Post Più Recenti

.

venerdì 9 aprile 2021

GIULIO WILSON IL NUOVO ALBUM
“STORIE VERE TRA ALBERI E GATTI”
INTI ILLIMANI SANDRA LANDI ROY PACI
I MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI

Dal 9 aprile sarà disponibile in digitale e su supporto fisico (CD e LP) “Storie vere tra alberi e gatti”, il nuovo disco del cantautore GIULIO WILSON (per l’etichetta discografica Maninalto! e distribuito da Believe) e il primo singolo estratto, dal titolo “I ricordi”, sarà in airplay e sulle piattaforme streaming.

Un album dallo stile ricercato, unico: 13 brani con altrettante storie di vita fuori dal tempo,

che si lasciano ascoltare e “sfogliare” come fossero capitoli di un romanzo, narrazione di vicende dei giorni passati e di quelli presenti.

I RICORDI Storia già vissuta; FIDO Storia vera del cane di Borgo San Lorenzo; L’ORGANETTO Piccola introduzione; BUDAPEST Storia vera del gelataio Francesco Tirelli; VALE LA PENA Storia di speranza (con Inti Illimani); FINALE ALL’ITALIANA Storia nostrana (con Roy Paci); DISAMORE Storia di una patologia condivisa; I GATTI DI MAGRITTE Storia di felini e nostalgia; ROMANZO EPISTOLARE Storia d’altri tempi (con i Musici di Francesco Guccini); OTTAVIA Storia vera di femminicidio (con Sandra Landi); L’ALBERO SOGNANTE Storia di coscienza vegetale; PROLOGO di violoncelli; L’AMORE DEI NOSTRI DIFETTI Storia di riconciliazione.

Tante le collaborazioni con nomi illustri del panorama artistico nazionale ed internazionale, nel nuovo progetto di Wilson. Insieme, per tingere storie con pennellate diverse, per dar forza alle sfumature dei racconti: gli INTI ILLIMANI in Vale la pena; ROY PACI in Finale all’italiana; i MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI in Romanzo epistolare; la scrittrice e saggista SANDRA LANDI in Ottavia.

“Ci sono voluti quasi due anni per dare luce a queste canzoni, più o meno lo stesso tempo che generalmente attendo quando faccio maturare il vino nelle botti di castagno – con queste parole Giulio Wilson racconta il suo disco, preso dall’emozione di un artista che spiega le sue opere - Ho preferito scrivere di gatti, cani e alberi piuttosto che di cellulari, alle prese solo con la mia fantasia, davanti a carta e penna, proprio come avrebbe fatto un artigiano fiorentino con delle vecchie assi di ciliegio. In questo mondo, in cui tanti parlano e pochi ascoltano, sento di essere fortunato ad aver intrapreso una strada artistica all’insegna delle canzoni d'autore, le stesse che non si limitano ad essere interpretate, ma anche scritte, tracciando un percorso
artistico, creativo che prova a ignorare quel senso di vuoto che affligge la civiltà moderna”.

Come le fotografie hanno vita in un album di ricordi, in “Storie vere tra alberi e gatti” le canzoni vivono nell’animo di chi ascolta e negli occhi di chi le immagina. Sono musiche di esistenza e resistenza.

Nel disco, in cui si alternano ballad, tracce che hanno la struttura classica della canzone d’autore a intermezzi strumentali, si percepisce la cura stilistica, testuale, melodica, di un cantautore che regala esperienze di vita, emozioni in musica. Come accade ne “I ricordi”: piano e voce danno forza ai frammenti del passato, quelli che prendono forma, diventano ricordi che tornano alla mente come tracce di strade già percorse.

Giulio Wilson presenta 13 tracce che si rivelano atti d’amore verso l’ascoltatore, ponendo attenzione alle storie dimenticate, “perse” nella memoria di molti. Vicende che si ripetono o potrebbero ripresentarsi in contesti diversi anche oggi, domani; che mettono in luce la vera umanità, quella dell’amore di uomini che sono salvezza per altri uomini.

C’è dunque un filo conduttore che lega le canzoni tra loro: la volontà di fotografare, in musica, racconti di natura diversa ma unici nella loro essenza, che creano un album di canzoni che consentono all’ascoltatore di immedesimarsi nei personaggi dei brani.

Sono foto così nitide, che sembrano appartenerci da sempre.

