TEATRO VILLA PAMPHILJ DI ROMA
RASSEGNA “MARZO E’ UNA FESTA”
DAL JAZZ ALLA DRAMMATURGIA
Cecilia Sanchietti |
Dal jazz di Rita Marcotulli e Cecilia
Sanchietti alla drammaturgia di Daniela Vitale, dalle installazioni
artistiche di Fernanda Pessolano al seminario su voce e corpo di
Monica Demuru, al laboratorio teatrale sull’Antigone del Living
Theatre di Cathy Marchand: dal 1° marzo al Teatro Villa Pamphilj,
prende il via la rassegna "Marzo è una festa" con sei
appuntamenti imperdibili per un mese dedicato al lavoro delle donne
impegnate nel teatro, nella musica, nella creatività e nella
cultura.
La rassegna verrà inaugurata domenica
1 alle ore 11.30 dal concerto per “solo piano” di Rita
Marcotulli, musicista di punta del panorama nazionale e di fama
mondiale che vanta collaborazioni sia con i mostri sacri del jazz
internazionale, che con grandi personaggi del pop italiano.
Ufficiale
dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, è stata nominata
membro onorario della Royal Swedish Academy ed è stata nel 2011 la
prima donna ad aver vinto un David di Donatello per la miglior
colonna sonora (con “Basilicata coast to coast” di Rocco
Papaleo).
Domenica 1 marzo ore 11:30 - ingresso 7
euro
RITA MARCOTULLI Piano solo
Rita Marcotulli, in "piano solo"
al Teatro Villa Pamphilj di Roma, è la madrina della rassegna “Marzo
è una festa”, dedicata al lavoro delle donne impegnate nel teatro,
nella musica, nella creatività e nella cultura.
Pochi mesi fa le è stata conferita
l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della
Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella, è stata
nominata membro onorario della Royal Swedish Academy ed è stata nel
2011 la prima donna ad aver vinto un David di Donatello per la
miglior colonna sonora (con “Basilicata coast to coast” di Rocco
Papaleo). Jazzista di punta del panorama nazionale e di fama mondiale
vanta collaborazioni sia con i mostri sacri del jazz internazionale
(tra cui Peter Erskine, Michel Portal, Chet Baker, Joe Lovano, Pat
Metheny, Billy Cobham, Marilyn Mazur, Enrico Rava e molti altri) sia
nell’ambito del pop tra cui Peppe Servillo, Noa, Massimo Ranieri,
Pino Daniele, Gino Paoli e Claudio Baglioni.
domenica 8 marzo ore 11:30 - ingresso 7
euro
Odissea Tra(u)m-a
Di Daniela Vitale, Paolo Cognetti e
Sara D’Uva
Drammaturgia e regia Daniela Vitale
Un’Odissea senza Odisseo, una trama
riscritta per voci di donna. Penelope, Atena, Nausicaa, Circe,
Anticlea sono le protagoniste di questo viaggio tra il mare e la
terraferma, tra paure e desideri, mostri e bellezza, violenza e
amore, vita e morte. Cinque corpi femminili, che in realtà sono un
solo corpo, si presentano sulla scena in successione, per raccontare
le avventure dell’eroe omerico. Ciascuna di esse, che sia madre o
moglie, protettrice o amante, è stata attraversata da un amore
profondo per lui e ognuna nel confessare apertamente, in pubblico,
questo sentimento, esprime il dolore della perdita e il coraggio
dell’attesa (ora con toni ironici e grotteschi, ora con i tratti
della tragedia). Le donne dell’Odissea sono determinanti ai fini
del ritorno in patria dell’eroe omerico. E queste figure femminili,
se già nella scrittura originale sono ricche di sfumature e
bellezza, acquisiscono una complessità e una sensibilità
contemporanea nelle successive riscritture, come nel caso della Circe
di Margaret Atwood. Ed è proprio sul rapporto tra il classico e il
contemporaneo che Odissea Tra(u)m-a si sviluppa, sia per ciò che
riguarda il testo, sia per quel che concerne la composizione
musicale, la danza e la creazione video.
Domenica 15 marzo ore 11:30 - ingresso
€ 3,00
DATE UNA BICICLETTA A COPPI / COPPI
ULTIMO
DATE UNA BICICLETTA A COPPI, un
progetto e un’installazione artistica di Fernanda Pessolano
introdotta dalla narrazione scenica COPPI ULTIMO di e con Marco
Pastonesi, paesaggio sonoro Alessandro D’Alessandro
DATE UNA BICICLETTA A COPPI
Installazione artistica di Fernanda
Pessolano
Curatela testi di Marco Pastonesi
Con il contributo della Federazione
Ciclistica Italiana
e della Biblioteca della Bicicletta
Lucos Cozza
Un’installazione artistica dedicata
a Fausto Coppi realizzata da Fernanda Pessolano, tra artigianato e
arte, tra gioco e letteratura. Foto, cartoline, memorabilia, piccoli
oggetti, libri, dischi, registrazioni, cronache e giornali fanno da
corredo a immagini narrative chiuse dentro piccoli sipari. Una
narrazione corale che dà voce a tanti autori e che racconta come in
un’epopea il Campionissimo.
