"MAI GENERATION"
IDEAZIONE E REGIA DI STEFANO CORDELLA
DRAMMATURGIA COLLETTIVA
MTM TEATRO LITTA DI MILANO
“Mai generation” è uno spettacolo
che vuole parlare al mondo degli adolescenti e al loro naturale
desiderio di cambiamento. Tutto si svolge all’interno di una scuola
occupata dove i ragazzi possono sentirsi improvvisamente adulti,
cittadini del proprio mondo e responsabili delle proprie scelte.
Immerso nel presente con tutte le sue contraddizioni, il racconto
prende a tratti la strada del confronto generazionale con la stagione
del 68: mentre i ragazzi di quegli anni reclamavano il bisogno di
uscire da rigidi schemi sociali, gli adolescenti di oggi si sentono
in bilico tra aspettative (proprie, collettive e genitoriali) e
mancanza di prospettiva. Tra votazioni, slogan e proteste emerge il
mondo quotidiano dell’adolescenza fatto di paure, slanci, imbarazzi
e nuove scoperte.
Le aspettative e il giudizio
A partire dal confronto con i ragazzi
su cosa vog#lia dire essere adolescenti oggi, la prima, epider#mica,
emozione che affiora è quella della paura. Emerge la paura di non
essere all’altezza delle proprie aspettative e soprattutto delle
aspettative dei genitori, che oggi possono essere restrittivi, ma
allo stesso tempo comportarsi da pari, confondendo piani e desideri.
Emerge la paura di restare indietro rispetto alle tappe della vita
considerate obbligate, quali, su tutte, quelle legate all’affettività
e alla scoperta della propria sessualità.
Allo stesso tempo, però, le paure sono
accompagnate da un grande senso di rivalsa e da una consape#volezza
nuova dei propri turbamenti. I ragazzi intra#prendono una lotta
sotterranea, ma continua, contro aspettative, pressioni sociali e
giudizi esterni: questa è la lotta che abbiamo voluto enfatizzare,
mettendo in scena storie di adolescenti che tentano, a volte
affrontando il fallimento, di ribellarsi agli stereotipi e alle
coercizioni imposte dai condizionamenti culturali.
Il confronto con il 68
Mentre gli adolescenti degli anni
Settanta reclamava#no a gran voce il bisogno di uscire da rigidi
schemi so#ciali, gli adolescenti di oggi si trovano di fronte a uno
scenario liquido, per usare una definizione del cele#bre sociologo
Zygmunt Bauman, dove “l’incertezza è l’unica certezza”. Il
futuro diventa una trappola ecologica, lavorativa, economica,
sociale, in cui ci si sente in bilico tra aspettative (proprie,
collettive e genitoriali) e mancanza di prospettiva. L’evoluzione
ha preso la forma della regressione, viene detto nello spettacolo.
I protagonisti hanno richieste pratiche
(i muri scro#stati, l’edificio scolastico parzialmente inagibile),
ma queste istanze sembrano celare ben altre necessità di ascolto.
La presenza all’interno dello
spettacolo di spezzoni di documentari e film legati al Sessantotto,
insieme a interventi di personaggi adulti che hanno vissuto in prima
persona quei moti rivoluzionari, dà modo ai ragazzi di confrontarsi
con una generazione che ha lottato per ottenere alcuni diritti civili
e sociali che oggi rischiamo di dare per scontati, e che potrebbero
invece diventare motore di altre importanti e necessa#rie conquiste,
in un periodo storico in cui piaghe so#ciali come razzismo,
nazionalismo e sessismo stanno tornando prepotentemente attuali.
la partecipazione diretta alla vita
collettiva
Nel contenitore dell’occupazione
scolastica, i giovani protagonisti danno voce a una spinta
rivoluzionaria intrinseca, troppe volte calpestata. Hanno domande
confuse, permeate da slogan e frasi fatte; portano soluzioni a volte
poco concrete; rischiano di rifugiarsi nell’ideologismo, o in un
disilluso iperrealismo, ma a loro modo chiedono un futuro a propria
misura, perché pretendere un futuro è ancora possibile.
Motivazione PREMIO HYSTRIO ICEBERG 2018
- Compagnia Oyes
Nell’osservare il percorso artistico
degli Oyes, si percepisce un chiaro senso di solidità. Sono infatti
un gruppo numeroso ma senza isterismi, caratterizzato da poche ma
pensatissime produzioni, con un brillante lavoro organizzativo alle
spalle e la capacità di vincere in scioltezza premi e bandi,
diventando in breve una realtà riconosciuta su scala nazionale. Ma
in questa concretezza si aprono anche improvvisi squarci di sana
follia. Come ad esempio riscrivere Cechov calandolo nel contemporaneo
in Vania o in Io non sono un gabbiano. È stato
proprio questo azzardo, il coraggio di guardare in faccia la tigre
senza uscirne con le ossa rotte, a segnare una svolta nella giovane
compagnia nata nel 2010 intorno a un gruppo di diplomati
dell’Accademia dei Filodrammatici, dandole una riconoscibilità
artistica sempre più precisa. Le drammaturgie originali, come Va
tutto bene o Il preferito, divengono così ispirazione per
uno sguardo registico maturo, capace di intrecciare la propria
autorialità con la semplicità del segno estetico e con un senso
collettivo del fare teatro. Per la serietà con cui stanno facendo
crescere un progetto ambizioso e per quel pizzico di sfrontatezza
creativa che da sempre caratterizza i talenti più belli assegniamo
alla Compagnia Oyes il Premio Hystrio Iceberg 2018.