GIULIO WILSON
Giulio Wilson è un cantautore fiorentino e musicista; alterna la sua passione per la musica alla sua attività di produttore di vini in Toscana. Wilson è infatti laureato in Viticoltura ed Enologia. La sua carriera artistica viene inaugurata con l’album “Soli Nel Midwest”, prodotto da Enzo Iacchetti. Nel 2018 esce il singolo “Parole” e successivamente l’Ep “Futuro Remoto”, entrambi per Fonoprint. L’anno successivo esce il brano estivo “Estate Proletaria”. Oltre ad avvalersi della produzione artistica di Valter Sacripanti, Wilson ha collaborato con numerosi artisti, tra cui Vinicio Capossela, Roberto Piumini - che ha contribuito al testo di due brani di
“Soli Nel Midwest” - e Bobby Solo, con cui duetta nel brano “Dove corre il tempo”, pubblicato nel 2016.
Wilson ottiene numerosi riconoscimenti: vincitore di “Materiale resistente 2.0” organizzato dal MEI e della Targa Mei nel 2017 come “Miglior cantautore”; nello stesso anno l’artista vince il concorso BMA Bologna Musica d’Autore. Nel 2018 vengono assegnati il premio Anacapri Bruno Lauzi e nel 2019 il Premio Bertoli.
Wilson inoltre vince il concorso 1Maggio Next 2019 e si esibisce sul palco del Concerto del Primo Maggio a Roma. Dal 2017 a oggi, l’artista ha tenuto oltre di 140 concerti e partecipazioni ad eventi.
Giulio Wilson si occupa dal 2005 di riconversione in agricoltura biologica di antichi vigneti, sulle colline delle Cerbaie. Molte vigne appartengono a contadini locali, luoghi prima fatiscenti e in stato di abbandono per diversi motivi: alcuni legati alla anzianità dei proprietari ed altri dovuti alla scarsa redditività. Negli anni il progetto si è evoluto; oggi infatti Giulio coltiva 14 ettari di antiche vigne ristrutturate, convertite in agricoltura biologica e collabora con 14 anziani contadini.
Un’operazione che è diventata una sorte di “banca della memoria”, in quanto vengono recuperati vitigni storici, gli stessi che ora vengono utilizzati a tutela della memoria e per conservare una sapienza antica che rischia di scomparire.

TRACKLIST
1. I RICORDI Storia già vissuta
2. FIDO Storia vera del cane di Borgo San Lorenzo
3. L’ORGANETTO Piccola introduzione
4. BUDAPEST Storia vera del gelataio Francesco Tirelli
5. VALE LA PENA Storia di speranza (con Inti Illimani)
6. FINALE ALL’ITALIANA Storia nostrana (con Roy Paci)
7. DISAMORE Storia di una patologia condivisa
8. I GATTI DI MAGRITTE Storia di felini e nostalgia
9. ROMANZO EPISTOLARE Storia d’altri tempi (con I Musici di Francesco Guccini)
10. OTTAVIA Storia vera di femminicidio (con Sandra Landi)
11. L’ALBERO SOGNANTE Storia di coscienza vegetale
12. PROLOGO di violoncelli
13. L’AMORE DEI NOSTRI DIFETTI Storia di riconciliazione
“STORIE VERE TRA ALBERI E GATTI”

TRACCIA DOPO TRACCIA
I RICORDI
storia già vissuta
Un brano rotondo e delicato, che funge da apripista al mondo nostalgico e allo stesso tempo sognante del disco. Una melodia guidata dal pianoforte e i contrappunti di una fisarmonica soffusa rivestono un testo che affronta il tema del ricordo, un’affezione al passato che si riscontra spesso nelle composizioni dell’artista.

FIDO
storia vera del cane di Borgo San Lorenzo
Una storia tutta italiana, musicata sotto il battere di una cassa in 4/4 e una chitarra che arpeggia in “fingerpicking”. Nell’inverno 1941 l’Italia era in guerra da alcuni mesi e la situazione economica era difficile.
Eppure avvenne qualcosa di importante, un piccolo fatto di cronaca destinato a diventare storia. Carlo Soriani, operaio di Luco (frazione di Borgo San Lorenzo) trovò in un fosso un cane ferito. Senza pensarci due volte, l’uomo si prese cura dell’animale. Fido, così fu chiamato il cane, guarì e stabilì un legame così forte con il suo nuovo compagno che, non solo tutte le mattine lo svegliava alle 5.30 e lo accompagnava alla fermata del bus che lo portava al lavoro, ma lo aspettava ogni sera al suo rientro. Il 30 dicembre 1943 un terribile bombardamento alleato su Borgo San Lorenzo causò oltre 100 vittime. Fra loro Carlo Soriani. Quella sera Fido attese inutilmente che il suo padrone scendesse dal bus. Da allora, ogni sera, ininterrottamente, per oltre 14 anni fino alla sua morte avvenuta l’8 giugno 1958, Fido lasciava la propria cuccia dirigendosi nella piazza del paese, pronto ad attendere chi, in realtà, non avrebbe fatto mai più ritorno. In Piazza Dante a Borgo S. Lorenzo, si trova il monumento al cane Fido, simbolo di fedeltà.