L’allestimento modulare è composto
da piccoli teatrini/contenitori che illustrano con molteplicità di
sguardi e creatività, come in un archivio, la vita, gli amori, le
contestazioni, i gesti e le imprese di Coppi. L’opera è corredata
da leggii con libri esposti appartenenti alla Biblioteca della
Bicicletta Lucos Cozza.
L’installazione, che sarà inserita
sull’applicazione MOVIO, Mibac, come mostra virtuale, fa parte del
progetto “Date una bicicletta a Coppi”, sostenuto dalla
Federazione Ciclistica Italiana e inserito nel progetto “Alla fine
della città – Contemporaneamente Roma 2020”, a cura
dell’associazione Ti con Zero.
Monica Demuru |
Narrazione scenica
COPPI ULTIMO
Di e con Marco Pastonesi
paesaggio sonoro e organetto di
Alessandro D’Alessandro
tratto dal libro “Coppi ultimo” di
Marco Pastonesi,
Produzione Ti con Zero/Biblioteca della
Bicicletta Lucos Cozza
A cento anni dalla nascita e a quasi
sessanta dalla morte, “Coppi ultimo”: Fausto Coppi nel 1959, il
suo ultimo anno di uomo e campione, di padre e atleta, di industriale
e manager. Un lungo, frenetico, appassionato addio al mondo del
ciclismo, cioè strade e piste, corse e corridori, giornali e
giornalisti. Un Coppi stremato, sfinito, esaurito, eppure ancora
pronto, voglioso, curioso. Un Coppi attore, primattore e
protagonista, un Buffalo Bill in bicicletta, ambasciatore del proprio
mito a due ruote. Un Coppi inedito, raccontato in mille storie minime
ed esemplari. Coppi e la sua ultima Parigi-Roubaix, il paradiso del
fango e del pavè, l’inferno del Nord, conclusa nel gruppetto dei
gregari. Coppi e la sua prima e ultima Vuelta di Spagna, abbandonata
a tre giorni dalla fine. Coppi e il suo ultimo Tour de France, vinto,
ma come direttore sportivo di Federico Bahamontes. Coppi e la sua
ultima scoperta, Meo Venturelli, che però si rivelò il suo esatto
contrario. Coppi e la sua ultima corsa, una kermesse a Ouagadougou,
in Africa. Fausto Coppi nell’ultimo anno di ciclismo e di vita, il
1959, in una giostra di appuntamenti, in un carosello di addii, in
una volata finale verso la morte. Vecchio, stanco, malato, eppure
curioso, appassionato, visionario, e sempre autorevole, carismatico,
rispettato. I tormenti dopo l’estasi.
21 marzo ore 11:30 - ingresso 7 euro
TERZA VIA – The third side of the
coin
Cecilia Sanchietti – batteria e
composizioni
Marco Guidolotti – sax baritono
Pierpaolo Principato – pianoforte
Marco Siniscalco – basso elettrico
“LA TERZA VIA”, secondo Album
realizzato da Cecilia Sanchietti nel 2018 in qualità di leader,
batterista e compositrice, è un lavoro interamente dedicato al tema
del CORAGGIO in tutte le sue sfumature.
Il progetto è un lavoro italiano, ma
con un respiro e supporto internazionale, grazie all’etichetta
americana “BluJazz” e Nicolas Kummert al sax (Belgio).
Il disco ha avuto ottimi
riconoscimenti, Cecilia Sanchietti TOP Jazz 2018, tour in Italia
(Casa del Jazz, Diva’s Jazz, Lucca Jazz Donna, Ricomincio da Tre,
Teatro del Popolo di Gallarate, Rassegna otto Jazz Napoli etc..) e
all’estero (Germania, Belgio, Turchia, Svezia, Città del
Vaticano), anche in collaborazione con gli Istituti di Cultura
Italiani all’estero (Istanbul e Città del Vaticano).
Recensioni da: Downbeat, All About
Jazz, Midwest Record (USA), Actual Jazz (Uruguay), Jazzhalo (BG),
Musica Jazz, MusicTnt, Roma in Jazz, Alias Il Manifesto, Fabrizio
Ciccarelli, Jazz Convention etc.
Il disco è un jazz delle mille
sfaccettature, dal sapore moderno che esula dal tradizionale sound
tipico del mainstream e del cool jazz per contaminarsi con altri
generi musicali grazie ad una brillante vena improvvisativa ed una
spiccata padronanza dell’interplay. Le composizioni aprono la
strada al funky, strizzano l’occhio alla musica pop e non
disdegnano rapide incursioni verso suggestioni even eights, atmosfere
ECM, struggenti ballade e composizioni dalle sonorità più
articolate, tempi sincopati e richiami etnici.
