Rivoluzione, cioè un atto potente, energico, collettivo e certamente mosso dall’urgenza di cambiamento insieme al battito di ciglia, che invece è un atto istintivo, incontrollabile, a volte appena percettibile ma, attenzione, a oggi ancora irriproducibile da tecnologia e robotica (sarà questo l’ultimo presidio dell’umanità?). Questo è il doppio fil rouge che unisce tutte le canzoni dell’album che cade in un momento storico assai particolare e assai difficile: le persone cercano risposte che non trovano, risposte alle proprie esigenze di felicità e diritto all’esistenza sostenibile, eguale e che politica, ideali, clima non restituiscono. Gli Yo Yo mundi sono fermamente convinti che sia giunta l’ora di tornare ad atti collettivi fraterni di scambio, baratto, condivisione, unità d’intenti.
Il senso di questo lavoro viene così descritto dalla band: “ci hanno divisi, non solo per imperare, ma per trattarci, più facilmente, come numeri, come consumatori consumati, come burattini digitalizzati nelle spire di qualche algoritmo. E’ ora di riprenderci il senso della vita, di limitare sempre più questi insostenibili condizionamenti imposti esclusivamente nel nome del profitto e delle - ormai irricevibili - stantie regole di share, oggi non solo ed esclusivamente televisive ma anche e soprattutto “social”. E noi, che crediamo nella forza del gruppo, sappiamo bene che non può esistere altra strada di lotta e ribellione che non sia il sogno collettivo”.
Il 2020 segna anche un altro appuntamento importante: quello con i trentuno anni della band. La loro lunghissima carriera è stata segnata da “emozioni giganti, incontri straordinari, amicizie, carezze e complicità. Da migliaia e migliaia di chilometri e altrettanti concerti e spettacoli. Da centinaia di canzoni fatte di impegno e consapevolezza. Da prese di posizione, a volte coraggiose. Da gratificazioni impensabili. Da abbracci. Da diserzione, da bellezza dei margini, da Impazienza, da percorsi sghembi, di Resistenza e da evidenti tracce di Felicità. Da un amore grande per la vita, per la musica, per gli altri. Da gioco del mondo. E da musica inventata e suonata con gli occhi socchiusi e con le orecchie ben aperte. Trentuno anni di voi - tutti voi, ognuno di voi - che ci siete, ci siete stati e ancora ci sarete vicini, in viaggio, insieme a noi, sul tappeto volante del nostro sogno suonato e sognato“.
Per tutti i brani dell’album la scelta degli Yo Yo è quella di non pubblicare nei primi tre mesi alcun contenuto sulle piattaforme di streaming audio. La decisione è motivata sia dalla voglia di incentivare l’acquisto fisico del disco – sia esso cd o vinile – sia per permettere a tutti i loro sostenitori che hanno aderito al crowdfunding, che la band ha realizzato su produzionidalbasso.com, di ottenere le “ricompense” senza trovare il disco ascoltabile ovunque.
I miei fiori preferiti sono i fiori selvatici, spontanei, liberi e indomabili. Quelli che fioriscono senza essere annaffiati, quelli che profumano di rivoluzione, quelli che donano a sé stessi il diritto a crescere In tutti i luoghi dove la gente pensa che non avrebbero mai potuto farlo.
Hermana Águila
A te quando aspetti che la vita ti risponda, alla felicità. Ovunque si nasconda.
Yo Yo Mundi
LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA
02 Fosbury
03 Spaesamento
04 Il respiro dell'universo
05 Il paradiso degli acini d’uva
06 Bacio sospeso
07 Il silenzio che si sente
08 Lettera alla notte
09 Ninna nanna del filo
11 Umbratile
YO YO MUNDI - formazione
Eugenio Merico: batteria, percussioni
Andrea Cavalieri: basso elettrico, contrabbasso, voce
Chiara Giacobbe: arrangiamento d'archi, violino, voce
Con la partecipazione nell’album di:
Dario Mecca Aleina: sintetizzatore, tastiere, percussioni
Fabio Martino: fisarmonica
Fabrizio Barale: chitarra elettrica
Simone Lombardo: cornamusa, ghironda, flauti
Andrea Calvo: pianoforte
Ospiti del disco:
Giorgio Li Calzi: flicorno
Maurizio Camardi: duduk, sassofono
Alan Brunetta: marimba, batteria, percussioni
Gianluca Vaccarino: chitarra elettrica
Donatella Figus: voce
Alice Cavalieri: voce
Gianluca Magnani: ocarina bassa
Distribuzione: Egea
LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA, CANZONE PER CANZONE:
01 Ovunque si nasconda
Una canzone che è una dedica, dentro questo testo c’è molto della nostra vita, delle nostre passioni, dei nostri amici, delle luci che ci hanno illuminato la via. Qui come in altri brani del disco i bellissimi e intensi arrangiamenti d’archi opera di Chiara Giacobbe.