L’ORGANETTO
piccola introduzione
Wilson ci trasporta in Ungheria con un’introduzione che anticipa il brano seguente; una atmosfera cinematografica, dove la fisarmonica assottiglia le note di un organetto della prima metà del 900.

BUDAPEST
storia vera del gelataio Tirelli
Un’altra storia del disco realmente accaduta, raccontata tramite questa toccante canzone dall’arrangiamento sobrio e sospeso, con cambi di scena dettati da violoncelli, viole, violini, glockenspiel e fisarmonica. Francesco Tirelli era un gelataio italiano, originario di Campagnola Emilia, che abbandonò l’Italia negli anni della guerra per trasferirsi a Budapest. Una storia rimasta sconosciuta sino al 2014 quando un testimone ha portato alla luce la sua straordinaria opera di salvataggio e protezione ai perseguitati. Tirelli riuscì a nascondere e a salvare nello scantinato della sua gelateria intere famiglie ebree, che riuscirono così a evitare le deportazioni naziste verso i campi di concentramento. Oggi Francesco Tirelli è racchiuso dentro questa canzone, ma anche dentro un rinomato libro per bambini nonché onorato da Yad Vashem nel “Giardino dei Giusti a Gerusalemme”.

VALE LA PENA
storia cilena (CON INTI ILLIMANI)
La musica e le parole raccontano “una speranza infinita che si chiama vita”: Vale la pena è molto più di una canzone. È l’incontro di voci e di suoni per ricordare i sogni di un popolo, dei cittadini del mondo. Un brano che risuona come un inno alla vita, trasmettendo messaggi di serenità e speranza. I Flauti pan e le voci corali degli Inti Illimani si uniscono perfettamente al canto di Wilson, dando origine ad una canzone di carattere internazionale, senza scadenze. “Unità” è il termine che descrive il progetto, che delinea gli intenti di una musica che viaggia oltre i confini, nella direzione di un mondo in cui si possano - ricordando le parole del
brano - rispettare il confronto tra gli uomini, il dialogo, la libertà umana, la “vita come una sorpresa”.

FINALE ALL’ITALIANA
storia nostrana (CON Roy Paci )
Questo brano dal sapore folk trasmette divertimento e voglia di ballare anche se il testo non è corollario, anzi. Wilson si diverte incastrando parole dalla vena ironica e facendo trapelare una sottile critica al nostro paese, con un filo di provocazione, ma riuscendo sempre a non essere scontato nei messaggi che si celano in questa canzone e più in generale dietro le sue canzoni. La tromba di Roy Paci è coinvolgente, spostando il brano verso sonorità quasi latine.

DISAMORE
storia di una patologia condivisa
Un’architettura di arrangiamenti frenetici e arzigogolati dimostra la maturità artistica di Giulio Wilson e la voglia di contaminazione. Suoni dell’Est si fondono in un ritmo che in certi punti ricorda la danza greca sirtaki. Un brano che affronta il tema del facile disinnamoramento alle cose che ci circondano, come se l’eccesso di benessere, confort e materialità generasse in noi un facile distaccamento da quello che ci era parso un
legame duraturo, l’illusione di un innamoramento per poi sfociare in un accatastamento di sentimenti. Il disinnamoramento affrontato come fosse una patologia umana.

I GATTI DI MAGRITTE
storie di felini e nostalgia
Un brano incernierato nella migliore tradizione della canzone d’autore nostrana, che si sviluppa attraverso un arrangiamento orchestrale e un’apertura centrale che risulta vincente. Wilson utilizza un parallelismo tra la solitudine dei gatti e quella di un uomo che prova la nostalgia di una persona lontana. Magritte fa da sfondo a questo prezioso brano.