BIOGRAFIA DELLA COMPAGNIA
Oyes nasce nel 2010 attorno ad un
nucleo di attori diplomati all'Accademia dei Filodrammatici di
Milano.
Da subito la compagnia si concentra
sulle crepe e le aporie che osserva nella società e da lì parte per
creare drammaturgie originali, sviluppate collettivamente attraverso
scritture sceniche ed improvvisazioni. La volontà è quella di
mantenere sempre vivo il processo di ricerca di nuovi linguaggi,
stili e materiali drammaturgici, senza perdere il confronto con la
tradizione, i grandi autori classici e contemporanei.
Il primo lavoro della
compagnia, Effetto Lucifero, ispirato all'Esperimento
Carcerario di Stanford, vince il Premio Giovani Realtà del
Teatro 2010 ed è finalista al premio Tondelli 2011 per
la drammaturgia. Oyes inizia così una residenza triennale presso il
Teatro Filodrammatici di Milano che ospiterà negli anni
seguenti Luminescienz, drammaturgia originale che indaga il
mondo delle sette religiose, e Va tutto bene, prima
drammaturgia collettiva che, attraverso i toni della tragicommedia,
sviscera il tema dell’abbandono.
Nel 2015 il debutto di Vania segna
un passo decisivo per Oyes che sceglie di confrontarsi con i testi di
A. Cechov e dà vita ad una drammaturgia originale ispirata ai temi e
ai personaggi principali di Zio Vanja.
Vania ottiene numerosi riconoscimenti
tra cui il Premio Giovani Realtà del Teatro 2015. Nel 2016
approda a importanti festival come Primavera dei Teatri di
Castrovillari e Trasparenze di Modena, fa parte della
selezione di NEXT- laboratorio delle idee per la produzione e la
distribuzione dello spettacolo dal vivo 2016/2017 di Regione
Lombardia e Agis ed è finalista IN BOX 2017.
Con il progetto T.R.E. - Teatro in
Rete per Emergere Oyes si aggiudica il bando f-Under35 per
le imprese culturali (in collaborazione con Teatro dei Gordi e
Teatro Presente) che gli permette di intraprendere un fondamentale
processo di strutturazione organizzativa, incrementando nettamente la
circuitazione degli spettacoli.
Nel giugno del 2017, con il debutto
di Io non sono un gabbiano all’interno del festival
Primavera dei teatri, Òyes si conferma realtà emergente
riconosciuta a livello nazionale da parte di critica, pubblico e
operatori del settore. Rientrando per la seconda volta nella
selezione di NEXT- laboratorio delle idee per la produzione
e la distribuzione dello spettacolo dal vivo 2017/2018, ottiene
l’inserimento nelle stagioni di importanti teatri e circuiti
nazionali tra cui Piccolo Teatro di Milano, Fondazione Piemonte
dal Vivo, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Pubblico Pugliese.
L’ultima produzione, Schianto,
menzione speciale Forever Young 2017-2018 - La Corte Ospitale,
ha circuitato in alcuni importanti teatri italiani grazie
a NEXT- laboratorio delle idee per la produzione e la
distribuzione dello spettacolo dal vivo 2018/2019.
Nel 2018 Oyes vince il Premio
Hystrio Iceberg come migliore compagnia emergente italiana.
E’tra le cinque imprese di produzione
under 35 riconosciute dal Mibac per il triennio 18-20 come
destinatarie del FUS, inoltre ha vinto il bando Cultura
Sostenibile di Fondazione Cariplo con il
progetto MetaStrada per il triennio 19-21.
con Daniele Crasti, Francesca Gemma, Francesco Meola, Dario Sansalone
aiuto regia e collaborazione alla drammaturgia Noemi Radice
disegno luci Giuliano Almerighi - sound design Gianluca Agostini
scene e costumi Andrea Colombo
Tecnico Lorenzo Crippa – si ringrazia Stefano Montrasio
organizzazione Valeria Brizzi, Carolina Pedrizzetti
con il sostegno di Mibac, Fondazione Cariplo, Gecob eventi e PianoInBilico – produzione Oyes
INFORMAZIONI
MTM Teatro Litta
Corso Magenta, 24
da martedì a giovedì ore 20:30
durata: 60 minuti
Biglietti: Intero 25€, Convenzioni
20€, Ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto
arcobaleno) 20€, Under30/Over65 15€, Scuole di teatro e
Università 15€, Ridotto DVA 12,50, Scuole MTM, Paolo Grassi,
Piccolo Teatro 10€
spettacolo in abbonamento: Arcobaleno,
Arcobaleno tandem, Arcobaleno over 65, Carta regalo x2, Carta regalo
x4,
Scarica l’App di MTM Teatro e
acquista con un clic
BIGLIETTERIA MTM
Corso Magenta 24, Milano
02 86 45 45 45 -
biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a
sabato dalle 15:00 alle 19:30
PREVENDITA ONLINE
Biglietti e abbonamenti sono
acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito - punti vendita
vivaticket.it
I biglietti prenotati vanno ritirati
nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a
partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
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