“A chi accudisce le piante e gli ideali, alle ali dei gabbiani, alle finte che nascondono il pallone, agli occhi tiepidi dei cani”
02 Fosbury
Brano dedicato alla storia straordinaria di un uomo che ha cambiato il mondo con un salto. La tecnica fu inventata da Dick Fosbury, atleta che vinse la medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Città del Messico nel 1968. La caratteristica principale, della tecnica “Fosbury” è che il centro di massa rimane sotto l'asticella, per cui lo sforzo è minore rispetto allo scavalcamento ventrale. Tale risultato si ottiene grazie a una rincorsa con traiettoria semicircolare, che ha la capacità di ottenere nel momento dello stacco, eseguito volgendo il dorso all'asta, una combinazione di energia centrifuga ed elevazione in un movimento che risulta obliquo all'ostacolo, rispetto al classico scavalcamento verticale ad angolo quasi retto. In un’intervista rilasciata diversi anni dopo, Fosbury racconta che al college quando si esibiva nel suo salto, veniva chiamato “Il saltimbanco”. Alla domanda se ci fosse un qualche studio scientifico dietro all’invenzione di quel salto, Fosbury rispose che quel salto lo aveva “visto” andando a pescare col nonno, nel colpo di schiena del pesce che allamato cerca di liberarsi inarcandosi. A colorare di bellezza e imprevedibilità questo brano ci sono il flicorno di Giorgio Li Calzi e la sezione di cornamuse a cura di Simone Lombardo.
“Ci sono uomini che sanno prendersi cura della memoria, altri che sognando un volo... fanno la storia”
03 Spaesamento
Questa canzone sembra scritta durante il lockdown, ma in realtà è stata composta un anno e mezzo prima; c’è, infatti, una forte visionarietà che la caratterizza. Un testo animato da una grande e irresistibile speranza, che trasforma malinconia e nostalgia in voglia di futuro.
“Vedi quel fumo che si alza, c’era la casa del popolo lì. Mi viene in mente una canzone, ma non ricordo le parole”.
04 Il respiro dell'universo
Canzone che suona larga e leggera. Canzone d’amore per il mondo, per i suoi abitanti, per gli spiriti che lo colorano, per il suo respiro, nutrimento dell’anima.
“Quando il sole scende e vince sulle ombre sulle mie dita rinasce il mondo”.
05 Il paradiso degli acini d’uva
Il vino, interpretato da un punto di vista artistico. Il vino cantato, sventolato come bandiera, un vino biologico e naturale, un vino radicale. Lontano dalle contraffazioni, dal tetrapack, dal metanolo e dal glifosato. E l’ebbrezza come risposta positiva alle esagerazioni di chi si stona. La meraviglia di sentirsi avvolti dal sapore, dai profumi e dalle fragranze, dalla consistenza, dalla memoria del singolo vitigno, dalla storia di una terra e delle vene gonfie dei suoi viticoltori.
“A cavallo di un tappo volante, nel paradiso degli acini d’uva, sarei capace di sfiorare le stelle come una piuma sulla pelle”.
06 Bacio sospeso
Due ragazzi si incontrano, un amore appeso nel gancio dell’incertezza che (non) si consuma nell’arco di un attimo lunghissimo. Di un bacio che rimane sospeso. Nel brano c’è Gianluca Magnani dei Flexus all’ocarina bassa.
“E si presero tra le braccia stringendosi tra gli occhi, faccia a faccia, a piccoli tocchi, si cibarono del desiderio a teneri morsi, in un modo giocoso, ma serio come giovani orsi”.
07 Il silenzio che si sente
Il silenzio che ammanta la guerra, la violenza, la sopraffazione, la distruzione, l’abbandono, le lacrime degli innocenti. In questa canzone c’è l’incontro scontro tra il sassofono di Maurizio Camardi e il violino di Chiara Giacobbe, ma anche le chitarre di Fabrizio Barale (storico membro degli Yoyo, già nella band di Ivano Fossati) e di Gianluca Vaccarino.
“Siamo i denti da latte dei lupi, mammelle tiepide delle cagne… Senti che silenzio che si sente, senti che silenzio”.
08 Lettera alla notte
Una canzone potente che solleva. Una lettera indirizzata a tutte le notti dei tempi e del mondo. Una lettera d’amore, accorata e avvolgente. Cori, quasi gospel. a cura di Andrea e Alice Cavalieri (padre e figlia!) e Donatella Figus.
“Cosa si accuccia tra i rami, l'abbaiare delle tortore, il cantare dei cani… Sarà la luce che filtra dai buchi nel cielo, sarà la voce che canta e vibra il tuo seno”.
09 Ninna nanna del filo
Una ninna nanna che è un intreccio di fili e tessuti, con la voce di Daniela Tusa che si gemella a quella di Paolo E. Archetti Maestri e insieme creano un canto racconto che vola leggero su una trama di armonici e ritmi delicati.
“Ninna nanna della iuta, che ci aiuta a far la nanna. Ninna nanna della vigogna sogna, bimba mia, sogna”.
10 VCR
VCR sta per Valle che Resiste. È un brano dedicato a tutte le valli e le comunità che resistono alle imposizione del potere di turno. Dedicato, implicitamente, alla lotta degli abitanti della Val Susa, che è simbolo e speranza per tutte le lotte del mondo. Qui c’è, e non poteva essere altrimenti, la voce, ribelle, di Marino Severini dei Gang e ci sono la fisarmonica di Fabio Martino (storico membro degli Yoyo) e la ghironda di Simone Lombardo.
“È nel cuore dei ribelli, sulle labbra del mio amore, nei germogli dei sorrisi in fiamme... La mia lotta fiorirà”.
11 Umbratile
Una canzone divisa in due, caratterizzata da due parti completamente diverse. Un testo intimo, una musica sospesa, lasciano spazio a un finale travolgente e, a tratti, inquietante. Alan Brunetta de Lastanzadigreta alla marimba e alla “folle” batteria nel “folle” finale. Maurizio Camardi, ci mette molto del suo, al sassofono.
“Visioni e schizzi di rugiada, il legno canticchiava, la brace che incendiava il volto”.
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