ROMANZO EPISTOLARE
storia d’altri tempi (CON I MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI)
Accompagnato da I Musici di Francesco Guccini, Wilson scrive e canta questo brano dopo aver preso ispirazione da una storia di famiglia, realmente accaduta, quella dei suoi nonni. Dopo aver ritrovato delle lettere “ormai ingiallite” appartenenti ad una storia d’amore d’altri tempi, nata per corrispondenza. Un brano che diventa percorso cronologico e storico circa gli avvenimenti dal dopoguerra, con al centro il tema del cambiamento attraverso “l’Italia”. Ma analizzando il testo in profondità si può interpretare e capire che l’Italia era proprio sua nonna. “L’Italia era una donna che ballava la quadriglia…”.

POESIA
storia che sia
Una dedica alla forza delle parole, un “incastro di fonemi” che danno un senso agli artisti forse alla vita stessa. È un insieme di immagini emotive che si susseguono, una dedica d’amore verso la poesia e suoi derivati. Ad impreziosire il brano troviamo un arrangiamento raffinato che abbraccia la voce di Wilson e lascia il segno.

OTTAVIA
storia vera di femminicidio
con SANDRA LANDI
Le note di Maremma Amara, cantate con voce piena e profonda, sostengono un racconto di femminicidio realmente accaduto, letto dalla stessa autrice: Sandra Landi. Sandra è una antropologa, scrittrice e saggista, che lavora con particolare attenzione ai temi legati alla violenza sulle donne e parità di genere. Il risultato è un brano che, partendo dalla famosa canzone popolare toscana scritta 200 anni fa, ritorna attuale a metter sale su ferite mai chiuse.

L’ALBERO SOGNANTE
storia di coscienza vegetale
Un brano di fantasia, romantico, dove un albero prende forma nell’immaginario di vita comune, esprime i propri sentimenti innamorandosi. Vorrebbe poter inseguire il suo sogno d’amore ma non può in quanto ancorato con le proprie radici alla collina dove è nato. È uno dei brani di punta, che conferma la capacità di scrittura di Wilson ma anche il saper dare peso e carattere alle parole con uno stile personalissimo.

PROLOGO
Introduzione di violoncelli che anticipa il seguente brano.
L’AMORE DEI NOSTRI DIFETTI
storia di riconciliazione
È una canzone che nasce dal ricordo di Giulio verso sua nonna, da una frase che gli è rimasta impressa: “è importante riuscirsi a sopportare per quello che siamo”. Ispirato da queste parole, ha immaginato una separazione ma anche una fisiologica riconciliazione dettata dal passare del tempo e dalla nostalgia di rivedere una persona. Capita spesso che un sentimento possa mutare nel tempo accorgendoci di amare una persona solo quando la abbiamo persa. Persone che magari non chiamiamo mai, pensandole ormai lontane dalla nostra vita, ma che se dovessero venire a mancare creerebbero un vuoto che si amplifica enormemente.
Pianoforte, fisarmonica e violoncello sono i protagonisti di questo brano, dove la voce accompagna e accarezza i ricordi, con un incipit vincente e un giusto equilibrio tra melodia e arrangiamenti. Ma anche il testo convince e conquista, parole che costruiscono una dedica verso la grande forza che scioglie la malinconia e unisce due punti distanti: l’amore dei nostri difetti. Una dichiarazione verso quelle imperfezioni che diventano bellezza perché strettamente personali, e per questo uniche. Un brano che affronta la nostalgia con tenerezza, semplicità, riflettendo sulle emozioni e sulla consapevolezza che anche i difetti
dell’uomo possono essere rielaborati e percepiti in un nuovo sentimento. Un brano che chiude e rappresenta appieno l’essenza del disco.

“Storie vere tra alberi e gatti” è stato registrato presso: “Madre Terra Studios” a Santiago del Chile; “Splash Studio” a Amelia (TR); “Le Dune” a Riolo Terme (RA)
Edizioni: Baldoria Edizioni Musicali; Promopressagency Srl
Etichetta: Maninalto! Records
Prodotto da: Valter Sacripanti
Mixato: Marco Covaccioli
Mastering: Claudio Adamo, presso “Fonoprint Studios” di Bologna
Arrangiamenti: Giulio Wilson, Valter Sacripanti
Hanno partecipato: Inti Illimani, Roy Paci
Hanno contribuito: Clemente Ferrari, Giuseppe Barbera
Hanno suonato: Giulio Wilson, Giuseppe Barbera, Clemente Ferrari, Roberto Bassi, Christian Pratofiorito, (piano, tastiere, sinth ed altro); Tiziano Pellegrino e David Pieralisi (chitarre); Martino Tazzari (violoncello); Alessandro Moretti (fisarmonica); Ronny Aglietti e Sandro Raffe Rosati (basso); Valter Sacripanti (batteria)