Molte delle composizioni originali, per
la gran parte firmate da Cecilia Sanchietti, si ispirano a quella che
viene definita “La terza via”, la via più scomoda, quella più
difficile e tortuosa, spesso rivoluzionaria, orientata sempre e
comunque alla ricerca della verità e all’affermazione della
qualità. E’ la via più profonda e personale che richiede il
coraggio di scegliere e costruire la propria strada, che rispecchia
il proprio valore e il proprio sentire. L’unica strada per restare
in piedi ed essere pienamente felici.
sabato 21 marzo ore 15 – 19 /
domenica 22 marzo ore 10 – 16
JE CHANTE.
Seminario: corpo sonante e qualità del
gesto acustico a cura di Monica Demuru
Dove hai messo la tua canzone? Vuoi
credere di averla perduta? Se il diritto alla poesia e il culto del
cibo ti sono chiari come mai hai appaltato il tuo bisogno di cantare
ad altri? Davvero hai seppellito la tua musica? E’ tempo che torni.
Attraverso la liberazione del respiro
nella storia del proprio corpo e l’adesione dell’io alle proprie
voci ciascuno può sviluppare una coscienza fisica, emotiva, mentale
che rimette in discussione la percezione di sé in una maturata
capacità di ascolto e nella apertura alla propria creatività.
“Pensare la voce come la messa in
vibrazione di un’energia che, avvolgendoci, ci penetra per
vivificarci e successivamente è restituita da noi all’ambiente
sotto forma di suono, è uno dei modi più semplici per giustificarci
la complessa valenza dell’atto vocale e per comprendere come esso
sia stato, per tutte le culture, il modo più diretto per esprimere
il desiderio, solo umano, di trascendenza da sé e di unione con la
natura e con gli altri uomini” (S. Magnani e F. Fussi)
Rita Marcotulli |
dal 25 al 27 marzo
L’ANTIGONE DEL LIVING THEATRE.
LABORATORIO A CURA DI CATHY MARCHAND
Tre giornate di lavoro intensivo
intorno al mito millenario dell’Antigone: dalla tragedia di Sofocle
alla lettura che ne diede Brecht nel 1948, fino al dirompente
allestimento che ne realizzò il Living Theatre nel 1967; in questo
laboratorio si proverà a toccare anche l’ultima provocatoria
visione proposta da Philippe Forest: un’Antigone che arriva a
mettere in discussione la propria scelta.
Il laboratorio sarà anche finalizzato
alla creazione di uno spettacolo - con la direzione di Cathy Marchand
- sulle diverse Antigoni del nostro tempo, che si oppongono ai molti
meschini Re Ubu che in questa epoca si stanno sostituendo alla figura
terribile ed autorevole del tiranno Creonte.
La respirazione consapevole per
mettersi in contatto con l’altro “non per sfidarsi ma per
affidarsi” al fine di creare un corpo attoriale unico. Il soffio
consapevole sarà il filo magico che porterà il gruppo ad aprirsi ad
una creazione collettiva, che trova fondamento nel corpo poetico.
Il percorso di lavoro prevede il
training originale del Living Theatre, che include momenti di
improvvisazione, elementi di biomeccanica e la visione artaudiana del
“teatro della crudeltà”, dell’urgenza di alzare la voce e di
far vivere il corpo per diventare quelle fiamme a cui Artaud faceva
riferimento.
Si procederà poi ad una scrittura
scenica collettiva attraverso il processo del “cadavre exquis”,
metodo ideato dai surrealisti francesi, finalizzato alla messa in
scena di testi-monologhi teatrali.
«Rifare il Living esattamente come
era sarebbe oggi anacronistico; ma è importante, anzi
indispensabile, conservare nell’attualità quel grido di rivolta,
instillare negli spettatori un dubbio, dare alle giovani generazioni
una chiave critica di lettura, svegliare le coscienze. Fare un teatro
“vivente”, che faccia riflettere e che sia anche atto poetico».
«Come ci diceva Pasolini “Il Living
Theatre può essere fatto solo dal Living Theatre”. Per me
rappresenta una missione. Credo fortemente nella trasmissione di
questa forma teatrale che ho sperimentato negli anni ’70 perché ha
ancora senso insegnare l’urgenza del mestiere dell’attore.
Sento che il piacere della recitazione
debba corrispondere al dolore di farlo. Senza capirlo e senza scelta,
a tratti».
Cathy Marchand
Teatro Villa Pamphilj - Villa Doria
Pamphilj Via di San Pancrazio 10 - P.zza S. Pancrazio 9/a, Roma
Orario segreteria: dal martedì alla
domenica dalle 10,00 alle 17,00
Info e prenotazioni teatro: tel. 06
5814176
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