio corpo,
che lascia consumare nell’acqua (Cavriago 1977) o fa precipitare
dall’alto al suolo (La performance, Galleria Civica d’Arte
Moderna, Bologna 1977). Tra il 1979 e il 1980 completa La Campana
(Galleria Tucci Russo, Torino 1981) e La Sovrana Inattualità
(P.A.C., Milano 1982). Ha partecipato alle più importanti rassegne
internazionali quali la Biennale di San Paolo, la Biennale di
Venezia, la Biennale di Parigi, Documenta (Kassel). Tutto il suo
percorso è volto a recuperare l’uso delle materie naturali, le
materie prime che hanno fatto la storia della scultura, dal gesso
alla terra, dal legno alla pietra, dal bronzo al marmo. Erede di una
visione ancestrale del mondo e dell’opera dell’uomo, Mainolfi
crea radure, alberi, montagne, città, soli, animali, personaggi,
attingendo da un immaginario arcaico popolato da leggende e figure
mitiche.
Vittorio Riguzzi - Docente presso la
Scuola di specializzazione post-universitaria ‘Erich Fromm’ di
Bologna, si occupa di filosofia, arte e formazione. È stato
direttore della Fondazione Culturale ‘Hermann Geiger’ di Basilea.
Nel 2000 ha fondato con Carlo Monaco il ‘Teatro Filosofico’,
format teatrale di cui ha messo in scena più di quaranta
rappresentazioni presso vari teatri e festival in Italia. Come
critico d’arte ha curato oltre un centinaio di mostre e i relativi
cataloghi o apparati critici, in Italia e all’estero.
SIPARIO D’AUTORE
AL TEATRO DUSE PER LA STAGIONE
2019/2020
Bestiario del firmamento - sipario di
Luigi Mainolfi (2018)
Dalla collezione del Teatro Tuscany
Hall di Firenze.
Domenica 26 gennaio – Ore 11
Incontro con il filofoso e critico
d’arte Vittorio Riguzzi
A seguire brindisi al foyer ‘Gino
Cervi’.
Ingresso libero.
L’opera resterà in mostra al Teatro
Duse di Bologna fino al 30 giugno 2020.
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