- T E S T I -
I RICORDI
storia già vissuta
I ricordi che ci rendono distratti
arrivano in silenzio quando meno te lo aspetti,
regalano sorrisi a denti stretti
o lacrime salate in certe notti di rimpianti.
Stronzi, con modi irriverenti,
non danno spiegazioni , non fanno complimenti
entrano in casa senza mai bussare
e poi ti fanno tutto quello che gli pare.
Ma c’è qualcosa a cui non pensi più che ti appartiene
come le Madeleine di Proust, un profumo familiare
Tutte le storie passate, chissà dove a finire,
Ti hanno per sempre cambiato o sei sempre tu?
Sarebbe bello incontrarsi per strada,
come fossimo due sconosciuti,
per poi toccarci con vecchi ricordi e non lasciarsi mai più.
Ricordi raccontati piano
tra le foto in mezzo al marmo della gente che non c’è,
sono fiori d’azzeruolo,
sono un vecchio partigiano che racconta un po’ di se.
Sono uccelli che migrano lontano,
ma poi tornano per fare il loro nido,
i pensieri che fanno grande l’uomo,
le bugie che dicevi da bambino.
Ma c’è qualcosa a cui non pensi più che ti appartiene
e torna all’improvviso su come un profumo familiare
Tutte le storie passate, chissà dove a finire,
Ti hanno per sempre cambiato o sei sempre tu?
Sarebbe bello incontrarsi per strada,
come fossimo due sconosciuti,
per poi toccarci con vecchi ricordi e non lasciarsi mai più.

FIDO
storia vera del cane di Borgo San Lorenzo
Ho saputo della storia di quel cane,
che aspettava tutti i giorni il suo padrone,
una carezza come ogni mattina,
poi l’attesa di vederlo ritornare ancora qui, alla solita fermata, dove l’amore senza parole comunque si completa.
Si sono conosciuti poi piaciuti,
come fanno dei migliori amici,
spezzano frangenti di monotonia,
soli per dividersi la compagnia qui, alla solita fermata
ma poi la vita esplode in guerra e a volte ci separa.
Carlo è morto sotto i bombardamenti,
mentre Fido è ritornato tutti i giorni,
si sa che un cane non cambia i sentimenti e per questo l’ha aspettato, l’ha aspettato, l’ha aspettato per altri quindici
anni.
Negli anni battezzati dalle ore,
ho visto giorni con occhi asfaltati,
perché non sapremo mai quando si muore,
ma un giorno torneremo dove siamo nati qui, alla solita fermata dove l’amore, senza guinzagli, comunque si completa.
Carlo è morto sotto i bombardamenti,
mentre Fido è ritornato tutti i giorni,
si sa che un cane non cambia i sentimenti e per questo l’ha aspettato, l’ha aspettato, l’ha aspettato per altri quindici
anni.
L’amore è il sentimento più sublime,
emblema della fedeltà di un cane,
la speranza è sempre l’ultima a morire e Fido non si stanca di aspettare ancora li, alla solita fermata.
Negli anni battezzati dalle ore,
ho visto i giorni con occhi asfaltati,
perché non sapremo mai quando si muore
ma un giorno torneremo dove siamo nati qui, alla solita fermata, dove l’amore senza guinzagli comunque si completa.
Carlo è morto sotto i bombardamenti,
mentre Fido è ritornato tutti i giorni,
si sa che un cane non cambia i sentimenti e per questo l’ha aspettato, l’ha aspettato, l’ha aspettato per altri quindici
anni.

BUDAPEST
storia vera del gelataio Tirelli
Tredici Febbraio del quarantacinque
pantaloni consumati fino al basso ventre,
il freddo nella gola sembra già svanito
ma il coraggio non si scioglie come il mio il gelato.
Davanti al mio negozio non c’è più nessuno,
solo macerie e calcinacci, niente po’ po’ di meno
ma nel cuore ho una ricetta che non posso dire:
proteggere bambini, salvare vite umane.
Cade una pioggia benedetta,
lava i petali di rose e i tetti delle case.
Vaniglia, crema e cioccolato ci faranno ricordare.
Un vecchio treno che non ritorna,
l’ultimo abbraccio di un padre alla figlia
qui a Budapest.
Il saluto di un bimbo che non ha capito
le parole gridate da un vetro appannato
a Budapest.
Sono più dei potenti le mani alzate innocenti.
Nel mio magazzino di cannella e crema
ho celato molte ombre a lume di candela,
pleonastici riflessi di un sorriso terso,
le memorie e i sentimenti chiusi in un abbraccio.
Mani congelate più di questo muro
a terra quattro stracci e polvere da sparo
qui non c’è razza o religione, solamente parte lesa.
Se Dio fosse presente chiederebbe scusa
Pioggia che scroscia dai lampioni
e poi ticchetta contro i vetri
alle finestre delle case.
Vaniglia crema e cioccolato ci faranno ricordare.
Un vecchio treno che non ritorna,
l’ultimo abbraccio di un padre alla figlia
qui a Budapest.
Lo sguardo di un bimbo che non ha capito
parole gridate da un vetro appannato
a Budapest.
Sono ancora presenti certe emozioni distanti.
Quando piove se hai fortuna puoi vedere l’arcobaleno,
che tu sia vecchio paesano oppure un giovane straniero,
non so come sia successo e ancora adesso mi domando
come possa l’ingiustizia arrivare fino a tanto,
l’ho imparato a scuola che davanti agli ideali
non c’è alcuna differenza perché siamo tutti uguali
e non mi importa se il pensiero non sarà contraccambiato,
io volevo solamente regalare un buon gelato.
Il gusto più buono lo sai qual è
è la speranza che porto con me
tutte le cose si scordano in fretta
e la memoria è la cosa giusta,
in ogni lettera mai ricevuta
c'è una storia dimenticata
a Budapest,
non si scioglierà mai, quel gelato se vuoi.
“Questa era la storia di Francesco Tirelli,
una storia vera, di un italiano migrante in Ungheria che ha salvato nel magazzino della sua gelateria molte persone,
che riuscirono a sfuggire al rastrellamento e alle deportazioni nel Maggio del 1944”

VALE LA PENA
storia cilena
(CON INTI ILLIMANI)
Vale la pena coltivare le piante,
correre al vento su colline scoscese,
aprire un libro chiuso in una soffitta,
sentirsi bene pure in minoranza.
Vale la pena amarse todavía
dejar la prisa y cultivar la paciencia
caminar lejos sin notar la distancia
sentirse grande incluso en minoria
Ah, il tempo passa e poi va,
fa divenire una anziana bambina,
o diventare una bambina signora.
Vale, vale, vale la pena.
Vale, vale, vale, vale la pena.
Abbiamo tutti dei sogni,
sopra una stella cadente
come vecchi bagagli,
le nostre speranze,
più dei difetti,
quelli che non vorresti,
non sempre tutto si può scegliere
e costruire è meglio che distruggere.
Vale, vale, vale la pena.
Vale, vale, vale, vale la pena.
Vale la pena que se quiebren copas,
si haces de tu camino una gran fiesta,
vale la pena porque todo pasa
y lo que queda se quedará.
Ah il tempo passa e poi va
non rimanere degli anni in attesa
viva la vita e come una sorpresa.
abbiamo tutti dei sogni
sopra una stella cadente
come vecchi bagagli
le nostre speranze
più dei difetti
quelli che non vorresti
non sempre tutto si può scegliere
costruire è meglio che distruggere
Me gusta el que parece extravagante,
los estudiantes de aquel mayo de París,
diciendo lo que sienten, amando con la mente,
cultivando un corazón consciente.
Quien suena con volar hasta Marte ,
o quien cumple desde aqui su parte,
le da un sentido a su dolor,
quien se llena de valor
y de su vida es autor.
Quien da sin pedir,
quien no se ha rendido,
quien vive la lucha y quien ya se ha perdido,
la esperanza infinita.
Per chi ha dato e mai preso,
per chi non si è arreso,
per chi sente il dovere
di essere migliore.
c’è una speranza infinita:
si chiama vita.

FINALE ALL’ITALIANA
storia nostrana
(CON Roy Paci )
Si disse Garibaldi fu ferito
e Mazzini ormai tradito
dalla fila nelle poste,
dall’aumento delle imposte,
dall’assenza di risposte
quando il conto è senza l’oste.
Si disse che Cristoforo Colombo
vide cose d’altro mondo
sia taggato, navigato
naufragato, s’è incagliato
nella rete social media
ce lo dice wikipedia.
Ma che fare? Barbugliare, barbottare, balbettare
bofonchiare, biascicare, biasimare
come una capra so belare quando non so più che dire
La conoscenza era di Zeno, niente popo dimeno
La conoscenza è la tua storia che alimenta la memoria è riduttivo averla senza sale in zucca
Voglio una vita fuori moda
voglio una vita che da i brividi
di quelle vite che ora non ci sono più
fuori moda made in Italy
voglio una vita fuori moda
qualcosa che non si dimentichi
come il finale della melodia nostrana che fa
Si disse un giorno che Giuseppe Verdi
abbia sentito montagne verdi
io non so com’è sia successo,
l’hanno visto più depresso
che scriveva dentro ad un cesso
se leggi non sei fesso.
Ma se fosse che non fossimo sul web,
come gli amici di un vecchio club,
la sapienza è la coscienza che alimenta la memoria
è riduttivo averla se non sai la storia.
Voglio una vita fuori moda
voglio una vita che da i brividi
di quelle vite che ora non ci sono più
fuori moda made in Italy
voglio una vita fuori moda
qualcosa che non si dimentichi
come il finale della melodia nostrana che fa
L’Italia è pazza per la pizza
se non spazza dopo puzza
quando puzza scende in piazza
e vede il suo culo di pezza
Pezzi d’arte, pomodori, fichi d’india,
spazzatura e morti in mare,
fradicia di sabbia quando piove,
nebbia agli irti colli piovigginando sale
in fila in discoteca, vuota in biblioteca
è un chiodo fisso senza pinza,
il cielo in una stanza,
L’Italia è Resistenza

DISAMORE
storia di una patologia condivisa
Il disamore rende venere infelice
impolvera le cose
anche quelle più preziose
il disamore è una calamità sociale
che colpisce le affezioni
della gente più normale
Vezzo antico di origine ancestrale
che riduce l’attenzione all’essenziale
ma certe volte è un sentimento che fa bene
perché rinnova il desiderio di cambiare
(per poter) ricominciare
Il disamore
colpisce tutti
pure quelli che non destano sospetti
facciamo festa finche ci basta
senza dover per forza dare una risposta.
Alzo il bicchiere
al disamore,
questa sera mi vien voglia di cantare,
di fare festa perché non costa
con un buon vino che ci fa gira la testa.
Non gradisco certi amori surgelati
con Sofficini e carezze da sofà,
non mi piacciono le suocere incallite
di nuore un po’ ingrassate che fanno l’acqua gym,
non lusingo le riviste da barbiere,
lo psicoterapeuta e lunghe castità,
preferisco cavalcare l’ incoerenza
di qualsiasi religione
per poi predicare bene
prima di razzolare male…
Il disamore
colpisce tutti
pure quelli che non destano sospetti
facciamo festa finche ci basta
senza dover per forza dare una risposta.
Alzo il bicchiere
al disamore,
questa sera mi vien voglia di cantare,
di fare festa perché non costa
con un buon vino che ci fa gira la testa.
Alzo il bicchiere
al disamore
e questa sera mi vien voglia di cantare
di fare festa perché non costa
con un buon vino che ci fa gira la testa

I GATTI DI MAGRITTE
storie di felini e nostalgia
Dormono e fanno le fusa,
poi guardano in cielo i pianeti,
i gatti non chiedono scusa
ma sanno tenere segreti
nei mercantili romani
con passi felpati e felini,
dentro gli scritti egiziani
ipnotici come i pensieri.
Liberi dal tempo come uccelli controvento
non avvisano se passano di qua
il cielo sembra un quadro di Magritte
dipinto sopra i tetti,
apri le finestre questa sera
puoi sentire che mi manchi
vivida la luce della luna tra le antenne dei palazzi
luccicano gli occhi, piangono anche i gatti
qualcuno dice sono extraterresti
forse sono solo un po’ piu tristi
di me
Dentro le fiabe in stivali
non vogliono avere padroni
sono i musicisti di Brema
che dormono sopra cuscini
Amanti di vecchie comari
immersi nei loro pensieri
esteti d’ un certo bon ton
ascoltano al piano Chopin
Vivono i tramonti come amori d'altri tempi
non avvisano se passano di qua,
non avvisano se passano di qua.
Il cielo sembra un quadro di Magritte
dipinto sopra i tetti,
apri le finestre questa sera
puoi sentire che mi manchi
vivida la luce della luna tra le antenne dei palazzi
luccicano gli occhi, piangono anche i gatti
qualcuno dice sono extraterresti
forse sono solo un po’ piu tristi
di me

ROMANZO EPISTOLARE
storia d’altri tempi
(CON I MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI)
Dai treni fazzoletti e mani alzate coi cappelli,
valige di cartone e vecchi francobolli,
l'Italia era una donna che ballava la quadriglia
fresca di costituzione alla fine della guerra.
L'Italia innamorata di un sodato militare,
si promisero la mano con lettere d’amore
oggi carte un po’ ingiallite ma che voglio custodire
perché non c’è futuro se non sai ricordare.
Poi venne il dopoguerra e tutto ciò che rappresenta
veloce il cambiamento, il boom anni 60
e suo figlio era mio padre cresciuto col brodo di sera,
l’Italia dopo Praga attende un’altra primavera,
credeva ad un partito, fedele alle persone
convinta che il valore non si debba criticare
si dice la cultura oggi sia mito di progresso
ma poi vince il più cretino e si emula il più fesso.
Il tempo è una sorpresa ma quando passa porta via,
la nostra vita oggi è schiava di tecnologia
e tutto l’eco del passato sembra non essere importante
abbiamo tutto tutti ma a tutti non abbiamo niente
ma se siamo ciò che abbiamo, come dice quella norma
che nulla si distrugge ma solo si trasforma
e a me piace pensare che oltre il fato e l’universo,
ci son piccole storie e nulla sarà perso.

OTTAVIA
storia vera di femminicidio
con SANDRA LANDI
Le note di Maremma Amara, cantate con voce piena e profonda, sostengono un racconto di femminicidio realmente
accaduto, letto dalla stessa autrice: Sandra Landi. Sandra è un’antropologa, scrittrice e saggista, che lavora con
particolare attenzione ai temi legati alla violenza sulle donne e parità di genere.

L’ALBERO SOGNANTE
storia di coscienza vegetale
Sono un albero da fiore,
nomenclatura vegetale,
conservo un cuore che è rimasto inciso nella mia corteccia col tuo nome.
Piano scruto le persone,
chi legge o fa meditazione
o si nasconde dietro al tronco per bisogni, per baciare o tradire,
ma quello che vorrei
è una scarpa ad ogni mia radice,
vedere ancora lei ed esser felice.
Laggiù
dove potrei sentirmi un po’ speciale,
dove la pioggia non mi può bagnare,
vedere il mondo da nuove prospettive.
Laggiù
potrei sentire nuove primavere
e nel mio legno un cuore palpitare
emozioni significative
Tu puoi amare, io no.
Puoi andare, io no.
Puoi tornare. Io sto.
Sui miei rami soffia il vento,
estate primavera e autunno
per natura sono più longevo mente adesso tu stai già invecchiando
ma con serenità,
come una foglia non rimane appesa per l’eternità,
solo i ricordi colmano l’attesa .
Quassù
dove la pioggia ci può dissetare
ed il fruscio della mia chioma al vento
è un romantico vinile.
Quassù
dove le stelle sono più vicine,
dove c’è un albero che può sognare
emozioni significative.
Puoi amare, io no.
Puoi andare, io no.
Puoi tornare. Io sto.
Quando il canto degli si uccelli si diffonde il cielo sembra essere più grande
e l’uomo ignaro ed effimero non potrà fare a meno del mio ossigeno.
Puoi amare, io no.
Puoi andare, io no.
Puoi tornare. Io sto.

L’AMORE DEI NOSTRI DIFETTI
storia di riconciliazione
L’ultima ruota del carro
è quella che tiene sul il peso,
fammi sentire che siamo un ricordo importante
senza dirmi niente.
Cercami quando ci sono,
curami quando sto bene,
il tempo trasforma le cose che abbiamo vissuto,
costruito insieme, poi separa le scene.
Allora ti porto con me
dove il sole tramonta d’estate,
sciogli la malinconia
e unisci due punti distanti.
La forza che abbiamo io te
è l’amore dei nostri difetti,
quando ti penso non vorrei
che tu fossi da sola stasera,
da sola stasera,
stasera da sola.
Prenditi tutti i ricordi,
riaccendili se non li vedi
come luce focale che filtra da bracieri accesi,
da porte socchiuse.
Proteggiti se mi vuoi bene,
invecchia restando felice,
dall’alto del cielo sarai per qualcuno più bella
come al sole la pioggia, come in cielo una stella
Allora ti porto con me
dove il sole tramonta d’estate,
sciogli la malinconia
e unisci due punti distanti.
La forza che abbiamo io te
è l’amore dei nostri difetti,
quando ti penso non vorrei
che tu fossi da sola stasera,
da sola stasera,
stasera da sola.
C’è una forza più grande di noi,
che va oltre i confini del tempo,
supera i muri dell’uomo
e unisce due punti distanti,
è l’amore dei nostri difetti.

Nessun commento:

Posta un commento